Su Prime Video arriva Clarkson’s Farm, la nuova serie con Jeremy Clarkson di Top Gear e Grand Tour
Avete presente Jeremy Clarkson? Sì, quello della celebre Top Gear che sfrecciava a bordo di ogni singolo veicolo a quattro ruote esistente. Sì, uno dei volti più riconoscibili e istrionici della televisione anglosassone finito recentemente anche a condurre il Chi vuole essere milionario? inglese. Sì, quello che negli anni scorsi ha preso a pugni uno dei produttori proprio del programma che portava avanti insieme a James May e Richard Hammond. Ecco, allora sapete di quale pittoresco e controverso personaggio stiamo parlando.
Bene, Amazon ha avuto la geniale idea (siamo serissimi) di andare da lui, assegnarli una troupe e dargli carta bianca per la realizzazione di una serie incentrata sul gestire una azienda agricola. Perché Clarkson’s Farm, dall’11 giugno disponibile in streaming su Amazon Prime Video, è esattamente ciò che il titolo promette.
Jeremy Clarkson si dà al mondo dell’agricoltura
Al ritiro dalle scene dell’agricoltura del gestore della tenuta che Clarkson possiede da diverso tempo nell’Oxfordshire, il carismatico conduttore sceglie di gestire da sé l’attività della sua Diddly Squat che giace con decine e decine di ettari di campo tra le cittadine di Chipping Norton e Chadlington. C’è solo un impedimento di mezzo: Clarkson non ha la più pallida idea di cosa stia facendo.
Le premesse della serie sono estremamente semplici e per questo tremendamente azzeccate. E sin dai primi istanti in cui Clarkson tira fuori il taccuino degli assegni per spendere decine, se non centinaia, di migliaia di sterline per acquistare le costosissime attrezzature necessarie al metter su un’attività che sia degna di questo nome, capiamo che Clarkson’s Farm non sarà un semplice compendio su come si lavora il terreno.
Immaginate di prendere l’accuratezza e la specificità di un videogioco come Farming Simulator e poi di schiaffarci dentro situazioni comiche una a seguito dell’altra. Jeremy sa fare dannatamente bene il suo lavoro da intrattenitore e se dell’agricoltura non ve ne frega nulla prima di iniziare (garantisce chi sta scrivendo) magari non ve ne fregherà nulla nemmeno dopo, ma potete star certi che non vi sarete annoiati nemmeno per un singolo istante.
Gli otto episodi da quasi cinquanta minuti l’uno possono spaventare in un primo momento per l’assurdità di ciò vogliono offrire, ma è proprio lì che giace la carta vincente del lavoro di Amazon. Nel corso della stagione in cui ogni puntata porta il titolo di una delle nuove sfide di fronte alle quali Clarkson si troverà (il trattore, le pecore, lo spaccio, il raccolto e così via) si copre l’arco di quasi un anno intero investito in pieno da calamità come quella del coronavirus e da una delle stagioni di raccolto più difficoltose delle ultime decadi.
Clarkson’s Farm è assurda e per questo funziona
Si spazia molto e il nostro proprietario terriero si cimenta in tutta una serie di differenti approcci al lavoro della terra che non fossilizzano mai la narrazione di un mondo che visto dall’esterno non è proprio uno dei più dinamici. A fare da collante è chiaramente l’affilatissimo e collaudatissimo humor di Clarkson, che tra business plan e improvvisi acquazzoni torrenziali non perde occasione per rendere memorabile ciò che stiamo guardando, con lo smodato amore per i motori non dimenticato e sempre pronto a far capolino.
A fargli da spalla c’è poi tutta una serie di comprimari che non si capisce dove inizino loro e dove finisca la maschera, come il giovanissimo Kaleb che in più di un’occasione toglie d’impaccio il padrone di casa e il più attempato Gerald con il quale si creano siparietti che francamente sono tra le cose più esilaranti viste di recente.
Tra orzo, colza e frumento c’è tempo anche per scorci mozzafiato della campagna inglese all’imbrunire, uno spettacolo per gli occhi che aggiunge un tocco senza dubbio malinconico a un prodotto che sa il fatto suo e che stupisce senza riserve con una graffiante ironia. Se Clarkson’s Farm su Prime Video vi capita tra le mani, dategli una possibilità. Se vi va bene potreste arrivare alle lacrime dalle risate, in caso contrario addirittura a comprare un colossale mietitrebbia.
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