A smash brawl clone
Se un gioco ha nel titolo la parola “Brawl” e si presenta su una console Nintendo, è facile intuire di cosa si tratta e quale è la sua maggiore fonte di ispirazione. È altrettanto facile prevedere che raggiungere il livello qualitativo di Super Mario Smash Brawl non è qualcosa alla portata di tutti: Angry Mobs ha provato a rimanere fedele (fin troppo) al concetto di gioco originale, ma alcune sbavature e la mancanza di personaggi di spessore fanno di Brawlout un altro Smash Brawl clone che va inserito nella lista dei vorrei ma non posso. Ma procediamo con ordine e inoltriamoci in questo titolo che ha comunque qualche interessante variazione sul tema, degna di nota.
Come detto poco sopra le meccaniche di gioco di Brawlout sono molto simili a quelle di Smash Brawl: ogni match si svolge all’interno di un’arena nella quale quattro personaggi si danno battaglia senza esclusione di colpi con lo scopo di eliminare gli altri, facendoli cadere nel vuoto verso un misera fine. Esattamente nella stessa maniera del titolo sviluppato da Nintendo, il giocatore può utilizzare attacchi normali, caricati, speciali e schivate per avere la meglio sugli avversari. Su questo impianto puramente classico Angry Mobs ha deciso di innestare una meccanica basata sulla Rage: durante il combattimento una barra sotto la foto del nostro personaggio si caricherà permettendoci di attivare un momentaneo boost che aumenta la resistenza ai colpi e l’efficacia dei nostri attacchi.
Se l’arsenale sembra essere quello giusto, il problema è come il tutto si lega insieme: se siete tra quelli che difficilmente riescono a seguire l’azione di gioco in Smash Brawl, con Brawlout potrete andare incontro ad un’estrema frustrazione sin da subito. Il titolo, infatti, presenta solo uno striminzito tutorial per insegnare le meccaniche di base al giocatore, lasciandolo poi in balia di se stesso. I primissimi match saranno all’insegna di capire come utilizzare al meglio le potenzialità del sistema di combattimento per poi finire per scontrarsi con delle barriere che dimostrano la mancanza di un bilanciamento necessario per dare profondità alle meccaniche di gioco: un esempio su tutti è la mancanza di un modo efficace per evadere i colpi avversari. La schivata fa il suo dovere ma una volta che il nostro avversario inanella delle combo ci troveremo tempestati di colpi a ripetizione dai quali è impossibile fuggire senza attivare la rage. Questo è maggiormente vero quando si combatte con l’IA che sembra essere particolarmente capace nel ricreare queste situazioni, finendo per creare match nei quali la maggior parte delle volte bisogna “attendere il proprio turno”.
Il roster di personaggi segue più o meno la stessa filosofia delle meccaniche di gioco principali: tutti i personaggi classici di Smash Brawl hanno una loro controparte in Brawlout con tecniche e animazioni pesantemente ispirati al titolo Nintendo, ma rivestiti con un design originale nella maggior parte dei casi, eccezion fatta per The Drifter ripreso da Hyper Light Drifter e Juan da Gaucamelee. Se i personaggi e i toni estremamente colorati rendono il titolo piacevole agli occhi, la varietà introdotta è puramente artificiale e vittima della stessa mancanza di bilanciamento che sottolineavamo poco sopra. Alcuni personaggi sono decisamente più forti di altri, rendendo difficile (e inutile) passare da uno all’altro: The Drifter è per esempio uno dei più bilanciati con un set di attacchi che decisamente può rendere la vita estremamente difficile anche a giocatori più esperti che scelgono per esempio la rana Uragano verde, lenta e scomoda da controllare.
Interessante ma non senza difetti anche il sistema di progressione. Il gioco propone un torneo offline che permette al giocatore di allenarsi da solo, una modalità versus da giocare con gli amici e una modalità online. Per sbloccare nuove arene e personaggi bisogna ottenere delle piñatas, che sono una variazione sui classici loot boxes. Prima che qualcuno lanci una petizione o si infuri (per il motivo sbagliato), è bene precisare che Brawlout non include nessuna microtransazione. Un particolare che non migliora affatto le cose, anzi sembra soffrire dello stesso problema di cui soffre Battlefront dopo la rimozione di quest’ultime: la progressione infatti è estremamente lenta e discontinua con loot boxes che vengono date al giocatore nella maniera più strampalata possibile. Nella maggior parte dei casi, però, le piñatas vengono date quando il giocatore raggiunge un certo livello di mastery con uno dei personaggi: questa scelta se da una parte costringe il giocatore ad esplorare diversi combattenti e non focalizzarsi esclusivamente su uno, dall’altro può risultare estremamente frustrante, specialmente se si è costretti a dover effettuare diverse partite con uno di quei personaggi che ha un naturale handicap nei confronti degli altri.
Verdetto
In conclusione, Brawlout ha l’enorme pregio di dimostrare quanto sia difficile creare un clone di Smash Brawl: molti hanno fallito in questa sfida e purtroppo Angry Mobs non è riuscita ad interrompere la maledizione. D’altro canto va detto che questo piccolo sviluppatore ha avuto il coraggio di esplorare nuove meccaniche, confrontandosi con un gigante come Nintendo e provando approcci che in precedenza erano rimasti esplorarti. Il nostro consiglio è di acquistare Brawlout solo ed esclusivamente se non potete fare a meno di un party brawlers nella vostra collezione e avete un gruppo di amici con il quale giocarlo in compagnia. Altrimenti mettete i soldini nel salvadanaio e aspettate che Mario e compagni tornino nell’arena.