Un’intervista incrociata ai due disegnatori del crossover dell’anno. Gigi Cavenago e Werther Dell’Edera ci parlano di come è nato e come procederà il lavoro su Batman Dylan Dog.
È decisamente il crossover dell’anno che si sta chiudendo: dal momento in cui fu annunciato, i fan di uno o dell’altro non hanno parlato d’altro. Batman Dylan Dog, l’incontro che non ci aspettavamo. Ma che, quando ce lo hanno detto, ci è parso anche tanto naturale. Non si sa bene il perché: in fondo hanno in comune solo una erta linea d’ombra e veramente poco altro. I punti di contatto tra l’Uomo Pipistrello e l’Indagatore dell’incubo sono elencati da Roberto Recchioni, ideatore e autore, nel breve editoriale all’inizio dell’albetto introduttivo presentato a Lucca Comics. Ma francamente, chi vi scrive non li ha trovati poi così esaustivi. Tanto meglio, tuttavia: vorrà dire che ci lasceremo sorprendere nel vedere come questa vicenda tra Londra e Gotham si evolverà. Dopotutto, non c’è niente di meglio che venir sorpresi da una storia che si legge…
Ma non è di questo che vogliamo parlarvi: le analisi su come si sta evolvendo Dylan Dog (il matrimonio su tutto) abbondano ovunque. Così come quelle su questo incontro Batman Dylan. E allora abbiamo pensato di far parlare chi lo sta interpretando. Matite e colori, chi disegna questi fumetti ne veicola lo stile e l’espressività. Due pezzi da novanta del fumetto, Gigi Cavenago e Werther Dell’Edera. Li abbiamo messi di fronte alle stesse domande, come in quelle interviste incrociate del noto programma televisivo. Più dettagliato Gigi, più sintetico Werther, ci hanno in modo diverso regalato una panoramica su Batman Dylan… con qualche spiraglio su ciò che verrà.
Togliamo subito una curiosità ai nostri lettori: come si lavora insieme ai disegni di uno stesso albo? Come sono avvenute le divisioni in Batman Dylan, come si fanno le riunioni, come si amalgamano i risultati in nome di qualcosa di omogeneo?
Gigi Cavenago: È molto semplice: Werther fa delle matite con la massima libertà, utilizzando il suo stile. Ne escono fuori delle pagine molto personali sia per il tratto, che per la recitazione e soprattutto per lo storytelling. Io subentro in un secondo momento e cerco di ridisegnare quelle tavole con il mio stile, ma senza tradire quello che sta sotto. Certe vignette le prendo come dei suggerimenti, altre le seguo alla lettera. Alla fine ne esce un ottimo ibrido tra la narrazione di Werther e il mio segno. Ci sono vignette più mie e ci sono vignette più sue, ma credo che nell’insieme tutto sia perfettamente amalgamato. Non ci son mai state riunioni, giusto qualche scambio di mail per capire dei dettagli specifici su pose e inquadrature. Roba abbastanza tecnica insomma.
Werther Dell’Edera: Si lavora benissimo! È un po’ una catena di montaggio. Ci si sente prima di iniziare, si buttano giù delle linee guida per la lavorazione e poi ci si butta sotto a capofitto con tutta la professionalità possibile.
I vostri nomi sono già segnati anche nei sequel che leggeremo riguardo Batman Dylan? Potete darci qualche piccola rivelazione in anteprima?
Gigi: Più che di sequel, si tratta proprio di una serie a se stante di 180 pagine, oltre alle 20 del numero 0 che è uscito a Lucca. Si tratterà di una storia unica che, per come stanno adesso le cose, uscirà in Italia nel formato Bonelli in due numeri da 90 pagine e in America in tre numeri da 60. Chiaro che le nostre bocche sono cucite, non possiamo anticipare nulla, ma una cosa che è trapelata da Roberto Recchioni agli incontri Lucchesi è il fatto che tra Dylan e una certa Selina Kyle ci sarà del tenero.
Werther: Quali sequel??? Non mi hanno detto niente!!!
Due copertine da collezione. Molti diranno che i villain sono sempre più stimolanti… ma noi vogliamo chiedere a voi cosa vi ha dato più piacere realizzare.
Gigi: A questa tocca rispondere solo a me, visto che Werther non se ne è occupato. Confermo quello che dici: i Villain sono molto più stimolanti e divertenti da disegnare. Vuoi mettere il ghigno pazzo del Joker contro la faccia seria di Dylan? O una donna sexy vestita da gatta rispetto a dei signori in giacca e cravatta? Chiaro che con certi “freaks” c’è più da sbizzarrirsi, partono avvantaggiati con un design vincente!
Werther: Le cover sono tutta opera di Gigi.
L’albo è un oggetto da collezione che si arricchisce di bellissime tavole finali, sketches e studi. Come li avete scelti in mezzo al tanto materiale prodotto? A quale sei più legato?
