La genialità di Nino Frassica parte da un masterpiece come Il Bi e il Ba
e volete conoscere l’ABC, anzi, il Bi e il Ba della vera comicità italiana, allora dovete subito recuperare un videoregistratore, rimediare un VHS del capolavoro di Maurizio Nichetti e cliccare su Play.
Qualora non abbiate visto il Bi e il Ba, infatti, i 90′ più belli della vostra vita devono ancora arrivare. E non contano quelli di una finale di coppa o dell’ultimo match di campionato della vostra squadra del cuore, sebbene questi abbiano portato a un trionfo. In confronto all’opera in questione, non sono nulla.
Un bel po’ di tempo fa, scrissi un articolo sui migliori film da vedere in meno di novanta minuti, ma devo fare mea culpa per aver dimenticato di inserire il Bi e il Ba.
Come forse avrete capito, questa è una nuova rubrica di Stay Nerd, tra il serio e il faceto, in cui promuoverò “capolavori” del trash italiano, per chi come me – e lo so che siamo tanti – non ama soltanto Il Padrino, Quarto Potere, i film di Paul Thomas Anderson, di Spielberg o chi più ne ha più ne metta, ma ogni tanto ha il bisogno di farsi ammaliare da una certa tipologia di commedie possibilmente italiane.
L’idea di questa rubrica nasce in realtà qualche anno fa, quando in una sfavillante riunione del direttivo, equiparabile a quella di Yuppies in cui Jerry Calà proponeva improbabili slogan per le calze, parlando con il direttore Luca Marinelli Brambilla ci venne in mente un’idea tanto folle quanto geniale: e se lanciassimo STAY TRASH?
In fondo, se a noi piace certa roba, piacerà anche agli altri. No?
Ho saputo tra l’altro che ci sono persino gruppi di persone che si riuniscono in cineforum per guardare insieme film brutti, e questa cosa mi ha fatto andare fuori di testa.
Comunque, tornando a noi, la nostra idea di base ovviamente si è ridimensionata, ma abbiamo comunque deciso di omaggiarla creando una rubrica ad hoc. Con quale film iniziare, dunque?
Ce ne sarebbero centinaia a meritare quest’onore, ma data la mia particolare adorazione per Nino Frassica, ho deciso di premiare il suo film più riuscito: Il Bi e il Ba, appunto.
Anche perché sono piuttosto certo che molti di voi non l’abbiano visto, e può essere il modo migliore per permettervi di recuperarlo (attualmente è su Prime Video, non fatevelo scappare).
Il Bi e il Ba di Maurizio Nichetti è un film del 1985, quando Frassica era ancora un talento semisconosciuto. Faceva già parte della scuderia di Renzo Arbore, e si era fatto notare in FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?, ma soprattutto iniziava proprio quell’anno a prender parte a Quelli della notte, nelle vesti del frate Antonino da Scasazza, organizzatore di un improbabile concorso a premi.
Si chiama proprio Antonino, e viene infatti da Scasazza, il suo personaggio ne Il Bi e il Ba.
Ad ogni modo non vorrei giocarmi il bonus di parlare degli esordi televisivi di Frassica, poiché il mio sogno nel cassetto è un giorno fare un prezzo esclusivo sulla sua carriera. Diciamo che è il reale motivo per cui sono diventato un giornalista. Ho anche la sua autobiografia a casa (questo è vero).
Quindi tornando finalmente a Il Bi e il Ba, possiamo asserire senza timori di smentita, che la vera genialità del film si trovi nella sinossi. Tutta la storia infatti si basa sull’intuizione di Antonino, che convince i suoi amici e altri concittadini di Scasazza che i loro problemi, economici, di salute, psicologici, sono tutti dovuti alla forfora, pertanto si fa finanziare per andare a Roma a parlare con un luminare, il professor Svernagovich.
Capirete bene che per impostare un film di 90 minuti su una trama simile ci vuole, oltre ad una regia illuminata, una scrittura impeccabile, come si dimostra quella del maestro Maurizio Nichetti, insieme a Silvia Napolitano, Daniela Conti e ovviamente all’estro di Nino Frassica.
A maggior ragione poi per il fatto che il plot twist più importante sconvolge totalmente le sorti del film. E a questo proposito inviterei tutti coloro che non hanno visto Il Bi e il Ba a riflettere per bene sul proseguire o meno nella lettura, poiché rischiereste di rovinarvi il colpo di scena.
Ad ogni modo, non appena giunto alla stazione di Roma Termini, Antonino dilapida tutta la fortuna accumulata grazie agli sforzi dei suoi amici per delle enciclopedie sulla storia degli innaffiatoi.
Lo script di Nichetti riesce tuttavia a sorprenderci ancora, grazie alle sortite di artisti di spessore come Maria Giovanna Elmi, musa del nostro protagonista, e un giovane Francesco Scali, garzone del negozio degli zii di Antonino, autore insieme a quest’ultimo di alcune sequenze memorabili.
A proposito di scene degne di nota, impossibile poi non citare il momento dei “regali”, in cui la famiglia di Antonino si ritroverà a scartare dei presenti stravaganti, per non dire inusuali.
Ma quel che soprattutto rende quest’opera eccellente è il modo in cui sa tratteggiare la società italiana, che allora come oggi, vede spesso incarichi professionali di rilievo occupati uomini o donne che non lo meritano, financo senza averne le competenze e le capacità, ed Antonino ne costituisce metaforicamente il simbolo, mentre il popolo si lascia abbindolare soltanto poiché vede l’autorità, il medico, il giornalista e non la persona che c’è dietro un determinato ruolo.
Il Bi e il Ba è un film colpevolmente sottovalutato, la cui unica vera pecca è forse quella di non aver dato il giusto minutaggio ad importanti membri di questo cast corale, come Leo Gullotta, Marco Messeri, ma anche il sempre ottimo Roberto Della Casa, tuttavia è impossibile non perdonare un così audace capolavoro del cinema italiano.
Quando il cinema italiano sapeva ancora stupire e deliziarci.