ARF: Palaexpo nega Il Mattatoio al festival del fumetto mentre il MiBACT include il fumetto tra le “arti contemporanee”
Nuovi aggiornamenti dal mondo del fumetto italiano, e questa volta – purtroppo – non sono buone notizie: l’ARF, evento di indiscutibile valore culturale che da quattro anni anima la primavera romana, è stato sfrattato da quella che è la sua sede abituale, l’ex Mattatoio di Testaccio (gestito dall’Azienda Speciale Palaexpo). La decisione è stata comunicata “a fatto compiuto” il 17 novembre al direttivo del Festival, che riporta in un comunicato stampa:
“L’Azienda Speciale Palaexpo – ente pubblico di Roma Capitale in giunta Raggi a meno di 6 mesi dalle prossime elezioni amministrative, che dipende dall’Assessorato alla Crescita Culturale guidato da Luca Bergamo – dal 2021 esclude il nostro Festival (ARF) da tutte le attività del Mattatoio (ex MACRO Testaccio), mettendoci alla porta da quella che è stata la nostra casa sin dal 2016, cioè da prima che subentrasse il nuovo CdA”.
La direzione dell’ARFestival aveva già tentato il confronto con l’assessore Bergamo nell’ottobre 2019 quando Palaexpo negò l’utilizzo de La Pelanda (uno dei padiglioni dell’ex Mattatoio) per l’evento. L’incontro, però, non fu mai concesso.
Il motivo dello sfratto
La cosa più grave di tutta questa faccenda, e quella che sancisce il problema più profondo, è il motivo dell’esclusione dell’ARFestival dalla programmazione futura di Palaexpo. Anche qui, riportiamo un passaggio del comunicato stampa perché non serve aggiungere nulla a un rifiuto così lapidario:
“L’Azienda Speciale Palaexpo, nella persona del suo Presidente Cesare Maria Pietroiusti, ci comunica via mail – nero su bianco – che non rientriamo più nella loro «visione del contemporaneo»”.
Peccato però che l’Azienda (e la giunta che le sta dietro) non siano aggiornati su quella che è la visione del contemporaneo che è culminata proprio in queste settimane. Recentissima (ma risultato di un lungo e positivo dialogo) è l’azione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – attraverso la sua Direzione Generale Creatività Contemporanea – che riconosce e include formalmente il Fumetto tra le discipline di cui già si occupa (arte contemporanea, architettura, fotografia, videoarte e arti applicate, moda, design). Si tratta de facto della prima Convenzione quadro dello Stato italiano con un intero settore professionale, rappresentato ufficialmente dall’Associazione di categoria RIFF – Rete Italiana Festival di Fumetto (di cui abbiamo parlato qui) di cui lo stesso ARF! è socio fondatore insieme a Comicon di Napoli, Etna Comics di Catania, Lucca Comics & Games e Treviso Comic Book Festival (sempre da comunicato stampa Arf).
Lo stesso Pietroiusti ha dichiarato nelle ultime ore alle pagine romane de Il Messaggero: «???????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????????????????????? ???????????????????????????????? ???????????????????????????????????? ???????????????????? ???????????????? ????????????????????????????????????????????????». Da definizione: “Le arti performative sono forme artistiche in cui l’opera consiste nell’esecuzione di un determinato insieme di azioni da parte dell’artista di fronte ad un pubblico”. Quindi questo significherebbe che le opere già eseguite, non dovrebbero avere spazio nei contenitori culturali della nostra città? Domande retoriche a margine, ecco la risposta di ARF, riportata stamane sui social.
E invece no, cara Palaexpo…
I nostri lettori non avranno alcun dubbio sul riconoscimento del fumetto come arte (la “nona”, appunto, e non è neanche una definizione recente), ma ci teniamo comune a mette in risalto alcuni elementi.
Oltre all’attenzione che i media nazionali hanno riservato ad alcuni autori e autrici (citiamo Zuzu, Fumettibrutti, Zerocalcare), lo stesso ARFestival è stato inventore e promotore di un’iniziativa che in questa tragica fase storica ha unito felicemente amore per il fumetto e contributo sociale.
Parliamo di COme VIte Distanti, il fumetto a “mille mani” le cui vendite sono state devolute all’INMI Lazzaro Spallanzani come contributo alla ricerca contro il Covid-19. E parliamo di 66.309 euro, la più grande raccolta fondi della storia del fumetto italiano. ARF non è nuovo a questo tipo di iniziative, gemellandosi in ogni edizione con una ONLUS o un’associazione diversa, azione che permettere di spostare significativi fondi sulle cause più disparate.
Per quel che riguarda, invece, il contributo dell’ARFestival alla vita culturale romana, possiamo solo citare alcune delle mostre organizzate negli ultimi anni in concomitanza del festival: Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Milo Manara, Gipi, Zerocalcare, Guido Crepax, Jordi Bernet, Danijel Zezelj, Attilio Micheluzzi, il Mickey Mouse della Glénat. Per non parlare di tutte le masterclass, gli incontri e le iniziative di promozione di fumettiste e fumettisti.
Oltretutto Stay Nerd è partner da diversi anni di ARF, finanziando il premio Bartoli che riconosce un incentivo in denaro a un esordiente selezionato dalla giuria del festival. E lo fa perché crede fermamente nel valore culturale e artistico della manifestazione e nella professionalità di chi ci lavora: quindi non possiamo che unirci al coro di protesta e continuare a sostenere l’ARF con i nostri mezzi.
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