Durante il Cartoon Village di Manciano abbiamo avuto il piacere di sederci a scambiare quattro chiacchiere con Cristina D’Avena, che avevamo intervistato anche in passato.
A distanza di due anni, eccoci di nuovo al tavolo con la Regina delle sigle dei cartoni animati!
Leggete la nostra intervista per scoprire cosa ci ha raccontato stavolta.
Il tuo ultimo album, “Duets”, è frutto di una collaborazione con molti dei tuoi colleghi. Come è nata quest’idea e che risposte hai ricevuto? Alcuni di loro sono giovanissimi e immagino siano cresciuti con il mito di Cristina D’Avena.
Questa idea è nata dopo il Festival di Sanremo del 2016, in cui partecipai come Super ospite. C’erano tantissimi artisti, da Arisa a Francesca Michielin ad Alessio Bernabei e tutti iniziarono a dirmi “Sei la mia infanzia”. Tanto che Bernabei praticamente mi costrinse a cantare con lui “All’arrenbaggio” già dietro le quinte, perché mi ha detto che era sua canzone preferita da piccolo. Da quel momento ho pensato che sarebbe stata una bella idea, visto che tutti avevano voglia di cantare le mie canzoni, realizzare un album del genere. Bernabei ovviamente mi ha detto subito di sì, e subito dopo ho contattato Arisa e anche lei è rimasta entusiasta dell’idea, così mi sono caricata ed ho iniziato a chiamare gli artisti che amo per chiedergli di partecipare al progetto, e mi hanno detto quasi tutti di sì.
Qualcuno magari ci sarà rimasto male di non aver fatto parte di “Duets”, ma di certo non potevi chiamarli tutti…
Sì, ovviamente. Qualcuno non poteva, mentre altri purtroppo sono rimasti fuori dal progetto, ma per un eventuale “Duets 2” avrò occasione di chiamarne altri.
Tu sei adorata da tutti, ma c’è stato un episodio spiacevole con quella canzone dei Gem Boy…
Quale, “Ammazza Cristina”?
Sì.
Eh, mi sono arrabbiata moltissimo! Sono stati cattivissimi, però poi alla fine ci siamo amati. Ci siamo incontrati in autogrill e io gliene ho dette di tutti i colori, ma loro mi hanno dato il loro CD dicendomi: “Ti prego però, ascoltalo, perché a noi piacerebbe tanto suonare con te”.Quindi alla fine è nato l’amore, e ormai sono anni che collaboriamo insieme. Me ne combinano di tutti i colori sul palco, però facciamo praticamente uno show e quindi ci divertiamo e facciamo divertire. Ciò non toglie che, certo, con quella canzone sono stati davvero cattivi.
Hai spaziato tanto dal mondo della musica, alla TV, al cinema, però le sigle dei cartoni animati ti hanno in qualche modo “rubato” una buona fetta della tua vita professionale. A cosa avresti voluto dare un po’ più spazio?
Sicuramente mi sarebbe piaciuto continuare a fare i telefilm. Mi è dispiaciuto molto quando è stata interrotta la serie L’Europa siamo noi, ma accadde per un problema interno. Poi sempre in tema di piccole delusioni, mi è dispiaciuto anche che si sia interrotta Kiss me Licia, e pure il pubblico c’è rimasto male. Licia è rimasta incinta di Mirko e di lei non si è saputo più niente…
Chissà, magari adesso avrà anche altri figli…
Esatto, chi lo sa! (ride n.d.R.)
Le tue sigle trascendono il contesto del cartone animato e diventano delle vere e proprie canzoni, cantate da tutti. Questo è forse ciò che manca alle sigle di adesso: a cosa pensi sia dovuto, oltre che alla tua bravura?
Forse noi curavamo un po’ di più le sigle; dal testo, alla scelta del mastro, ai suoni. Guardavamo il cartone e poi sceglievamo quello che ritenevamo il maestro giusto. La sigla non è una cosa che si incolla. Si deve scrivere sul cartone, e forse adesso si fa un po’ meno caso a questo e ciò ne fa svanire la magia.
Progetti futuri?
Stiamo pensando ad una continuazione di Duets, ma ovviamente abbiamo ancora tante riunioni da fare e molte cose da capire, sebbene l’idea alla base ci sia. Poi sicuramente la TV e tantissimi concerti, quindi seguitemi su Facebook e sulla mia pagina Instagram perché ci saranno tante novità!