Captain Toad Treasure Tracker: ridammi la mia stella!
“I funghi non sono quello che sembrano”. Così direbbe Dale Cooper, storico protagonista dell’acclamata serie tv Twin Peaks, targata David Lynch, che ha stregato intere generazioni di appassionati del genere horror/investigativo.
Già, proprio così. Perché il protagonista di questa splendida storia di amicizia e di coraggio non è un cavaliere in scintillante armatura o un guerriero rinomato la cui lama ha distrutto interi eserciti prima di volare via nel frastuono del vento. Il protagonista di questa storia è Toad, un piccolo fungo talmente coraggioso ed intrepido da non voler più rimanere relegato all’interno delle mura della sua cittadina, fin troppo tranquilla e monotona per i suoi gusti. Insomma, ci troviamo di fronte ad un vero esploratore, sempre alla caccia di nuovi tesori e segreti da scoprire. Proprio questa sua grandissima sete di avventura lo condurrà agli eventi che faranno da incipit narrativo al titolo, un titolo sorretto, come ormai Nintendo ci ha abituato negli ultimi anni, da una trama assolutamente marginale e quasi inconsistente, fine a se stessa ed utile soltanto per quel briciolo di comprensione di ciò che realmente stiamo facendo mentre giochiamo.
Come accennato poc’anzi, la trama di Captain Toad Treasure Tracker è molto banale e priva di mordente. Il coraggiosissimo funghetto, grande amico di Mario e di tutti gli altri eroi dell’universo nintendaro, durante il ritrovamento di una splendida stella luminosa, in compagnia della cara Toadette, finisce per imbattersi nel perfido uccello gigante Wingo. Lo spietato volatile rapisce Toadette, fin troppo avida e che finisce per essere trascinata via perché rimasta attaccata con veemenza alla luminosissima stella. Starà a noi (ma non sarà sempre così), nei panni dal funghetto più amato dagli italiani, avventurarsi alla ricerca di Wingo e del suo nido, nel tentativo disperato di salvare la dolce Toadette.
Nel farlo, Toad dovrà vedersela con enigmi ambientali e mostri famelici, disseminati in maniera magistrale all’interno di ben 70 livelli di gioco. Ogni livello, in realtà tendenzialmente corto, si aprirà all’interno di mappe molto piccole e strutturate (quasi sempre) su piani diversi, mettendo in continua allerta i nostri sensi, nel tentativo di superare i vari enigmi per proseguire nella storia. Per procedere con il dungeon successivo, nei vari livelli di gioco è necessario raccogliere la tanto preziosa iperstella, fondamentale per continuare la traversata alla ricerca di Wingo e, soprattutto, di Toadette. Senza spoilerarvi nulla, però, vi diciamo che non andrà sempre così: durante l’avventura, infatti, impersoneremo non soltanto il simpatico funghetto, ma non vogliamo assolutamente rovinarvi la sorpresa.
Il livello di sfida che accompagna le avventure di Toad, seppur caratterizzato da sporadici picchi di difficoltà attribuibili più che altro ad un’eccessiva complessità di alcune mappe, è mediamente basso. Per intenderci, una volta acquisita dimestichezza con la struttura del titolo, intuire il modo in cui proseguire non sarà (nella maggior parte dei casi) particolarmente complicato e per i più avvezzi col genere sarà quasi sempre una passeggiata superare i vari enigmi. Come dicevamo poc’anzi, però, ci sono alcuni livelli in cui andare avanti sarà veramente complicato e questo è esclusivamente attribuibile ad alcune complicazioni dovute all’utilizzo dei comandi dello schermo secondario del 3DS non concepiti nel migliore dei modi (e questo è un eufemismo). Tutto, però, senza risultare quasi mai frustrante, ma che fa strapperà senza dubbio una discreta dose di parolacce qua e là. Per il resto, guardandosi bene intorno e sfruttando per bene la rotazione della mappa, trovare la strada per poter superare i vari ostacoli sarà sì una sfida interessante e continua, ma non impossibile e proibitiva come potrebbe sembrare a primo impatto.
Ciò è dovuto anche ad una pesante ripetitività dei livelli che, nonostante siano tutti molto colorati e ben caratterizzati sul piano estetico, tendono a riciclare fin troppo gli assets dei precedenti, risultando in alcuni casi quasi delle fotocopie dei livelli già affrontati. Il tutto però è splendidamente nascosto dal passaggio frenetico da una location all’altra, tutte però con un fastidioso sapore di già ampiamente visto, specialmente nei vari capitoli dei vari Super Mario, di cui di fatto il titolo è uno spin-off, ed in alcuni casi dei vari Donkey Kong. La ripetitività di fondo, seppur alquanto naturale in un titolo del genere, è però aggravata dalla scarsa presenza di nemici in grado di impensierire veramente il buon Toad, boss compresi. Questi ultimi, ad esempio, (veramente pochi) risultano molto banali e semplici da affrontare, specialmente una volta imparato per bene cosa fare nei vari incontri precedenti. In generale, comunque, l’IA nemica appare spesso e volentieri deficitaria, spianandoci la strada verso una traversata alquanto agevole. Pochissimi e sporadici sono i casi in cui un nemico riesce a creare difficoltà, ed, in ogni caso, non ci vogliono più di un paio di tentativi per riuscire ad arginarlo. Non abbiamo proprio compreso, inoltre, la mancanza della meccanica dei salti, che sarebbero riusciti a rendere il titolo più dinamico e divertente. Certo, inserire questa mossa avrebbe poi richiesto uno sforzo più significativo sull’IA nemica, poiché se avessimo anche potuto saltare sui nemici sarebbe risultato ancora più semplice proseguire, ma sarebbe bastato riciclare in tutto e per tutto i nemici dei vari Super Mario, piuttosto che inserirne una loro copia indebolita.
