Dieci curiosità sul capolavoro di Don Bluth: Brisby e il segreto di NIMH
La VHS di Brisby e il segreto di NIMH è stata per molti la fedele compagna di pomeriggi passati a casa negli anni ottanta e novanta. Ora le VHS non si usano più, ma è comunque possibile noleggiare il film su Amazon Prime Video, fortunatamente. E ne vale la pena, perché Brisby e il segreto di NIHM è un cartone animato di rara potenza, capace di affascinare e terrorizzare allo stesso tempo: una delle perle anti disneyane più preziose della storia dell’animazione, dalla mente geniale di Don Bluth.
Le sue creature hanno popolato sogni e incubi di diverse generazioni di bambini. Ma proprio per l’enorme forza immaginifica e simbolica, rimarrà per sempre ben ancorata nella memoria di tutti quelli che hanno inserito quella videocassetta nel proprio videoregistratore e hanno lasciato che la propria mente vagasse nel campo del contadino Fitzgibbon.
Ecco allora dieci curiosità legate a Brisby e il segreto di NIMH!
Nel Bluth dipinto di Bluth
Una delle stelle più fulgide del firmamento dell’animazione ha il nome di Don Bluth. Dopo un’infanzia trascorsa in una fattoria dello Utah, in giovane età viene assunto dalla Disney come animatore. A soli 18 anni, nel 1955, svolge il ruolo di assistente di John Lounsbery per La bella addormentata nel bosco. Il suo percorso alla Disney è costellato di successi e in pochi anni segue la realizzazione artistica di Robin Hood, Le avventure di Winnie the Pooh, Le avventure di Bianca e Bernie e Elliott il Drago Invisibile, di cui è il direttore dell’animazione.
Ma è nel 1979 che va in scena la svolta epocale della vita di Bluth: con Gary Goldman, John Pomeroy e altri 16 animatori della Disney lascia il colosso di Topolino and co. per fondare la la Don Bluth Productions. I primi lavori nella neonata casa di produzione sono il corto Banjo il gattino ribelle e le scene animate del film live-action Xanadu. Nel 1982 Bluth firma la sua prima regia: Brisby e il segreto di NIMH.
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Il film però non ottiene i risultati sperati, ricevendo critiche infelici e incassando appena 14 milioni di dollari, a fronte dei 6 di budget. La scarsa performance ai botteghini genera conseguenze disastrose: un anno dopo l’uscita di Brisby e il segreto di NIMH la società di Bluth è sull’orlo del fallimento.
La realizzazione del videogioco Dragon’s Lair, con la compartecipazione di con Advanced Microcomputer Systems, risolleva le finanze dell’azienda. Nel frattempo Steven Spielberg aveva particolarmente apprezzato il primo film di Bluth, trovandolo esteticamente splendido e coraggioso nei temi . Inizia così una collaborazione tra i due, che segnerà per sempre il mondo dell’animazione. Bluth firma capolavori come Fievel sbarca in America, Alla ricerca della valle incantata, Charlie – Anche i cani vanno in paradiso, Anastasia. Diventando una leggenda.
Galeotto fu il libro
La carriera di Bluth ha una miriade di piccoli ma decisivi momenti, che hanno radicalmente cambiato la sua vita e il suo iter lavorativo. Uno di questi si verifica a metà negli anni settanta.
Bluth è diventato ormai uno degli animatori di punta della Disney e si sta occupando dell’animazione e direzione artistica di Elliott il drago invisibile. Nei momenti di pausa lo sceneggiatore e art director Ben Anderson si diletta nella lettura di Mrs. Frisby and the Rats of NIMH, romanzo scritto nel 1971 da Robert C. O’Brien.
Anderson vede un potenziale incredibile nel libro e lo suggerisce caldamente a Bluth. Don apprezza enormemente la lettura e inizia ad immaginare un film. Si reca così nell’ufficio di Wolfgang Reitherman, uno degli storici Old Nine Men, il gruppo dei nove animatori disneyani storici. La voce più grossa nell’azienda.
