Baby 3, l’ultima stagione della serie italiana su Netflix
Arriva su Netflix con altri sei episodi Baby 3, l’ultima stagione della serie scritta dal collettivo GRAMS* ispirata alle vicende del caso Parioli, ormai risalente al 2014, che vedeva delle minorenni della “Roma bene” coinvolte in un giro di prostituzione e droga. In questa stagione finalmente la faccenda viene allo scoperto, coinvolgendo non solo le protagoniste ma anche genitori e compagni, chi più chi meno, in un crescendo di emozioni, ripensamenti e confessioni.
Baby 3: dove eravamo rimasti e cosa succede adesso
Chiara e Ludovica, alias Benedetta Porcaroli e Alice Pagani, sono giunte al giro di boa: la prima, dopo essersi lasciata con Damiano, non ha nessuna intenzione di smettere di vendersi e anzi, si mette ancora più in gioco; la seconda, invece, ormai è decisa a smettere, vedendo il proprio futuro scivolarle dalle mani. Tuttavia Fiore, l’uomo che “protegge” le due amiche e di cui Ludovica crede di essere innamorata, non vuole certo farsi scappare così facilmente due delle sue galline dalle uova d’oro.
Nel frattempo però la notizia della presenza di due “ragazze-squillo” alla Collodi comincia a girare. Brando, infatti, è in possesso di un video in cui ciò che sta accadendo è molto chiaro: il padre è stato con una ragazza minorenne e, dopo questo episodio, naturalmente salta fuori anche tutto ciò che riguarda Chiara e Ludovica. Chiara, in particolare, rivela tutto a Damiano, il quale desidera ancora aiutarla nonostante si senta profondamente ferito e non accetti le giustificazioni di Chiara.
E in effetti tutto gira attorno a questa domanda: perché? Perché le due ragazze hanno svenduto il proprio corpo? Se lo chiedono gli amici, come Fabio (Brando Pacitto) che scopre troppo tardi il coinvolgimento delle sue amiche, e se lo chiedono i genitori di Chiara e Ludo, finalmente coinvolti nella vita delle figlie, anche se non per i motivi per cui un genitore dovrebbe esserlo.
Un finale preannunciato
Era prevedibile che Baby 3 avrebbe affrontato lo scoppio della bolla in cui si erano rinchiuse Chiara e Ludovica: la metafora dell’acquario, ovvero la prima frase che sentiamo pronunciare da Chiara nella prima stagione, viene ripresa nel momento in cui ormai il loro segreto è di dominio pubblico dopo una live su Instagram della ragazza. Eppure Chiara ha ancora la sensazione di avere tutto sotto controllo, convinta di aver fatto tutto spinta dal proprio desiderio di emergere come adulta indipendente, lontano dall’ambiente affettato e ipocrita della madre che si è data alla politica. Ludovica, dal canto suo, vuole cambiare vita ma è ancora facilmente manipolata da Fiore e sarà soprattutto il suo conflitto interiore a convincerci di quanto il personaggio sia cresciuto e cambiato nel corso di queste tre stagioni. Particolare, in questo senso, la scelta di affidarsi ad un intermezzo animato che rappresenta il suo io interiore, in continuo mutamento.
Non si può dire lo stesso di altri, come Damiano (Riccardo Mandolini): il figlio dell’ambasciatore ha anche lui problemi di famiglia che lo porteranno ad allontanarsene con una facilità disarmante, per poi trovarsi affiancato da una compagna di scuola, Aurora (nientemeno che la figlia di Asia Argento e Morgan, Anna Lou Castoldi), mai vista prima e inserita per fargli quasi da “grillo parlante”, poiché il ragazzo si sta facendo nuovamente coinvolgere troppo dal giro di Fiore. I due però paiono delle macchie, in confronto allo sviluppo positivo di Brando, interpretato da Mirko Trovato, che decide di fare la cosa giusta, seppur non nel migliore dei modi, e di accettarsi per quello che è, non senza enorme fatica.
Perché è così che funziona nel loro ambiente: qualsiasi cosa sei, qualsiasi cosa fai, sarai giudicato e gettato in pasto all’opinione pubblica. E in questo caso, sono finalmente i genitori e più in generale gli adulti a essere coinvolti e pagare le conseguenze della loro assenza. I loro castelli di carte crollano dopo aver tentato invano di mantenersi in equilibrio e nessuno viene risparmiato: dopo la madre di Ludo, che sapeva vagamente delle attività illecite della figlia e non le ha denunciate, vengono distrutte anche altre famiglie e reputazioni e, infine, si arriva ad un processo.
Baby 3: una conclusione rapida e quasi indolore
Nulla di eclatante il finale di Baby 3, a dirla tutta: al suddetto processo non viene dedicato troppo spazio ma ci vengono mostrate le varie parti coinvolte che decidono, una volta tanto, di prendere una posizione e farla finita con le menzogne, i segreti e l’indifferenza. La sceneggiatura cerca di conferire un senso di pericolo alla situazione, la cui gravità aumenta man mano con le indagini della polizia condotte dall’ispettore Pietro (Antonio Orlando), che riceve una caratterizzazione simile a quella di un’investigatore delle serie americane del quale, però, non si comprende benissimo il modus operandi.
Così come non si comprende bene il ritorno di altri personaggi che sembravano essere ormai dimenticati, come l’ex amica di Chiara, Camilla: interpretata da Chabeli Sastre Gonzalez, il suo ruolo è divenuto molto più che marginale, inutile ai fini di trama. A Niccolò, ovvero Lorenzo Zurzolo, va un po’ meglio verso gli ultimi episodi di Baby 3, rimanendo comunque nelle retrovie.
I personaggi erano tanti, troppi forse, per riuscire a gestirli tutti in maniera ottimale e probabilmente anche per questo la recitazione ne ha risentito un po’, calando di qualità rispetto alle stagioni precedenti. Sono pochi che mantengono alta la tensione e tra questi spicca sempre Alice Pagani, che ha saputo rendere il suo personaggio tridimensionale e desideroso di sforzarsi a cambiare le proprie sorti, al contrario di chi invece preferisce insabbiare le vicende in nome di onore e orgoglio e proseguire come nulla fosse.
La regia sembra comunque voler compensare il poco tempo dato ad alcuni personaggi cercando di allargare le inquadrature, rendendo le scene più corali, quasi a sottointendere che ormai chiunque circondi Ludovica e Chiara sia parte del puzzle ora completo; mentre il comparto musicale rimane più o meno lo stesso, ma affiancando ad una canzone degli onnipresenti London Grammar o di Billie Eilish anche due nuovi singoli italiani: Vertigine di Levante e Maleducata di Achille Lauro.
La rapidità con cui si è conclusa Baby 3 darà soddisfazione a chi voleva vedere le protagoniste rimettersi in carreggiata, liberarsi dalla loro apatia e trovare un senso alla loro crescita, ma chi sperava invece in un’approfondimento psicologico e un confronto maggiore fra generazioni rimarrà un tantino deluso dalla velocità con cui si è premuto sull’acceleratore per concludere il brutto capitolo della vita di questi ragazzi, sperduti in una società che li ha ignorati troppo a lungo.