Per quanto riguarda la longevità, il titolo offre un buon numero di ore di gioco, grazie ai tanti livelli di gioco, ad alcune missioni extra ed attività collaterali divertenti ed all’ottimo tasso di sfida, nel caso in cui vogliate completare tutti gli extra. Questi ultimi però offriranno ricompense molto modeste, andando così a suscitare scarso interesse nel completarle nel giocatore più interessato a proseguire piuttosto che a completare tutto. I livelli della storia, poi, sono quasi tutti da rigiocare, data la presenza di alcuni cristalli da reperire all’interno di essi, necessari a sbloccare alcuni livelli, quelli che ospitano lo scontro con il boss di turno, per intenderci. A parte i suddetti cristalli e l’iperstella (necessaria a completare il livello), e qualche piccolo extra fine a se stesso, all’interno delle mappe non vi sono altri collezionabili, e dunque il fattore rigiocabilità viene nuovamente messo a dura prova. Nel caso siate giocatori abbastanza capaci, prendere tutti i cristalli all’interno dei vari livelli al primo tentativo risulterà una sfida relativamente semplice da superare, salvo qualche raro caso, data la somiglianza strutturale, come dicevamo poc’anzi, tra un livello e l’altro (spesso è facilmente intuibile dove ai troveranno tali oggetti ancor prima di vederli).
Al netto di tutto questo, il titolo però risulta molto divertente e ben congegnato e farà, sicuramente, la felicità di tutti i fan del genere.
Chiosa finale sul comparto tecnico del titolo. Come ampiamente anticipato, il titolo risulta molto striminzito a livello di dimensioni degli ambienti di gioco, ma nonostante ciò è davvero bellissimo da vedere. Grazie anche alla meccanica tridimensionale del 3DS, l’avventura del nostro capitano è una gioia per gli occhi: il mondo di gioco è coloratissimo e pieno zeppo di riferimenti all’universo nintendaro. Resta però una pesante reiterazione degli scenari, ma non solo: anche le musiche dei vari livelli soffrono dello stesso problema, risultando fin troppo simili tra loro e quasi già conosciute. Spesso sembrerà di stare giocando a Super Mario 64 DS privo della meccanica dei salti, più che a un titolo differente, data la comunanza di nemici e la forte somiglianza dei vari mondi di gioco, salvo qualche livello particolarmente ben progettato e che sfrutta in modo originale le possibilità del 3DS. La bellezza grafica lascia quindi il tempo che trova, ed un minimo sforzo in più per l’originalità andava fatto.
Verdetto
Captain Toad Treasure Tracker è un buon gioco per gli amanti del genere, per chi soffre di nostalgia nel ricordare le eroiche gesta di Yoshi, una buona occasione per passare qualche ora a divertirsi per chi, invece, non sa nemmeno chi sia il suddetto personaggio. Sin da subito, si presenta come un titolo relativamente facile da approcciare, che riesce ad offrire tanti scenari colorati e piacevoli da vedere in cui poter fare una passeggiata, tra un enigma ambientale e l’altro. Lo scarso livello di sfida che il gioco offre lo rende alla lunga tedioso, ma senza mai arrivare a spingere il giocatore a spegnere la console ed a non voler andare avanti. La spinta a proseguire è data proprio dalla qualità con cui hanno progettato i vari livelli, tutti molti ristretti, è vero, ma ugualmente piacevoli e che spingono ad esplorarne ogni angolo.
A livello strutturale sono simili tra loro e presto il giocatore imparerà a riconoscere al primo sguardo i luoghi in cui si può reperire un cristallo, senza bisogno di rifletterci troppo, o il modo di superare l’enigma ambientale di turno. La difficoltà maggiore del titolo sta nel fatto che l’essere umano ha solo due mani, e quindi è impossibilitato ad utilizzare sia i tasti che il touch screen della console, finendo spesso per dover scegliere se sia prioritario girare la manovella di turno o la visuale o cercare di colpire il nemico che intanto sta attaccando. Più che un modo di sfruttare la console, questo tipo di meccaniche costituiscono un autentico impedimento. Nonostante sia macchiato dai difetti poco fa citati, dalla sensazione di dejavu che i veterani del genere proveranno, dalla costante domanda sul perché non sono stati inseriti i salti e dall’IA nemica che definire “deficitaria” equivale a farle un complimento, il titolo risulta comunque molto divertente e simpatico da giocare e potrà regalare varie ore di divertimento a chi decide di volersi unire alla spedizione del simpatico funghetto alla ricerca della sua bella rapita.
Beh se parliamo di Nintendo e strategia, come non pensare a Mario+Rabbits per Nintendo Switch?
Altrimenti volendo rimanere su 3DS, vi consiglio caldamente Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars, non ve ne pentirete!
A cura di Salvatore Cardone