Nerdarsenale
Con questo primo articolo cominciamo quella che spero sia una buona rubrica riguardanti le armi del mondo nerd. Detta così sembra una cosa un po’ “gni gni che stai a fare”, ma siccome l’80% delle cose nerd comportano combattimento, e solitamente le varie ambientazioni hanno armi proprie e uniche, può essere interessante.
In questo angolino che mi sono ritagliato parleremo sia di armi specifiche che di TIPI di armi, a seconda di cosa mi sto andando ad infognare al momento. Per esempio si parlerà di armi come la Master Sword, oppure le spade laser o i phaser. Cose del genere. Se l’arma ha una storia ne parlerò in modo necessario, mentre se ha un funzionamento lo spiegherò. Attingerò a piene mani dagli universi espansi, quindi se non vi piacciono potete anche evitare gli articoli in cui c’è rischio di contaminare il vostro canon.
Frostmourne
Come prima arma per la rubrica volevo cominciare con qualcosa con cui sono familiare. Sia chiaro che chiamerò questa spada Frostmourne, non gelidanima come è stata tradotta recentemente in Mists Of Pandaria. Non l’hanno tradotta in Warcraft III non capisco perché dovevano farlo ora, non ha nemmeno lo stesso senso. Boh.
Comunque.
Una storia di fuoco
Questa storia sarà probabilmente più accessibile a chi ha giocato Warcraft III, ma cercherò di renderla il più chiara possibile.
Prima di tutto è necessario dire che nell’ambientazione di Warcraft gli orchi sono creature provenienti da un altro mondo, giunte a fare macello su Azeroth (il mondo degli umani) grazie al portale oscuro. Ner’Zhul era il più importante tra i vari capoclan orcheschi e fu lui il primo a instaurare il contatto tra gli orchi e la legione infuocata (i demoni che costituiscono l’onnipresente nemico dei buoni per tutta la saga).Tuttavia questo contatto è il frutto dell’inganno di Kil’Jaeden l’ingannatore (pff), uno dei demoni, che ha sfruttato la buona fede di Ner’Zhul per guadagnare un esercito di guerrieri inarrestabili. Il capoclan voleva potere per unificare l’Orda per il bene della sua specie e il demone gli diede i mezzi per farlo, senza che lui si rendesse conto della natura malvagia di ciò in cui si stava infognando.
Ner’Zhul, in Warcraft 2
Quando gli spiriti dei suoi antenati gli rivelarono la verità, cominciò ad organizzare la propria ribellione contro il traditore ma il suo allievo Gul’Dan, avido di potere, vendette il maestro a Kil’Jaeden e lo sostituì, lasciando Ner’zhul ad un ruolo puramente cerimoniale per non alterare l’equilibrio dell’orda che si stava andando a creare.
Ci sono troppi apostrofi in questi nomi.
Perso il suo potere, ma non inerme, Ner’Zhul rovistò tra i documenti di Gul’Dan e scoprì il piano della legione di far bere all’orda sangue demoniaco per corromperla definitivamente e renderla un branco di mostri assetati di sangue. Quando cercò di avvertire gli altri capiclan venne ascoltato solo da quello del clan Frostwolf che fuggì. In questo modo si riuscì ad evitare la completa corruzione dell’Orda.
Dopo la seconda invasione degli orchi il portale venne distrutto e Ner’Zhul rimase sul pianeta degli orchi, dove si isolò mentre i clan si facevano guerra tra di loro. La tranquillità non durò molto, perché un suo compagno d’armi lo convinse a riprendere il cammino di conquista guidando l’orda. Quando fu convinto elaborò un piano per creare nuovi portali, per cui necessitava degli artefatti tra i quali vi era il teschio del suo allievo, un potente artefatto demoniaco.
Tale teschio cominciò a corromperlo nel profondo, rendendolo sempre più assetato di potere e meno preoccupato riguardo la situazione della sua Orda. Questa caduta nell’abisso culminò con l’apertura di innumerevoli portali per Azeroth generando così tanta energia da frantumare il pianeta originario degli orchi, causando un bel macello.
Attraversato il portale, Ner’Zhul venne immediatamente catturato da Kil’Jaeden, fatto a pezzi e il suo spirito venne imprigionato in una armatura incastonata nel trono di ghiaccio, costretto a servire la legione infuocata per l’eternità. Ed ecco come nacque il Re dei Lich, l’originario possessore di Frostmourne. Questa lunga introduzione sul proprietario è importante, vedrete perché.