Gigi: Se ne è occupato principalmente Paolo Campana, il grafico che ha curato l’albetto. Di materiale tra cui scegliere ne aveva parecchio a disposizione. A me sarebbe piaciuto vedere più matite di Werther, visto che il mio lavoro è già presente all’interno dell’albo. Mi sarebbe piaciuto che comparisse una vignetta in particolare: quella in cui la custodia del clarino esplode nello studio di Xabaras: sono molto affezionato a quella vignettona perché, quando l’ho vista la prima volta, ho pensato che non sarei mai riuscito a renderle giustizia, poi invece tutto è tornato anche nel mio stile senza snaturare le matite sotto. Nei contenuti speciali ci sono anche un paio di proposte mie per il Joker. Ancora non avevo la storia sotto mano e quindi ho provato a immaginarmi un Joker “da incubo”, pensandolo come se fosse un cattivo di Dylan stile Mana Cerace e cose così. Ne è venuta fuori una versione molto mostruosa, quasi zombesca, che però non aderiva alla storia di Roberto.
Werther: Anche qui, la parte finale, come grafica e scelta dei pezzi da mettere, è stata opera del grafico, Paolo Campana. Ottimo gusto, direi!
Il testo è ridotto all’osso, trattandosi di una sorta di prologo. Quanto, per la caratterizzazione dei personaggi hai attinto al tuo personale bagaglio di lettore di Batman e Dylan?
Gigi: Difficile dirlo, visto che tutto quello che compare nell’albo è lo sforzo congiunto di tre persone. Per esempio Joker e Batman, per come compaiono nella nostra storia, sono molto influenzati dalle letture e dai gusti di Roberto e Werther. Loro sono molto legati al Batman di Miller, io invece ho più in mente quello di Mazucchelli o, tra i disegnatori più contemporanei, quello di Chris Samnee. Con il Joker, come dicevo, avrei voluto sperimentare di più e fare qualcosa di veramente folle, ma anche qui, si è giocato sul qualcosa di più classico (e funzionale alla storia ovviamente) con un tocco di eleganza in più, che a Roberto piacciono i dandy. Forse il mio intervento principale resta sulla Bat-mobile, quella è farina del mio sacco: mi sono limitato a unire i modelli a cui sono più affezionato in assoluto: quella del Batman di Burton e quella dei cartoni animati di Bruce Timm.
Werther: Bah! Quasi niente, tendo ad astrarmi da me stesso quando lavoro.
Personalmente trovi che i punti di contatto tra i due eroi e i due villain ci siano? E se sì, sono quelli elencati da Recchioni o ne ravvisi anche altri?
Gigi: I punti di contatto ci sono, bisogna solo individuarli al meglio e valorizzarli. Le redini le ha in mano Roberto e direi che siamo in ottime mani. In genere in questo tipo di storie è più interessante vedere i punti di contrasto che quelli di contatto e io credo che la tensione tra personaggi nascerà senz’altro dal fatto che Dylan è sostanzialmente un mix tra un detective e un pantofolaio, mentre Batman è un mix tra un detective e un vigilante. Uno è molto umano ed emotivo, l’altro freddo e lucido. Magari andranno avanti contrastandosi un po’ all’inizio per poi trovare i giusti punti di contatto tra loro, che sono degli ideali di base molto forti. Questo però ce lo dirà solo la storia.
Werther: Non mi ero mai figurato un incontro tra Dylan e Batman (ne avevo pensato uno tra Tex e Nathan Never) non avrei saputo da dove iniziare, a parte la dicitura indagatore dell’incubo e Detective Comics.
Dylan Dog è solitamente in bianco e nero, questo albo è a colori… cosa preferisci tu? Cosa dobbiamo aspettarci noi?
Gigi: Preferisco il bianco e nero perché è meno lavoro per me, meno ansia per la resa in stampa e in generale sono cresciuto con i fumetti in bianco e nero e comincio a sentirne un po’ la nostalgia. Ma questo progetto è nato a colori, quindi aspettatevi tante belle tavole stampate in quadricromia!
Werther: Preferisco il bianco e nero, ma voi aspettatevi faville a colori!
Hai voluto fare palesi riferimenti a disegnatori che ami? Ci indichi le citazioni, se ci sono?
Gigi: Non direi: avendo già la base di Werther le possibilità di inserire citazioni erano pochine. Posso dire di essermi guardato molto lo Xabaras di Stano quando sono arrivato alla seconda metà dell’albetto perché quella faccia, secondo me, non si può disegnare altrimenti.
Werther: No, per ora no. Sul numero zero ci sono palesi citazioni al numero 1 di Dylan del grande Angelo Stano.
A cosa stai lavorando ora per casa Bonelli?
Gigi: Alle restanti 180 pagine di questa serie, e alle copertine mensili.
Werther: Batman Dylan e sto chiudendo Daryl Zed.