Un incubo da cui non voler risvegliarsi
Yharnam ci aveva lasciato così, col cuore pulsante e con l’adrenalina a mille. La caccia. Quanto abbiamo amato e quanto abbiamo sofferto in quella notte senza fine. Siamo stati cacciatori e prede, mentre la città maledetta riversava su di noi tutta la sua follia. Eppure ne siamo usciti vivi, in qualche modo. Sacrificando forse quel poco di umanità rimastaci, abbiamo sconfitto l’incubo per vedere sorgere un altro giorno. Non c’è che dire, è stato bello. Al di là delle imprecazioni e delle sconfitte, immergerci in quest’incubo Lovercraftiano che Miyazaki ha saputo creare è stata una delle esperienze videoludiche migliori di quest’anno. Ebbri di sangue abbiamo continuato a “cacciare” ora dopo ora, tra foreste, cattedrali e vicoletti insanguinati. Quasi colti da rabbia febbrile, non riuscivamo a smettere di cacciare, diventando forse noi stessi simili a quelle bestie che tanto abbiamo odiato. E proprio quando ormai la frenesia della caccia stava scemando, ecco arrivare The Old Hunters, primo ed unico contenuto aggiuntivo di Bloodborne. Il messaggio è chiaro sin da subito, questo nuovo incubo è per i cacciatori più audaci, per i quali la caccia è divenuta così importante da non poterne fare a meno. Mentre il cuore pompa sangue e cattiveria a non finire, preparatevi a tirare il fiato e fare un ultimo grande respiro di paura.
“This is Hunter’s Nightmare, where hunters end up when drunk with blood”
Così recita uno dei diversi NPC, e non ha tutti i torti. L’incubo del cacciatore in effetti è il posto metaludico e metafisico dove si finisce quando si è ebbri di sangue. In questa semplice linea di dialogo, Miyazaki rende omaggio a tutti i giocatori che hanno deciso di varcare questa soglia, dicendogli essenzialmente che per voler tornare a cacciare così presto, significa che siamo un po’ tutti ubriachi di sangue. Questo messaggio nel messaggio è forse una delle cose più belle di questo contenuto aggiuntivo (non che il resto sia sgradevole, anzi) e rende palese una certa cura per il dettaglio, anche quand’esso è effettivamente inutile ai fini del gameplay. E tutto il resto? Tutto il resto è un trionfo di follia, magnificenza e sconforto.
The Old Hunters si apre in una maniera piuttosto insolita, ci ritroviamo di nuovo a Yharnam, precisamente a Cathedral Ward. All’inizio ci sembra tutto così familiare, quasi come se gli sviluppatori ci volessero accompagnare per mano in questo DLC mostrandoci poco alla volta come un sogno familiare può trasformarsi nei più temibili degl’incubi. Le prime zone raggruppano parte di Cathedral Ward e di Yharnam Centrale, stavolta però ancora più raccapriccianti e folli. Un po’ come se un ulteriore incubo avesse fagocitato tutto quello che conoscevamo di questa parte di Yharnam, restituendoci in second’istanza una città ancora più folle e perversa. Vistosi rami emergono dal sottosuolo, trasformando un sentiero conosciuto in un nuovo mefistofelico labirinto. Nuovi nemici (per lo più cacciatori) spuntano da ogni dove, costringendoci a forza a riprendere con fermezza la nostra abilità, quasi come se il gioco, pad alla mano, ci chiedesse che fine avessimo fatto in tutto questo tempo.
Passata questa fase, per così dire, conoscitiva The Old Hunters si apre in tutta la sua maestosità, lasciandoci scoprire nuove aree e nuovi boss, il tutto costellato da tanti, tantissimi, nuovi strumenti di morte. Le macroaree in questione sono tre, la Cattedrale dell’Incubo, seguita dal Centro Ricerche (una sorta di Clinica di Iosefka con la complessità degli Archivi del Duca) e infine il Villaggio dei Pescatori (artisticamente affascinante, ma dal level design un tantino superficiale). Detta così sembra che effettivamente le locations in questione non siano poi tante, ma considerando l’estensione di alcune aree più tutti quei piccoli anfratti nascosti e impossibili da scovare subito, la quantità di nuove aree esplorabili non è affatto risicata. Il level design poi, sempre attento a preciso, non manca di lasciarci interdetti per la sua maestosità architettonica unita ad una complessità di soluzioni ludiche, ormai tipiche della serie e che trovano in Bloodborne massima incarnazione. Seppur non brillando artisticamente, ogni locations riesce a regalarci nuove emozioni ed impegnarci proprio come alla nostra prima run. Sia chiaro, in realtà il lavoro immaginifico di Miyazaki è sempre incredibile, tuttavia venendo da una così forte connotazione artistica e richiamandone gran parte degli elementi di design, queste nuove aree non riescono a suscitare quelle emozioni avute in prima istanza con il titolo originale. Inoltre, il DLC scopre il fianco ad un’insensata svista topografica, una volta scalata per intero una Torre simile ad un grattacielo si passa poi al Villaggio dei Pescatori in cui oltre all’immancabile acqua, ci sono anche diversi baratri in cui sprofondare, la qual cosa non ci sembra affatto sensata, a maggior ragione se dall’esterno della Torre si intravede solo il cielo sconfinato. Lo so, stiamo parlando di un incubo, non deve per forza di cose essere coerente, tuttavia tutto Bloodborne è un incubo e lì le aree sono legate coerentemente le une con le altre (basti pensare a come è possibile scorgere il Castello di Cainhurst dai Boschi Proibiti).
