A quattro anni di distanza dall’uscita di Assassin’s Creed: Unity, Ubisoft è tornata a parlare del gioco. Stando a quanto riportato ci furono alcuni sbagli compiuti sul titolo. Il peggiore di questi, avvenuto in fase di sviluppo, riguarderebbe la preminenza del lato tecnologico su quello narrativo, stando a quanto raccontato da Jean Guesdon.
“Se ricordate il primo Assassin’s Creed noterete alcune somiglianze; questo perché in realtà c’era molto lavoro svolto a basso livello in termini di tecnologia” ha dichiarato Guesdon. “L’engine era stata completamente rinnovata. Tuttora Unity può essere considerato uno dei giochi visivamente più belli di sempre”.
“Tuttavia allo stesso tempo ci siamo orientati sugli edifici in scala 1:1, cosa che ha avuto un grosso impatto sulla navigazione della mappa di gioco e quindi il gameplay, che ne è stato influenzato di conseguenza. Siamo caduti di nuovo nella trappola di lavorare tanto sulla tecnologia senza concedere al team narrativo il tempo necessario per creare qualcosa di nuovo”. Guesdon, quindi, difende il lato “tecnico” del gioco, sostenendo che i difetti fossero dovuti per lo più allo scarso contenuto narrativo. “Alla fine è così che lo vedo io. Abbiamo creato le condizioni ideali per la tempesta perfetta: avevamo un gioco meraviglioso sotto il profilo artistico, che non è stato tuttavia sufficiente a rinnovare l’esperienza di gioco della saga”.
Il director ha comunque difeso la creazione. “Se lo doveste giocare oggi, con tutte le correzioni apportate, giochereste a un bel gioco. In definitiva siamo volati troppo vicini al sole”.
Una citazione laconica è stata spesa anche per il famoso bug della “faccia che scompare”. “Quella è stata la ciliegina sulla torta”.