Christian Bale, un attore in continuo mutamento
La trasformazione è alla base del cinema, e un attore che merita di esser chiamato tale non può prescindere dalle doti di metamorfosi, fisiche e caratteriali, per interpretare di volta in volta, al meglio, il ruolo in cui è chiamato a calarsi.
Nel mondo della settima arte è pieno di abili mutaforma, che a stento si fa fatica a riconoscere da un film all’altro, strappando gli applausi del pubblico, gli elogi della critica e i premi dell’Academy, come il recente esempio di Gary Oldman, Oscar per il migliore attore protagonista grazie al suo incredibile Churchill ne L’ora più buia.
Eppure tra tutti questi ce n’è uno in particolare che nel corso degli anni ha meritato la palma del trasformista per eccellenza, divenendo uno dei migliori attori della sua generezione e, giocoforza, dei più eclettici.
Stiamo parlando ovviamente di Christian Bale.
Il suo impressionante look e la sua figura pesantemente imbolsita per interpretare Dick Cheney in Vice, è solo l’ultimo tassello di una carriera costellata di irriconoscibili maschere.
Bale venne lanciato nello star system da Steven Spielberg ne L’impero del sole, quando era ancora un ragazzino di 13 anni ma dimostrava già talento da vendere.
Proprio il regista di Cincinnati rimase subito colpito dal carattere e dalla dedizione al lavoro di quello che era poco più di un bambino, pur essendo incredibilmente a suo agio di fronte alla macchina da presa.
Ciò che lo distingue dagli altri, oltre alle sue evidenti doti attoriali, è proprio la sua disponibilità a mettersi in gioco in ogni situazione, lo spirito di sacrificio e la naturalezza con cui plasma il suo corpo a seconda del ruolo, alternando nel giro di poco tempo una magrezza impressionante ad un fisico muscoloso o tendente all’obesità.
Dopo una dozzina di film nel giro di altrettanti anni, nel 2000 Bale viene scelto per il ruolo di protagonista nell’adattamento cinematografico del libro di Ellis, American Psycho, diretto da Mary Harron: è qui che assistiamo alla sua prima trasformazione.
Per prepararsi ad indossare i panni dello schizofrenico Patrick Bateman infatti deve prepararsi fisicamente al meglio. Bale ha dichiarato che tra tutti i suoi ruoli, forse perché il primo da “trasformista”, quello di Bateman è stato uno di quelli che l’ha messo più a dura prova.
Il protagonista è infatti un fissato per l’aspetto fisico, e di conseguenza per entrare nella parte lo stesso attore ha dovuto imparare a ragione come lui per quanto riguarda l’alimentazione, eliminando gli zuccheri, dosando in maniera rigorosa i carboidrati e i grassi buoni, e cibandosi quasi solo esclusivamente di proteine magre. Il risultato è un fisico scolpito da far invidia a tutti, che ben si sposa con una delle sue migliori performance, o per meglio dire quella che l’ha fatto conoscere al grande pubblico.
Se la dieta meticolosa per American Psycho deve esser stata molto difficile da seguire, non osiamo pensare allo sforzo fisico e mentale a cui l’attore ha voluto sottoporsi solo 4 anni dopo per impersonare Trevor Reznik ne L’uomo senza sonno di Brad Anderson.
Questo resta ancora oggi uno dei casi più spaventosi legati alla perdita di peso di tutta Hollywood.
Nel giro di quattro mesi infatti Bale ha dovuto diminuire la massa corporea di circa il 35%, riducendosi quasi ad uno scheletro, regalandoci poi quel macilento e scavato Trevor che ha impressionato tutti.
Una scatola di tonno e una mela al giorno: questo il pasto per prepararsi al ruolo. Una dieta che equivale a “morire di fame”, come ha esplicitamente detto Christian Bale, che peraltro – per sua stessa ammissione – ha iniziato ad alimentarsi in questo modo solo con la consapevolezza di dover dimagrire, ma senza sapere quanti chili avrebbe dovuto perdere per ottenere l’aspetto “desiderato”. Un’esperienza che gli ha permesso comunque di conoscere meglio il suo fisico e entro quali limiti potersi muovere, al punto da proseguire la dieta per dimagrire ancora, sebbene la nutrizionista gli aveva consigliato di smettere e attestarsi su uno standard ottenuto.
È proprio questa nuova acquisita conoscenza del proprio corpo e della propria forza che, una volta terminate le riprese de L’uomo senza sonno, gli ha permesso di mettersi subito al lavoro per ritrovare forma e tanti muscoli per Batman Begins di Christoper Nolan.
In soli sei mesi Bale è passato da un corpo smunto e scheletrico a quello pompato di un supereroe, superando persino il limite di peso imposto per quel ruolo, dovendo in extremis dimagrire qualche chilo. Fu un percorso complicato, perché dopo L’uomo senza sonno faticava quasi a camminare, per cui ha dovuto prima di tutto integrare con una dieta a base di carboidrati e solo dopo dedicarsi alla palestra per metter su massa muscolare e poi definirsi un po’. Se pensiamo al pochissimo tempo a disposizione, il tutto sembra davvero assurdo.
L’ennesima dimostrazione della sua impressionante dedizione al lavoro.