Bloodborne si sa, non è solo un incubo lovercraftiano ma anche un titolo incredibilmente solido dal punto di vista del gameplay e del relativo bilanciamento. La più grande introduzione di questo DLC sono le nuove armi. Ben 11 nuovi strumenti di morte sono recuperabili in questo contenuto aggiuntivo, cosa che se considerate la quantità non proprio esagerata di quelle presenti nel gioco normale, va ad aumentare esponenzialmente non solo la varietà di gioco, ma anche le possibili build per ogni nostro personaggio. The Old Hunters poi, permette alla sua prima run, anche di potenziare completamente una di queste armi, regalandoci, a prezzo di una buona esplorazione, tutti gli oggetti che ci servono, roccia compresa. Sotto questo punto di vista, The Old Hunters non delude affatto, il concetto di “contenuto aggiuntivo” è qui incredibilmente coerente e preciso, e fa effettivamente la gioia di tutti quei giocatori che un po’ avevano storto il naso vedendo il numero di armi di Bloodborne non propriamente eccessivo. Questa nuova e rinvigorita quantità di armi, non intacca minimamente la qualità dei moveset e il loro bilanciamento; ogni strumento di morte ha le sue animazioni e tempistiche precise, trasformando il gameplay in qualcosa di potenzialmente inedito ogni qual volta si impugna una nuova arma.
Per quanto riguarda le belve cui saremo chiamati a cacciare, The Old Hunters non ci ha propriamente entusiasmato. Escluse due boss fight davvero ma davvero ispirate (tra le migliori delle serie, compresi Demon’s e i vari Dark Souls) tutto il resto si è rivelato piatto e banale (talvolta anche palesemente riciclato). La prima boss fight ad esempio stupisce per la sua apparente semplicità (non parlo della difficoltà in sé) ma proprio del ritmo della battaglia e delle animazioni del nemico in questione, ad una prima occhiata sembra una delle tante belve affrontate nel gioco, eppure i movimenti sono quasi sempre impossibili da prevedere, costringendoci a trovare una tattica ad adatta, nonché una buona apertura per colpire, onde evitare indicibili sofferenze. L’ultima boss fight, l’unica forse veramente impegnativa, è un trionfo di spettacolarità, riflessi e cattiveria. Ci ha dato davvero un bel po’ di filo da torcere, considerando anche (e questa non è affatto una cosa positiva) un tracking decisamente odioso ed eccessivo, tant’è che ci sembrava di giocare a Dark Souls 2. Tralasciate queste due boss fight, nessun altro nemico ci è riuscito ad entusiasmare, complice un design poco ispirato e dei moveset sempre prevedibili e banali.
Vogliamo davvero quest’incubo?
Giudicare un contenuto aggiuntivo non è mai facile, la semplice regola “se diverte, è un buon titolo” non la si può applicare, perché gran parte del divertimento è diretta conseguenza del lavoro svolto sul titolo originale. The Old Hunters in tal senso è pressoché perfetto, diverte e anche tanto; ma proprio perché è Bloodborne ad essere magnifico. Ciò che bisogna chiedersi è ne vale veramente la pena, considerando il suo prezzo non propriamente irrisorio? A netto anche del pacchetto di ben tre DLC di Dark Souls 2, che con circa 5 euro in più regalavano il triplo, in termini puramente quantitativi, di contenuto. The Old Hunters, pur inserendo armi magnifiche, nuovi boss e aree decisamente ben strutturate, non è sicuramente l’affare del millennio. Non so quanto siate abili con Bloodboorne, ma io personalmente ho impiegato circa 7 ore per completare The Old Hunters, e reperendo quasi la maggior parte di oggetti bonus, quest e quant’altro; e di certo non sono il giocatore migliore di questo mondo. Insomma ciò che voglio dire è che, per quanto quest’esperienza mi sia davvero piaciuta, non mi sento di promuoverla totalmente, visto anche il prezzo a cui il pacchetto viene venduto, ovvero 20 euro.