L’ultimo figlio legittimo di NBC si chiama BrainDead, ed ottiene subito la nostra attenzione. Il titolo ci fa tornare alla memoria uno splatterone comichorror degli anni ’90, targato Peter Jackson, la cui traduzione italica fu Gli schizzacervelli. Anche qui i cervelli schizzano in aria, sulla faccia delle persone, o escono da vari orifizi, ma a parte queste disgustose premesse, i motivi per iniziare a guardare questa serie sembrano esserci tutti.
Ci salta subito all’occhio la somiglianza di stile con The Good Wife, prodotto molto vicino in quanto ad humour nero e con un grado di parentela reso evidente dal fatto che gli autori della serie siano proprio gli stessi che ci hanno raccontato le avventure di Alicia Florrick.
DI COSA PARLA?
Brevi filmati di repertorio ci mostrano un meteorite schiantarsi sulla Terra, dopodiché si glissa in maniera piuttosto netta sull’argomento, per iniziare a scandagliarne progressivamente gli effetti.
Tutto fila abbastanza liscio e ci troviamo nel cuore pulsante dell’America, ovvero il centro del mondo, luogo oltre il quale non sembra esistere nulla, secondo le serie televisive.
Siamo in piena campagna elettorale (quella attuale) e questo ci viene ricordato frequentemente dalle tv che si accendono regalandoci brevi estratti di telegiornali, con Donald Trump, Hilary Clinton, e gli altri candidati comparire sugli schermi e blaterare qualcosa.
La lotta intestina tra Repubblicani e Democratici è il leitmotiv di questo pilota, con strategie che non possono non suggerirci il vivido ricordo di House of Cards.
Questo sarà senza dubbio il secondo elemento chiave di tutta la serie, e ci risulta chiaro dalle battute finali di questo primo episodio, con gli esponenti dei due schieramenti pronti a darsi battaglia in maniera feroce e sicuramente lunga e straziante.
Aspetto interessante e degno di nota è senz’altro il modo in cui si è deciso di schernire la classe politica americana. I leader sono già di per sé delle macchiette, con difetti resi all’estremo, motivo per cui l’appena accennato il paragone con House of Cards lo depenniamo nel giro di una decina di minuti. Anche lì vi è una decisa critica, ma è al contempo un’esaltazione della tattica, e comunque non c’è mai la vena caricaturale.
IL CONTROLLO ALIENO
Il modo in cui BrainDead sceglie di presentarci l’elemento alieno è al tempo stesso vintage, quanto attuale. La procedura dell’inserimento di questo lato oscuro, le tempistiche comandate dal plot ma soprattutto la particolarità del fattore alieno ammicca un po’ ad una concezione di cinema ormai superato, ai primi alien movie attualmente considerati cult; mentre il contesto in cui questo si pianta ed evolve è tremendamente attuale.
A garantire la modernità è anche il significato simbolico che questo elemento porta con sé.
Abbiamo già accennato al velo di ironia e scherno che si evince intorno alla classe politica, ma volendo andare oltre si può vedere in questi cervelli di politici e governatori, fatti a pezzi dal sovraumano e soggiogati da qualcosa di ignoto, la volontà di mostrare l’ossessione del controllo totale da parte di un organismo superiore.
Teorie massoniche e complottiste sono ormai all’ordine del giorno e si fanno strada sempre più nelle menti umane, a volte coadiuvate da dubbi legittimi, ed altre frutto di un paradosso: ovvero l’esasperata volontà di vedere il marcio anche laddove noi stessi non potremmo mai riuscire a scovare l’ago più piccolo, perché il pagliaio è troppo vasto o persino inaccessibile.
Non sappiamo ancora se questo aspetto alla lunga sarà più parodistico che allegorico, ma la sua presenza è piuttosto chiara, nonché il plausibile filo conduttore della stagione.
COSA DOBBIAMO ATTENDERCI?
Il consiglio è quello di guardarlo senza troppe pretese.
BrainDead ha ottenuto la nostra curiosità, ed è già qualcosa, soprattutto perché non sempre le serie tv riescono a catturarci dall’episodio pilota. Tuttavia non ci è ancora dato sapere dove vorranno andare a parare.
I rischi del flop ci sono, e non pochi. Potrebbe snaturarsi eccessivamente e farsi prendere dalla corrente pulp, o similmente sfociare nel filone alien movie dando ad esse la massima priorità. In tal caso si svilirebbe la trama, e finirebbero nel cestino tutti quegli interessanti intrecci politici che questi 45’ hanno iniziato a dipanare. D’altro canto ci sembra impossibile che ciò avvenga in maniera piuttosto netta, poiché il personaggio di Laurel Healy ha da subito messo in chiaro il suo ruolo predominante, ed il suo carisma non permetterà al plot di mettere da parte la propria voglia di prestare il fianco agli intrecci narrativi.
A tal proposito segnaliamo l’ottima interpretazione di Mary Elizabeth Winstead, che forse ci ha ricordato un po’ troppi personaggi già visti su questi schermi, ma lo ha fatto con una condotta decisamente convincente. Sicuramente tra la sua Mary e il Gareth Ritter di Aaron Tveit si creerà un intrigante incastro, magari persino amoroso, che darà linfa all’opera.
COSA CI E’ PIACIUTO?
La fluidità sopra ogni cosa. La trama in sé, nonostante i numerosi ingredienti citati e messi nel calderone, non rappresenta poi la novità più assoluta, per cui può giocarsi le sue carte nella velocità e nel sorprendere lo spettatore, sopperendo ai momenti di noia causati dalle dovute dinamiche politiche (prive, appunto, del godibile aspetto strategico in stile Kevin Spacey) con colpi di scena frizzanti e personaggi stravaganti.
Anche l’aspetto del controllo alieno dell’individuo è un evergreen, in quanto il cambio di personalità e lo stupore che esso genera nel suo rapporto col sociale e con il quotidiano è sempre un tema gettonato e che scalfisce anche il più rigido degli insensibili.
COSA NON CI E’ PIACIUTO?
Niente in particolare, ma non è detto ciò sia un bene. Restiamo coi dubbi legati allo sviluppo ed alla piega che BrainDead avrà deciso di prendere, e pertanto non siamo sicuri che non subisca l’effetto Flashforward e sparisca dai radar (quantomeno dai nostri) nel giro di poche puntate.
Non è roba sci-fi, ma nemmeno un puro thrillerone con intrighi di potere. Quindi cosa sarà? Se reggerà i due pesi bilanciandoli adeguatamente allora dovrebbe cavarsela, altrimenti uno dei due potrebbe precipitare.
CONTINUEREMO A GUARDARLO?
Certo, ha avuto il pregio di lasciarci sospesi e con troppe perplessità.
In attesa di capire verso quali lidi veleggerà, questa serie merita indiscutibilmente la nostra fiducia, e persino una discreta brama della prossima puntata.