Queste fantastiche performance fanno di Bale uno degli attori più ricercati sulla piazza, e infatti nel giro di 2-3 anni prende parte ad un numero incredibile di film, da Harsh Time, a New World, a The Prestige, fino a L’alba della libertà (2006) di Herzog, opera che purtroppo da noi è arrivata solamente in home video. Non solo Bale qui, ma anche gli altri attori che hanno interpretato i prigionieri hanno dovuto perdere parecchio peso prima del film, e proprio per questo la pellicola è stata girata al contrario, in modo che riacquistassero un po’ di chili durante le riprese.
Anche qui la il dimagrimento mette i brividi, e per certi versi ancora di più rispetto ad altre opere poiché ci viene mostrato in maniera progressiva (anche se, come abbiamo detto, nei fatti non è stato così), restituendoci pian piano il corpo emaciato di Dieter Dengler, per un peso di circa 60 kg.
Nei mesi successivi cominciò la preparazione per il secondo capitolo della trilogia di Nolan, Il Cavaliere Oscuro, e dovette recuperare in breve tempo 15 chilogrammi. Ancora una volta il suo fisico viene messo a dura prova, e risponde presente: ormai Bale è una vera e propria macchina.
Passano meno di due anni infatti e l’attore è di nuovo alle prese con una trasformazione fisica, nemmeno di poco conto, ovvero quella prevista per Dicky Eklund in The Fighter di David O. Russel. Una metaformosi davvero prodigiosa che, abbinata ad una performance coinvolgente e memorabile, gli vale l’Oscar come migliore attore non protagonista.
Ma è soprattutto il personaggio ad affascinare Bale dopo aver letto il copione, stregandolo. L’attore qui è davvero in grado di farci emozionare con la rappresentazione di Dicky, riuscendo perfettamente ad evidenziare una personalità dalle sfumature contrastanti, in cui combattono quotidianamente l’amore per il fratello e per la famiglia con quello, incondizionato, verso la droga di cui sembra non poter fare a meno.
Il corpo di Bale, smunto e provato da una dieta ferrea e da una costante attività anaerobica riesce a rendere al meglio l’immagine di un uomo consumato dal crack.
Finita qui? Macché. Passano meno di due anni e l’attore è nuovamente costretto a prendere peso e massa muscolare per il terzo ed ultimo capitolo della trilogia de Il cavaliere Oscuro: Dark Knight Rises.
Il corpo ormai sa perfettamente quello che deve fare, soprattutto quando si tratta di tornare nei panni di Bruce Wayne.
Ma passano pochi mesi ed ecco pronta una nuova sfida per l’attore del Galles. David O. Russel lo vuole di nuovo con sé tra i protagonisti del suo prossimo film: American Hustle.
Stavolta gli tocca vestire panni extralarge, quelli del viscido truffatore Irving Rosenfeld, per un racconto basato su una storia vera nell’America degli anni ’70. La descrizione più o meno è la seguente: capelli con un folto riporto, look pacchiano e 94 kg di peso. 94 kg di grasso stavolta, non di muscoli.
Come ha fatto? Semplicemente ha smesso di allenarsi, ma ha iniziato a mangiare in continuazione, seduto in poltrona o davanti alla TV, con una dieta a base di ciambelle e cheeseburger. Non poi così male, se non fosse che questa ennesima trasformazione sembra aver compromesso piuttosto seriamente una vecchia erna del disco, per forza di cose mai curata.
Anche qui peraltro la straordinaria mutazione estetica va di pari passo con un’interpretazione da applausi che gli vale però solamente la candidatura per la statuetta più prestigiosa.
I problemi alla schiena comunque non hanno fermato il desiderio di Bale di sottoporsi ad un ulteriore cambiamento corporeo. Passa più o meno un anno da American Hustle e le sale accolgono Exodus – Dei e Re, di Ridley Scott. Non certo uno dei migliori film del regista, né di quelli a cui l’attore ha preso parte, e di fatto la nuova trasformazione fisica di Bale diventa il motivo di principale interesse. Mette ben presto da parte ciambelle e panini per asciugare il suo corpo al fine di renderlo scultoreo, come il Mosè voluto ed immaginato da Scott. Tra l’altro sembra che l’attore abbia persino rischiato di dover rinunciare alla parte, poiché ovviamente perdere 20 kg e tornare tonico in così pochi mesi è una sfida al limite persino per il trasformista per eccellenza.
Negli anni seguenti assistiamo a film come Knights of Cups, La grande scommessa e Hostiles, in cui la variazione di peso è davvero minima e finalmente Bale può vivacchiare in tranquillità per un po’.
Giusto un po’, meno di 4 anni. È infatti tempo di una nuova sfida, forse una delle più difficili.
Nel dicembre 2018 le sale statunitensi accolgono Vice (in Italia dal 3 gennaio), la nuova fatica di Adam McKay con protagonista Bale ad incarnare Dick Cheney, vicepresidente americano durante l’amministrazione Bush.
Lo vediamo nel trailer, massiccio e gonfio più dei tempi di Rosenfeld in American Hustle, e siamo di nuovo pronti ad ammirarlo e a restare incantati di fronte all’ultima, grande trasformazione di Mr. Bale.