Reitherman appare subito contrariato e rifiuta categoricamente la proposta di Bluth, tuonando: “Abbiamo già un topo alla Disney. Il suo nome è Topolino. Inoltre abbiamo appena realizzato Le avventure di Bianca e Bernie”. Il sogno di realizzare la trasposizione del romanzo di O’Brien sembra svanito.
L’idea però non era piaciuta solamente ai più stretti collaboratori di Bluth. Nel 1979 l’ex dirigente della Disney James L. Stewart fonda l’Aurora Production e, dopo aver amato il libro, decide di finanziare il progetto, chiamando immediatamente Goldman, che era appena fuggito con Bluth dalla casa di Topolino. E Brisby e il segreto di NIMH diventa finalmente realtà.
Animazione Old School
L’Aurora Production, che ha foraggiato il progetto ideato dalla Don Bluth Production, stanzia nel 1979 un budget di 5,7 milioni di dollari. Inoltre viene stabilito che la realizzazione del film non deve andare oltre i 30 mesi. Cifre lontane anni luce rispetto ai progetti griffati Disney, che presentavano un budget molto più alto e richiedevano tempi estremamente lunghi. Tuttavia Bluth non si lascia frenare dagli evidenti limiti economici e temporali: Brisby e il segreto di NIMH si deve fare.
Inizialmente la produzione del film viene portata avanti nel garage di Bluth, ma in seguito, per velocizzare i tempi, i principali disegnatori del film si spostano in una struttura di 510 metri quadrati, che ospiterà ben 130 disegnatori. Nel gennaio del 1980 inizia uno dei processi di disegno e animazione più estenuanti di sempre.
Bluth e soci decidono infatti di riportare in auge l’animazione della golden age, che aveva contraddistinto i vecchi classici della Disney. Il colosso numero uno dell’animazione negli anni settanta si era invece allontanata da quel tipo di produzione artistica, osando la CGI in Taron e la Pentola magica. Secondo Bluth bisognava tornare al passato. Ma le vecchie tecniche prevedevano tempi molto più lunghi e un approccio al disegno certosino. Viene utilizzato il rotoscopio, per ricreare nel migliore dei modi ombre e cambi di illuminazione. La luce viene studiata nei minimi dettagli e vengono realizzate più tavolozze di colori per ogni personaggio, per poter adattare al meglio ogni situazione d’illuminazione. Per Brisby vengono create ben 46 situazioni differenti di luce.
Nelle scene delle battaglie invece ci si ispira a vecchi film in costume: vengono riproposte situazioni viste in La leggenda di Robin Hood del 1938 e I vichinghi di Richard Fleischer.
Per rientrare nei 30 mesi pattuiti le sessioni di lavoro sono estenuanti e occupano quasi tutto il giorno. I costi aumentano a $ 6,385 milioni e così Bluth, Goldman e Pomeroy ipotecano le loro case per 700 mila dollari.
Brisby o Frisby?
Il romanzo del 1971 da cui è stato adattato il film, come già detto, si intitola Mrs. Frisby and the Rats of NIMH e inizialmente viene usato questo titolo per la pellicola. Nel pieno della realizzazione del film però accade l’ennesimo imprevisto.
Negli uffici dell’Aurora Productions arriva una chiamata inattesa. James L. Stewart viene contattato da uno dei legali della Wham-O, società che produce e distribuisce giocattoli negli USA. Oltre al cerchio per l’Hula Hoop, la Wham è famosa per un altro simbolo ludico degli anni sessanta e sattanta: il frisbee.
La pronuncia del nome della protagonista, Frisby, sarebbe stato identica nel suono a quella del loro giocattolo simbolo. La Wham minaccia azioni legali per violazione del marchio. Per evitare cause e ulteriori spese, l’Aurora contatta immediatamente Bluth, che decide di modificare il nome del personaggio. In quel momento però erano state girate e doppiate numerose scene.
Serviva un nome che risultasse simile all’originale. Frisby diventa così Brisby e, per non sprecare lavoro, vengono registrate ex novo alcune tracce audio. Ma non finisce qui.