Una storia di ghiaccio.
Frostmourne è una spada runica, come quelle che vengono impugnate dai cavalieri della morte, potenti esseri negromantici che prima erano al servizio dell’orda e poi del flagello dei non morti, controllato dal novello Re dei Lich. Questa spada faceva coppia con l’armatura all’interno del trono e il loro scopo era quello di contenere e controllare Ner’Zhul, che come potete intuire era abbastanza incazzatello con la legione. Quindi si può dire che la spada era contemporaneamente una parte di lui (ecco perché era importante, spada=orcone) e un modo per interagire con il mondo.
Come? Beh il Re dei Lich non era stupido, anzi, era piuttosto furbo. La prima cosa che fece appena ne ebbe l’occasione fu quella di SPARARE Frostmourne dal trono di ghiaccio. Esatto, PCHOOOOOO. La spada volò abbastanza lontano, conficcandosi da qualche parte nei ghiacci di Northrend, la regione gelida in cui il Re dei Lich aveva il suo quartier generale.
Mentre continuava a mandare le sue ondate di non morti contro Lordaeron (il regno degli umani), Arthas Menethil, paladino e principe di quel regno, si avventurò a Northrend per inseguire il demone Mal’Ganis che guidava l’assalto del flagello a Lordaeron. Lì incontrò Muradin Bronzebeard, un nano suo amico, che stava guidando una spedizione per recuperare un leggendario artefatto tanto potente da poter sconfiggere il flagello. Che artefatto era?
Esatto, Frostmourne. Il Re dei Lich aveva fatto in modo che le dicerie sulla spada dispersa tra i ghiacci circolassero in modo da attirare qualcuno. Come tocco finale, il flagello venne mandato contro l’accampamendo di umani e nani in modo da metterli sotto pressione e spingere Arthas e Muradin a recuperare la spada. Trovatala su di un piedistallo, Muradin lesse questa frase.
Chiunque impugni questa lama dovrà sopportare l’eterno potere. Come la lama lacera la carne, così il potere deturpa lo spirito
Essendo un nano non scemo ed essendo sobrio al momento, Muradin capì che quella spada era maledetta. Arthas dal canto suo, essendo l’umano sborone ed il paladino, disse che avrebbe sopportato qualunque maledizione per salvare il suo popolo. Rispondendo alla sua decisione il ghiaccio che avvolgeva la spada esplose, colpendo Muradin con una scheggia. Fino a World of Warcraft tutti lo credevano morto, ma ad Arthas non interessò. Semplicemente andò avanti e reclamò Frostmourne, concludendo la sua discesa nell’abisso, cominciata quando il suo odio verso il flagello aveva cominciato ad intaccare la sua umanità.
Sconfitto il flagello che attaccava il suo accampamento, Arthas incontrò Mal’Ganis, che cominciò a denigrarlo e a dire che faceva tutto parte dei loro piani. Ora era parte del flagello, uno schiavo del Re dei Lich. E fu quello il momento in cui Ner’zhul, attraverso Frostmourne, ordinò ad Arthas di uccidere il demone. Tornato a Lordaeron come cavaliere della morte, Arthas uccise suo padre e cominciò un regno di non morte e devastazione per la sua terra, fino a quando Illidan, un servo di Kil’Jaeden, lanciò un incantesimo che colpì il trono di ghiaccio. Anche se non fece molti danni allargò la spaccatura da cui Frostmourne era uscita, causando una perdita di potere dal trono. In pericolo, il re dei lich richiamò Arthas a Northrend, che sconfisse Illidan e raggiunse il trono di ghiaccio.
Arrivato al luogo dove tutto aveva avuto inizio, distrusse il trono di ghiaccio e indossò l’armatura di Ner’zhul, diventando tutt’uno con lui e il nuovo Re dei Lich. Ebbe così inizio la ribellione del Re dei Lich alla legione infuocata.
Qui finisce la trama di Warcraft e comincia quella di World of Warcraft, ma non la elencherò per filo e per segno, oh no, vado dritto verso la fine.
