Charlize Theron: gli inizi da modella fino all’Oscar drammatico per Monster, ma è il lato comico dell’attrice che ci lascia sbalorditi ogni volta
È la dura legge della bellezza: quando una donna è estremamente bella – anzi, non solamente bella, ma incantevole, splendente, dai connotati più vicini alle sembianze di una dea che alla comune razza mortale – è difficile essere presa sul serio. No, non per ruoli drammatici o parti introspettive, film sul filo del tragico in cui ogni parola è intervallata da un sospiro o una lacrima scesa lungo il viso.
E nemmeno per quei personaggi che richiedono un cambiamento fisico, un ritocco più o meno leggero a un volto che, altrimenti, rasenterebbe la perfezione. Quando una donna, e in questo caso un’attrice, è di una bellezza indiscutibile, è quasi difficile pensare che sappia anche far ridere. Ma non semplicemente far ridere, essere esilarante.
Non si tratta, ovviamente, di una regola ferrea, esistono comiche di bella presenza e attrici stupende ben più centrate sul versante della comedy, ma quando si impara a conoscere un’interprete principalmente – non soltanto, ma principalmente – per il suo talento nel cinema impegnato (e magari anche per il suo affermato passato da modella) è quanto mai comprensibile lasciarsi trasportare dalla sorpresa.
Da Woody Allen agli Academy: l’inizio, il percorso e i successi di Charlize Theron
È ciò che accade ogni volta che Charlize Theron appare in un ruolo comico. Ogni volta che i suoi lineamenti esemplari e la sua postura sinuosa si contorcono o si aprono in posizioni sghembe, in sorrisi sinceri, in smorfie esagerate davanti a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Fin dall’inizio della sua carriera, l’attrice sudafricana non si è mai sottratta a operazioni di tipo comico/commerciale, che ne rivelavano già agli albori un accenno di ilarità innata. Da film più semplici come Music Graffiti (1996) o grezzi come Ancora più scemo (1997), alla sofisticatezza di cineasti come Woody Allen in Celebrity (1998), l’attrice ha sempre trovato il tono ideale per la rappresentazione della propria brillantezza.
Ma, come prevedibile vista la bravura che le compete, per l’interprete arrivò presto il momento di dedicarsi a una serie di personaggi lontani da una leggerezza che avevamo appreso possedesse, proiettandola verso i successi che la confermeranno tra le attrici di maggior fama nel mondo, portandola fino all’Oscar alla Migliore attrice nel 2004 per il deviante, sformato e brutale ruolo di Aileen Wuornos in Monster.
Trasformazione incredibile, che la privò del suo armonioso aspetto per immedesimarsi nella parte della disturbata omicida americana. E, proprio due anni dopo il radicale cambiamento per la pellicola, giunge il momento per Charlize Theron di mostrarsi, ancora una volta, in una veste inedita.
Arrested Development e l’assurdità infantile di Rita Leeds
Senza nessuno stravolgimento facciale, senza nasconderne le fattezze, né richiedendo alcuna modifica superficiale, l’attrice si sposta al piccolo schermo per presentarsi come una delle guest star di Arrested Development. La Theron diventa, così, Rita Leeds, interesse amoroso del protagonista Michael Bluth – interpretato da Jason Bateman -, nonché personaggio totalmente sul filo del rasoio dell’assurdità.
Dai comportamenti infantili come quelli di una bambina, dall’abbigliamento pieno di nastri e bigiotteria all’ingenuità dei suoi ragionamenti, Charlize Theron si concede il divertimento di interpretare il ruolo di una ragazzina nel corpo di un’adulta, affermandosi come una delle vere punte di diamante della terza stagione della sitcom e tra i personaggi di contorno più spassosi della serie.
Senza alcun timore di mettersi in ridicolo, l’attrice spinge sul marchio del nonsense per rendere il suo personaggio, affetto da un disturbo mentale che le impedisce di agire secondo la sua reale età, il più strambo e, perciò, paradossale possibile, portando eccellentemente a termine il compito assegnatole e rimanendo impressa nella mente dello spettatore, che non potrà più guardare a Charlize Theron con gli stessi occhi.
Young Adult e Tully: quando la commedia si fa dolceamara
Continuando nella sua filmografia variegata, che sembra aver toccato qualsiasi sorta di genere cinematografico, è nell’incontro con Jason Reitman che Charlize Theron ritrova, realmente, la maniera di poter far ridere al cinema – momento intervallato dalla parentesi demenziale di Un milione di modi per morire nel West diretto da Seth MacFarlane. Sorrisi certamente meno accentuati, più rivolti allo stile agrodolce dello sceneggiatore e regista, che si avvale dell’attrice per la conclusione di quella (apparente) trilogia aperta con Juno (2007) e proseguita con Young Adult (2011) e Tully (2018).
Se nel film Tully, di una maturità dolce e comprensiva, la Theron esprime un umorismo ben più comune, tipico di una madre alle prese con la gestione della casa e dei figli – e rivolto in prospettiva al finale toccante, seppur di tenore sempre positivo -, è con Young Adult che l’attrice non pone alcuni limiti alla sua sfibrante, inconcludente e irreversibile protagonista.
Negli sgradevoli panni di una donna alle prese con il proprio passato, con un presente che non la soddisfa e che usa cattiveria e cinismo per rapportarsi alla gente, nella pellicola di Jason Reitman Charlize Theron passa da affascinante scrittrice a inappagata adulta, da donna beata della propria vita a disperata che tenta di ripercorrere storie e relazione del passato. Tutto con un appiglio che rende il suo disprezzo sottile e tagliente, fino all’amaro epilogo delle vicende e alla speranza di un nuovo inizio.
La coppia che non ti aspetti: Charlize Theron e Seth Rogen, quando la rom-com sta nelle differenze
E, nel 2019, è lasciandosi affiancare da un veterano dell’universo comico che Charlize Theron offre al pubblico una delle rom-com più spassose dell’anno. Una coppia a dir poco geniale nella propria incolmabile differenza, ma che proprio grazie alla loro diversità riesce a dare cuore a una storia dalle tinte presidenziali. È Non succede, ma se succede… la commedia romantica che vede uniti Charlize Theron e Seth Rogen, il duo che non ti aspetti e che, proprio per l’abisso che li separa, crea le scintille ideali per il film diretto da Jonathan Levine.
Lei, segretaria di Stato che aspira allo studio ovale della Casa Bianca. Lui, giornalista indipendente che non vuole scendere a compromessi. Ambiente, abitudini, aspetto. Eppure una chimica pazzesca, sostenuta dallo spalleggiarsi comico dei due protagonisti, che non solo ci permette di assistere alle loro scalmanate serate accompagnate da una pasticca di Molly o a risoluzioni di conflitti internazionali in stato di semi-incoscienza, ma è in grado di farci fantasticare sentimentalmente su questa improbabile, ma quanto mai amabilissima coppia.
E quindi è vero: potrai essere anche tra le stelle più luminose di Hollywood, puoi aver cominciato la tua carriera nel mondo dello spettacolo partecipando a concorsi di bellezza, puoi essere la testimonial di un marchio di lusso come il famoso Dior, ma questo non impedisce alla tua parte buffa di venire fuori, alla tua vena comica di intrattenere il pubblico, mostrando agli spettatori ruoli al confine del farsesco, passando anche qualche notte brava con un partner come Seth Rogen.
Insomma, anche le belle sanno far ridere e Charlize Theron lo sa bene.