Carletto il principe dei mostri: dal manga di Fujiko Fujio venne tratta una serie anime di grande successo
È il 1983 quando arriva nelle televisioni italiane e precisamente nella trasmissione Bim Bum Bam, per la prima volta, Carletto il Principe dei Mostri. Non tutti sanno però che questa storica serie anime ha origini ben più remote, che risalgono innanzitutto al manga di Fujiko Fujio, autore anche di Doraemon; o dovremmo dire autori, dato che si tratta dello pseudonimo di una coppia di artisti: Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko. Più precisamente fu quest’ultimo a dedicarsi in particolare a Carletto, mentre la paternità di Doraemon è maggiormente attribuibile al primo.
Come sia sia, il manga venne pubblicato nel 1965 (fino al 1969) da Shōnen Gahōsha sulle pagine di Shonen King e successivamente raccolto in 15 volumi tankōbon, mentre in Italia venne distribuito da J-Pop soltanto nel novembre 2019, in due volumi contenenti una selezione delle storie migliori con il titolo Il principe dei mostri.
La prima serie animata invece venne realizzata proprio nel 1968, ovviamente in bianco e nero, e non arrivò mai da noi, a differenza di quella del 1980, di cui abbiamo tutti un fantastico ricordo.
Il successo di Carletto
Ma chi era quindi Carletto il principe dei mostri, e come ottenne il suo grande successo nel Belpaese?
Gli anni ’80 e ’90, come sappiamo, hanno rappresentato una fucina di incredibili serie animate, originali o tratte da manga, che ancora oggi solleticano la nostra nostalgia e vengono di tanto in tanto riproposte sia nella loro versione originale, magari restaurata, o in vari reboot di dubbio gusto e non sempre particolarmente riusciti (ancora piangiamo per il Saint Seiya di Netflix). Non dobbiamo dunque stupirci all’idea che in molti rimasero colpiti e folgorati da una serie anime come Carletto il principe dei mostri, che parte da basi obiettivamente affascinanti soprattutto per i giovani telespettatori.
Il piccolo Carletto De Mostris infatti è il principe di Mostrilandia, un paese che – come il nome lascia intuire – è abitato interamente da mostri, ma un bel giorno decide di trasferirsi sulla Terra, precisamente a Tokyo, insieme ai suoi aiutanti, Conte Dracula, Frank e Uomo Lupo, per ordine di suo padre il re. In questa nuova realtà, Carletto diventa presto amico di Hiroshi, un simpatico bambino che vive con sua sorella Sis in un piccolo appartamento vicino alla vecchia casa dove i mostri si sono stabiliti.
Nei vari episodi – rigorosamente autoconclusivi – della serie anime, Carletto, il suo trio e Hiroshi, si ritrovano in varie avventure in cui si avvicendano mostri e umani, mentre l’obiettivo ultimo resta la salvezza del mondo da questi pericoli mostruosi e demoniaci. La forza di questo prodotto è proprio la rappresentazione del mostro in salsa demenziale: un conte Dracula che beve solo succo di pomodoro, Frankenstein che al di là della sua forza bruta è un gentilissimo e servile maggiordomo (“sono buono e stritolo”) e l’uomo lupo “famelico” che si rivela in realtà un abile cuoco e soprattutto un Carletto snodabile, in grado di allungarsi 7 metri e 33, sono elementi che portano lo show verso un successo telefonato, soprattutto per un determinato target, quello dei piccoli telespettatori, ma non solo.
Si può avere paura di un vampiro che beve salsa di pomodoro?
La comicità e la serie di situazioni surreali continuamente proposte fanno ridere di gusto, ma le opere di Fujiko Fujio non sono mai banali e mai come stavolta viene rappresentata l’allegoria della diversità, l’accettazione di quello che sembra solo apparentemente distante da noi ma che in fondo ci somiglia più di quanto crediamo o magari riesce a stupirci riuscendo in cose che noi non siamo in grado di fare. Il “mostro” è tale solo perché così lo vedono i nostri preconcetti, e quando ci rendiamo conto che il vampiro non beve sangue, ma solo salsa di pomodoro, possiamo smettere di avere paura di loro e anzi accoglierli al nostro fianco. In questo senso il fatto che sia un bambino, la bontà e la genuinità per eccellenza, a diventare amico dei “mostri” è piuttosto esplicativo, oltre al fatto che per i piccoli telespettatori tutto ciò assume un’ulteriore valenza: cosa c’è di meglio per un bambino che ridere delle proprie paure?
Per tutto questo e per molti altri motivi Carletto il principe dei mostri si è rivelato un manga e soprattutto una serie anime di grande successo, di quelle che rivedremmo ancora oggi molto volentieri, magari senza divertirsi con il gusto di un tempo, ma sorridendo a denti stretti, lasciandoci accarezzare dalla nostalgia.