Bob Chapek parla di Gina Carano: il CEO di Disney dice la sua sul licenziamento

Bob Chapek, nuovo CEO di Disney, è tornato a parlare del licenziamento di Gina Carano, attrice di The Mandalorian. Come ricorderete l’interprete era stata licenziata in seguito ad alcune sue affermazioni controverse sull’utilizzo della mascherina, e sulle accuse di brogli elettorali in occasioni delle presidenziali americane.

Nello specifico, Carano aveva scritto alcuni post, poi rimossi, che paragonavano l’essere repubblicano oggi all’essere ebreo durante l’Olocausto, e alcune storie deliranti tra cui una in cui diceva “Jeff Epstein non si è suicidato” (un noto criminale statunitense accusato di traffico di minori).

disney licenziamento Gina Carano

Ora, per la prima volta dal licenziamento, è una figura autorevole della Disney a tornare sulla questione di Gina Carano e delle scelte che hanno condotto il colosso dell’animazione a compiere questa scelta. Il tutto è avvenuto in uno degli incontri con gli azionisti di Disney. In questa occasione, chiunque fosse in possesso di azioni della compagnia, ha potuti porre una domanda al CEO.

Tra le domande più scomode qualcuno ha chiesto a Chapek se Disney si configuri ora come un’azienda di sinistra e se esista una lista nera della compagnia. Un ovvio rifererimento proprio al licenziamento di Gina Carano. Qualcosa che forse sottintende la volontà, secondo chi ha posto la domanda, di non far lavorare persone con una certa inclinazione politica. Chapek ha risposto come segue.

“Non mi sembra davvero che la Disney si caratterizzi come un’azienda incline a sinistra o a destra. Vuole invece di rappresentare valori. Valori universali, valori di rispetto, valori di decenza, valori di integrità e valori di inclusione. E noi cerchiamo per avere il contenuto che riflettiamo sulla ricca diversità del mondo in cui viviamo. E penso che sia un mondo in cui dovremmo vivere tutti in armonia e pace”.

(fonte: Comic Book.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.