John Carradine, voce originale de Il Grande Gufo, in quel periodo non era disponibile per ulteriori sessioni di doppiaggio. In una meticolosa e creativa rielaborazione del montaggio sonoro viene estrapolata una “b” pronunciata dall’attore in altri contesti e inserita al posto della f di Frisby.
Un doppiaggio stellare
Il casting per i doppiatori dei personaggi di Brisby e il segreto di NIMH è stato eseguito con cura maniacale. Ogni voce doveva essere perfetta e adattarsi in tutto al carattere di chi interpretava.
Dopo aver visto Incontro al Central Park, Goldman ha un colpo di fulmine artistico per Elizabeth Hartman, che viene scelta per il ruolo di Brisby per la sua voce “credibile e sincera”. Dom DeLuise, famoso per il ruolo di coprotagonista, al fianco di Burt Reynolds, nel film La corsa più pazza d’America, fu scelto per interpretare Geremia. Per il ruolo di de Il Grande Gufo serviva una voce inquietante, oscura e potente e la scelta cadde sull’attore shakespeariano John Carradine.
Carradine in quel periodo soffriva di artrite e per alleviare le sofferenze si concedeva qualche Martini di troppo. Il giorno in cui doveva effettuare la sua sessione di doppiaggio si è presentato negli studios completamente ubriaco. Bluth e Goldman lo hanno riempito di caffè e hanno atteso che tornasse lucido per poter donare il giusto grado di gravitas al personaggio.
Tra i personaggi di secondo piano spiccano due attori che sarebbero diventati famosi negli anni seguenti. La voce di Martin Brisby era infatti di Will Wheton, che poi reciterà con successo in Stand by me, Star Trek, per poi prestarsi a continui cameo in Big Bang Theory. Teresa Brisby era invece interpretata da Shannen Doherty, icona anni novanta per i ruoli di Brenda in Beverly Hills 90210 e di Prue Halliwell in Streghe.
Nel doppiaggio italiano, seguendo una prassi comune nei film d’animazione degli anni 90, i nomi di alcuni personaggi sono stati adattati: Justin e Jeremy diventano Giustino e Geremia, mentre Cornelius, zia Bisbetica e il signor Agenore in originale sono Jenner, Auntie Shrew e mister Ages. Nel ruolo di Geremia spicca Piero Tiberi, padre di Alessandro, a sua volta doppiatore, ma soprattutto protagonista di Boris, in cui interpreta Alessandro “Seppia”.
La profondità di Brisby e il segreto di NIMH
Quello che da sempre colpisce di Brisby e il segreto di NIMH è suo realismo crudo. L’utilizzo di trovate artistiche cupe e un tenore narrativo teso e con sfumature orrorifiche lo rendono uno dei film d’animazione più inquietanti di sempre.
Oltre al suo aspetto grafico adulto, si evincono tematiche altrettanto alte e ben distanti dalla puerile essenza di altre produzioni dell’epoca. Durante tutto l’arco del film si palesa una critica feroce nella sperimentazione animale. La rivelazione di Nicodemus è un’epifania spettrale in cui l’Istituto Nazionale per la Salute Mentale (National Institute of Mental Health, NIMH) dà vita ad una deriva transumanista coatta dei topi protagonisti del film.
L’autocoscienza e l’intelligenza sono la conseguenza dell’esperimento dell’uomo. Ma Brisby e il segreto di Nimh si sofferma sia sui benefici di questo nuovo grado di conoscenza di sé, sia sui risvolti negativi.
Il dolore dell’intelligenza contrapposto alla beata ignoranza. Il dramma della sperimentazione animale. Bluth non va per il sottile, la sua animazione non è edulcorata e non si macchia di morale infantile. Per questo anche in età adulta Brisby e il segreto di NIMH risulterà ancora una visione piacevole e terrificante allo stesso tempo.
Gufo e Nicodemus
Stessa camminata, stesso registro linguistico e stessi inquietantissimi occhi. Quello sguardo ipnotico e luminoso che ha terrorizzato milioni di bambini.
Le somiglianze e analogie tra i personaggi Nicodemus e il Grande Gufo sono innumerevoli e già durante la prima visione si nota un legame spirituale tra i due.
