Un CoD dal punto di vista degli invasi: “il politicamente corretto ora paga“
I tempi cambiano per tutti e persino Call of Duty deve fare i conti con il politicamente corretto: il prossimo CoD sarà infatti molto diverso. “Ci siamo resi conto che in tutti i giochi della saga abbiamo fatto recitare agli Stati Uniti la parte degli eroi” ha detto un responsabile dello studio. “Quindi abbiamo deciso che nel prossimo gioco gli USA non esporteranno democrazia“.
Ma cosa vuol dire tutto questo nell’economia del franchise? Ebbene, i giocatori potrebbero avere qualche sorpresa a livello di trama e ambientazione.
Un CoD politicamente corretto? “Il momento è quello buono”
“Siamo in un periodo dove il politicamente corretto paga” ha spiegato il portavoce legato a CoD. “Siamo convinti che questo sia il momento buono per presentare un Call of Duty dal punto di vista degli invasi. Basta con gli USA che esportano democrazia: i giocatori ora dovranno ottenere il controllo delle risorse del territorio. Lo scopo sarà tenere il prezzo del greggio sotto ai 100 $ al barile”.
Il prossimo gioco presenterà anche una serie di missioni nelle guerre statunitensi dal Vietnam in poi. Il tutto vissuto dal punto di vista dei popoli che si sono visti arrivare in casa gli americani nel corso della storia. “I giocatori potranno vivere l’emozione di interpretare un commando di Viet Cong, o un gruppo di Sandinistas durante l’invasione americana. Al posto della classica modalità zombie abbiamo anche pensato a una modalità civile: i giocatori interpreteranno un gruppo di rifugiati in cerca di asilo politico durante la seconda guerra del Golfo, tentando di scappare dai controlli dei comandi militari statunitensi”.
Aria nuova quindi per CoD di cui, siamo certi, verrà apprezzata moltissimo questa svolta. E voi giocatori che cosa ne pensate? Siete pronti a fare la guerra per il petrolio? Ditecelo con un commento!