Assassin’s Creed Rogue recensione in puro stile Stay Nerd
Probabilmente nessuno di noi, giocando il primo Assassin’s Creed, avrebbe potuto immaginare che un titolo action adventure per giunta story driven potesse diventare un franchise in grado di rilasciare un nuovo prodotto ogni anno. L’apice si raggiunge quest’anno: sugli scaffali arrivano ben due nuovi capitoli della saga uno, Assassin’s Creed: Unity, per il solo mercato next-gen e l’altro, Assassin’s Creed Rogue, invece dedicato alle solo console della precedente generazione. Nel seguente articolo Assassin’s Creed recensione ci occuperemo ovviamente di quest’ultimo anticipandovi che, a sorpresa, Rogue non è il fratello scemo di Unity anzi. . .
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Da assassino a templare
Ecco qui, uno grosso spoiler nel titolo del primo capitolo di questa recensione. Shay Cormac, protagonista di Rogue, infatti, è un assassino scavezzacollo e indisciplinato che si troverà per una serie di eventi a passare dall’ordine degli Assassini a quello dei templari. Non è poi un grande mistero, visto che Ubisoft ha pensato bene di farne il nodo centrale della campagna pubblicitaria di Assassin’s Creed Rogue. Non è neanche una grande rivelazione, visto che i punti succulenti di questo ultimo capitolo old gen della saga iniziata con Altair, sono più che altro innestati in una serie di citazioni e fan-service, in grado di titillare ampiamente i fan della serie. Assassin’s Creed Rogue è ambientato durante la guerra Franco-indiana e si innesta tra i fatti di Assassin’s Creed III e Black Flag, portandoci nell’estremo Nord America fino ai ghiacciai del Nord Atlantico. La storia ci permette di incontrare personaggi che sono stati cardini dei precedenti capitoli come un giovanissimo Achilles Davenport o il gran maestro Haytham Kenway, padre di Connor, svelando una serie di retroscena ed antefatti che aggiungono ricchezza alla già complessissima struttura narrativa della serie. È importante notare come questa impostazione sia foriera di quella che sarà la natura del gioco, ossia un grosso anello di congiungimento tra due titoli ottimamente strutturati con piccoli arricchimenti che svolgono la funzione di perfezionare elementi già ampiamente rodati. Dopo il pesante spoiler del titolo non ci addentriamo maggiormente nell’analisi della trama, che comunque si regge su un impianto ben diretto ed orchestrato anche se contenutisticamente povero di succulente novità.
The Biggest DLC
Ebbene si, come si poteva immaginare, Assassin’s Creed Rogue è una sorta di mastodontico DLC di Black Flag, viste le poche risicate introduzioni a livello di gioco. C’è da dire che paradossalmente questa sua natura di approfondimento e arricchimento non è affatto un punto negativo sotto tutti gli aspetti, anzi dimostra come ripulite alcune meccaniche e perfezionati alcuni dettagli sia possibile. Di base ci troveremo ad affrontare la stessa struttura di gioco che bilancia sequenze in città come New York con sessioni in mare, corredate dalle splendide battaglie marittime. Le innovazioni, se di tali si può parlare, vengono sopratutto nell’aggiornamento dell’arsenale che si amplia sia lato nave che lato “assassino”. Il primo, infatti, si impreziosisce di cannoni rotanti che permetteranno di affondare con maggiore facilità (e soddisfazione) le navi nemiche, mentre il secondo vede l’ingresso del fucile ad aria compressa che, sebbene risulti molto vicino alle classiche pistole, grazie al silenziatore ha un ruolo strategico del tutto diverso. Come anticipato, Shay è un assassino diventato templare esattamente come Haytham Kenway ed Ubisoft questa volta ha provato a non farsi scappare l’occasione di introdurre meccaniche di gioco che sfruttassero questo twist narrativo… fallendo miseramente. L’idea brillante è stata quella di piazzare qui e li degli assassini acquattati che spuntano fuori all’improvviso per ferire il nostro Shay. L’unico modo per difendersi è ascoltare il sussurro (OH MIO DIO SENTO LE VOCI!) degli assassini e attivare la vista dell’aquila attraverso la quale avremo accesso ad un radar che punta verso il nascondiglio del nostro aggressore. A quel punto è abbastanza semplice eliminare la minaccia e proseguire oltre.
Polvere di giacchio
La serie targata Ubisoft ci ha abituato a vette di eccellenza in termini artistici e qualitativi. Assassin’s Creed Rogue non solo riesce a spingere questa macchine obsolete verso picchi inusitati, ma a spinge forte il pedale dell’acceleratore sulle emozioni con scorci paesaggistici eccellenti e una soundtrack di tutto rispetto. L’introduzione del giacchio, degli iceberg e delle bufere di neve, da all’esperienza di gioco un sapore del tutto nuovo, estremamente affascinante e godibile. Inoltre è l’unico gioco che vi permette di sfondare delle spessissime lastre di ghiaccio con la prua della vostra nave, emettendo un suono che vi farà fare pace con il mondo.
Templar
Rogue è stranamente un buon titolo e, nonostante si presenti come una semplice aggiunta dei precedenti capitoli, riesce comunque ad esprimere un’ottima esperienza di gioco, godibile e divertente con una buona quantità di attività da fare. Inoltre ci porta estensivamente nella pancia del nemico, permettendoci di conoscere i templari più da vicino. Consigliato sopratutto a chi, come il sottoscritto, ha ritenuto fin troppo breve l’avventura al fianco del capitano Kenway.