John Pomeroy, uno degli animatori di Brisby e il segreto di NIMH, ha confermato questa teoria. L’animazione dei due è intenzionalmente realizzata in maniera speculare. Nicodemus e il Grande Gufo sono infatti due incarnazioni fisiche del medesimo personaggio mistico.
Inizialmente era stato deciso che i due dovessero avere lo stesso doppiatore, ma poi è stato preferito ampliare il cast, per coinvolgere più attori possibili al progetto.
Un tocco di magia
Rispetto al romanzo di O’Brien, Don Bluth ha apportato alcune modifiche, per rendere più avvincente il racconto e per esplicitare nel migliore dei modi aspetti che non erano approfonditi nella versione cartacea.
Nel libro non era presente l’amuleto in possesso di Brisby. Bluth lo ha voluto aggiungere per dare all’animazione un ulteriore tocco di magia e misticismo. L’oggetto rappresenta la materializzazione del potere interno e nascosto di Brisby. Con questo escamotage si riusciva a raffigurare un’importante elemento del romanzo, difficile da rappresentare in un film senza un supporto fisico.
La magia viene aggiunta anche per raffigurare e rendere più misterioso Nicodemus, anziano e saggio capo della comunità dei ratti del NIMH. Rispetto al libro, il personaggio ha dei poteri magici, la cui origine non viene svelata. Proprio grazie all’uso della magia, Nicodemus cura Timothy Brisby e lo salva dalla morte.
Una colonna sonora atipica
Negli anni precedenti all’uscita di Brisby e il segreto di NIMH i film di animazione, soprattutto quelli griffati Disney, avevano un leit motiv comune: l’utilizzo costante di canzoni, che rendevano briosa la narrazione e ne stemperavano i toni. Don Bluth interrompe bruscamente questa tradizione, eliminando quasi del tutto le sfumature da musical e preferendo di gran lunga la componente musicale priva del cantato.
Per la parte strumentale Bluth si è affidato quindi ad uno dei compositori più ricercati e premiati del firmamento hollywoodiano: Jerry Goldsmith. Il musicista per la prima volta si presta così alla soundtrack di un film d’animazione, dopo aver composto le musiche di decine di pellicole: da Chinatown di Polanski ad Alien di Ridley Scott. Goldsmith, che aveva vinto un Oscar nel 1977 per Il presagio, rimase affascinato dall’estetica del film ed accettò subito la proposta di Bluth.
I toni cupi del film avrebbero risentito di stacchi allegri e spensierati e quindi durante la pellicola è presente solamente una canzone: Flying Dreams. Scritta da Jerry Goldsmith e Paul Williams, viene proposta in due varianti. La prima è presente in uno dei momenti più tristi del film ed è cantata da Sally Stevens, la seconda versione invece è inserita durante i titoli di coda ed è interpretata dallo stesso Williams.
Il sequel e il live action
Nel 1998 la Metro-Goldwyn-Mayer Animation ha annunciato a sorpresa un sequel di Brisby e il segreto di NIMH. La società di distribuzione e produzione cinematografica possedeva infatti da anni i diritti di sfruttamento del titolo. Don Bluth ha rifiutato di collaborare e non ha dato il suo consenso al film.
Il film è uscito il 22 dicembre 1998, direttamente per il mercato homevideo. Intitolato “The Secret of NIMH 2: Timmy to the Rescue” è ambientato anni dopo gli eventi accaduti nella pellicola originale ed è incentrato sulle vicende del figlio della signora Brisby, Timothy.
Il 27 luglio 2009 invece la Paramount Pictures ha annunciato un remake del film, con la collaborazione di Neil Burger. Da allora non si sanno più notizie in merito.
Nel frattempo, nel 2015, Deadline Hollywood ha dichiarato che la MGM ha acquistato i diritti per produrre un nuovo film, ispirato al romanzo originale. La pellicola dovrebbe essere diretta da James Madigan e sceneggiata da Micheal Berg con l’utilizzo ibrido della CGI e live action. Nel 2019 è stato annunciato che i fratelli Russo saranno i produttori esecutivi di questo remake.