Film di chiusura della 37esima edizione del Torino Film Festival, Cena con delitto – Knives Out, è un ritorno ai classici gialli di Agatha Christie, con una punta di humor gustosa e originale.
Cena con delitto (titolo originale Knives Out), è l’intricata storia di una famiglia e di una morte. Harlan Thrombey, famoso scrittore di romanzi gialli, muore tragicamente la notte del suo 85esimo compleanno. I primi sospettati di omicidio sono i numerosi membri della famiglia. Dai figli ai nipoti, passando per nuore e infermiere.
Nel meraviglioso cast corale del film spiccano su tutti il personaggio di Benoit Blanc (Daniel Craig), detective di fama internazionale assunto per risolvere l’enigma della morte del noto scrittore, inizialmente dato morto per suicida, e la protagonista, l’infermiera personale di Harlan Thrombey, Marta Cabrera (Ana de Armas).
Rian Johnson, noto soprattutto per il trhiller fantascientifico Looper e per l’ottavo episodio della saga Star Wars, torna alla regia per un progetto su cui lavorava personalmente da parecchio tempo e in cui è impegnato anche come sceneggiatore.
Il plot di Knives Out, pur non presentandosi come un adattamento letterario o proveniente dalla TV, prende forte ispirazione dai lavori di autori come Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Il regista ha citato come modelli d’ispirazione, film come Assassinio sull’Orient Express, prototipo insuperato e, probabilmente, insuperabile di giallo logico-deduttivo, e Invito a cena con delitto (citato nel titolo dalla distribuzione italiana). Johnson dimostra di aver lavorato su una solida base che poggia sui classici del genere, dimostrando anche uno studio approfondito della materia che si specchia nelle fondamenta della complessa struttura narrativa del film. L’omaggio al cinema e al romanzo mystery sono individuabili sin dall’inizio della pellicola, partendo dalla professione del “morto”, scrittore di storie gialle, fino all’ambientazione che ospita l’intera storia, la residenza della famiglia Thrombey, ironicamente definita come “un’enorme mappa di Cluedo”. Knives Out non si fa il minimo problema a dichiarare fin da subito la propria natura. Le scene iniziali mettono in chiaro che si tratta di un racconto con un morto e con un assassino. L’originalità dell’operazione è che proprio quest’ultima affermazione viene ribaltata poco dopo l’inizio del secondo atto. In maniera simile al metodo hitchockiano di Psyco, le aspettative del film si ribaltano per trasformarsi in qualcosa di nuovo e assolutamente inedito.
In Knives Out, l’ironia la fa da padrone per l’intera durata dell’intrigo, accompagnata da ottime idee di sceneggiatura e una fantastica caratterizzazione dei personaggi. Soprattutto il personaggio di Daniel Craig, meticoloso detective dai comportamenti grotteschi e con uno strano accento del sud degli Stati Uniti d’America, in sarcastico contrasto con le origini inglesi dell’attore e con il suo celebre ruolo al servizio segreto di Sua Maestà, sembra strizzare l’occhio ai personaggi di Blake Edwards in film come La Pantera Rosa.
Dal punto di vista della messa in scena, Rian Johnson utilizza uno stile enfatico e con sfumature barocche. La ricca composizione dell’immagine è pensata per sommergere lo spettatore in un vasto mare di dettagli, grazie a un minuzioso lavoro profilmico, caratteristica anch’essa del cinema di Alfred Hitchcock. Iconica, in tal senso, la parete composta da coltelli posizionati in maniera concentrica che fa da cornice agli interrogatori della polizia all’interno della casa. A richiamare il famoso dialogo tra Norman Bates e il personaggio di Janet Leigh, ricollegandosi ancora una volta a Psyco.
In definitiva, Knives Out è un ottimo esempio di giallo contemporaneo, che guarda al passato, senza dimenticare di aggiornarsi a favore di un maggiore appeal per il pubblico contemporaneo. Un divertente tour de force all’interno di una famiglia allargata, in cui ognuno ha le proprie chiare e peculiari caratteristiche. Una sceneggiatura fresca, dinamica e diverte, che si ritaglia un posto di rilievo all’interno del 37esimo Torino Film Festival e che non faremo fatica a vedere nominata alla prossima edizione degli Oscar.