La fine di una storia
Dopo uno specifico dungeon i giocatori scoprono che Arthas lascia la spada incustodita in una stanza, che sarà poi raggiunta dopo molte peripezie. In quel luogo il png che vi accompagna (Jaina Proudmoore per l’alleanza e Sylvanas Windrunner per l’orda) si metterà in contatto con le anime delle persone uccise dalla spada e intrappolate al suo interno, per scoprire il punto debole del Re dei Lich. Qui si viene a sapere che non è una maledizione che si può veramente spezzare ma solo contenere, sarà sempre necessario un re dei lich per mantenere il flagello e la non morte sotto controllo.
Nell’ultimo Dungeon di questo arco narrativo i giocatori finalmente affrontano lo scontro finale con Arthas, nel quale alla fine Frostmourne verrà spezzata da Ashbringer, il diretto opposto della spada runica, brandita da Tirion Fordring (Chuck Norris di WoW). Dalla lama infranta usciranno tutte le anime intrappolate che aggrediranno Arthas, intrappolandolo e permettendo ai giocatori di sferrare il colpo di grazia, terminando così il regno di Arthas e liberandolo dalla sua prigionia, permettendo a qualcun altro di sacrificarsi per il bene comune e prendere il posto di Re dei Lich.
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Onestamente mi lascia un po’ di amaro in bocca che la conclusione di una storia del genere sia avvenuta in un MMORPG piuttosto che in un Warcraft 4, ma sossoldi.
Dove siano ora i frammenti di Frostmourne è ignoto, ma secondo me tornano. SOSSOLDI!
L’arma
Frostmourne è una spada, fin qui ci siamo. Le sue dimensioni sono variate nel tempo: in principio era una spada lunga per Arthas (che come tutti gli eroi del gioco è bello grosso), ma poi andando avanti è diventato uno spadone a due mani. Nel libro dedicato ad Arthas viene detto che lui può brandirla senza problemi, nonostante le dimensioni. Fedele alla sua idea di lama runica, è un’arma molto decorata, con lama asimmetrica e iscrizioni sul piatto. Nella realtà un design del genere non avrebbe molte applicazioni pratiche , dato il bilanciamento incasinato e i troppi abbellimenti sull’arma, ma nella lore di Warcraft è qualcosa di più di una semplice spada. È un potentissimo focus negromantico che contiene, assieme all’armatura, l’intero potere del Re dei Lich, oltre a tutte le anime assorbite che non fanno altro che renderla più potente. Sempre nel libro viene detto che il suo potere la rende in grado di tagliare qualunque nemico senza impegno e che qualunque arma incontri viene frantumata, comprese potenti lame elfiche.
In fonti alternative, come il gdr cartaceo, è possibile trovare ed usare Frostmourne, ma si diventa inevitabilmente un fantoccio del Re dei Lich, fino a che si rimane entro un miglio dalla spada. Inoltre i suoi poteri gdr comprendono cose come colpire bersagli immateriali, assorbimento vitale o indebolimento ad ogni colpo. Inoltre c’è il sempre valido danno aumentato contro creature buone.
Essa contiene anche l’anima del portatore, divenuta tutt’uno con quella del Re dei Lich. Per questo quando è stata spezzata anche Arthas è morto. In un certo senso si può dire che brandire la spada dia accesso ai poteri del Re dei Lich, ma è più sensato dire che brandirla da accesso a te. Del resto la spada è solo un contenitore fisico per il potere del Re dei Lich, piuttosto che una spada magica in senso proprio.
In World of Warcraft Frostmourne non è assolutamente ottenibile, anche se la Blizzard lo aveva accennato per trollare un po’ i giocatori. Invece ottennero tempo dopo l’ascia runica Shadowmourne, una bella bestiola ma priva di tutto il peso narrativo della spada.
Una replica (costosa) della spada è però acquistabile da appendere al muro e bullarsi con gli amici nerd.
Concludendo
Frostmourne fa parte di quella categoria di armi dotate di nome proprio, con un peso narrativo tale da modificare per sempre la storia dell’ambientazione in cui ci si trova (come per esempio Excalibur o Stormbringer), e nonostante sia solo un mezzo attraverso il quale uno scopo viene compiuto, merita di entrare a fare parte dell’olimpo dei Nerd e di dare inizio a questa rubrica. E poi è bellina, guardatela.