Sopravvivere ai Giappominkia, parte 2
Prosegue la guida alla conoscenza dei giappominkia, per imparare cosa sono, come pensano e come evitare di cadere nella loro stessa spirale. La prima parte di questo articolo la trovate qui.
Manga
Molto semplicemente, i manga sono i fumetti giapponesi. Ovvio che il fumetto giapponese, nel suo insieme, sia un contenitore talmente ampio che รจ difficile stabilire cosa sia un manga di preciso: il panorama fumettistico giapponese ormai รจ tanto variegato e lโofferta รจ talmente differente che dentro ci si trova tutto e il contrario di tutto. Tuttavia in pochi usano la parola โmangaโ come sinonimo di โfumetto giapponeseโ. La maggior parte delle persone la usa come sinonimo di un genere o piรน precisamente di uno stile: ci sono infatti parametri sia grafici, che artistici, che narrativi, che permettono di identificare un fumetto come โmangaโ anche se di giapponese non ha davvero niente. Molti fumettisti non giapponesi disegnano manga, nel senso che disegnano fumetti in stile manga, che perรฒ non hanno nulla di giapponese se non, appunto, lo stile.
I giappominkia naturalmente vivono una visione tutta loro del concetto di manga. Per loro esistono solo due parametri per giudicare se un fumetto รจ un manga: se i personaggi hanno gli occhi grandi ed รจ pieno di fanservice, รจ un manga. Fine.
Considerato poi che per il giappominkia medio โfanserviceโ รจ sinonimo di โculo/tetteโ (vedi voce fanservice descritta in precedenza), i due parametri diventano: se i personaggi hanno gli occhi grandi e si vedono culi/tette, รจ un manga. Fine.
A prova di questa teoria posso riportare i numerosi commenti di occulti giappominkia che di tanto in tanto, sotto le mie strisce di Drizzit, mi commentano con frasi del tipo โmi piace il tuo mangaโ oppure โla storia sta diventando tipo dragonbรฒlโ o anche โvogliamo la versione hentaiโ. Magari voi non leggete il mio fumetto, Drizzit, quindi mi appresto a chiarire la cosa: si tratta di una comic strip, una striscia a fumetti (quindi un formato americanissimo) ambientata in un fantasy (quindi ambientazione europea al massimo) senza un briciolo di fanservice (dโaltronde sarebbe difficile essendo una striscia a fumetti, per questo il fanservice mi piace relegarlo a illustrazioni e materiale extra). Ma il giappominkia vede che i personaggi hanno gli occhi grandi e che ci sono personaggi con ampie scollature in scena, ergo รจ senza dubbio un manga.
La cosa degli occhi grandi tra lโaltro รจ una caratteristica tipica di molti formati di fumetto, a partire dai fumetti Disney classici (sรฌ, Topolino ha gli occhi grandi e no, non รจ un manga) al fumetto umoristico europeo (sรฌ, i Puffi hanno gli occhi grandi e no, non sono manga) fino proprio alle strisce a fumetti (sรฌ, Calvin & Hobbes hanno gli occhi grandi e no, non sono manga). Oltretutto ingigantire gli aspetti espressivi di un personaggio, come occhi, bocca, mani e testa in generale, รจ una tecnica basilare quando il fumetto vuole essere molto comunicativo. E non solo: i primi manga e anime giapponesi, come ad esempio quelli di Osamu Tezuka, riprendono moltissimo dallo stile dei cartoni Disney quindi che un qualsiasi fumetto in cui i personaggi hanno occhi grandi venga associato ai manga รจ proprio una roba da giappominkia.
Hentai
Che sarebbero i pornazzi giapponesi. In realtร il termine รจ usato a sproposito, perchรฉ denota un genere che non รจ esattamente quello dei pornazzi, ma il giappominkia che ne sa? Per lui โhentaiโ รจ un un modo alternativo e piรน figo di dire pornazzo, quindi lo usa. Nel calderone di internet in pochi distinguono, comunque, al punto che ormai pure i giapponesi hanno perso le speranze e si rassegnano al fatto che il mondo usi โhentaiโ per definire i loro pornazzi.
Che poi i giapponesi, nel pornazzo come in tutti gli altri campi, sono precisi e professionali: quindi gli Hentai impropriamente detti te li ritrovi divisi in categorie etichettate con dovizia in base al tipo di perversione messa in atto. Che lo fa pure Youporn ma le categorie di hentai sono un sacco piรน fighe, tipo โmamme mature che seducono fidanzati delle proprie figlieโ oppure โtizi che si fanno la moglie del collega di lavoro ignaroโ. Sono generi! E hanno un nome. Grazie che poi ci si appassiona, conoscerli tutti diventa quasi una questione di cultura pop moderna! Ti senti un sacco professionale quando entrando in camera di un amico a sua insaputa lo becchi a vedere anime hentai e riconosci il genere: โah, stavi guardando un guro shotaconโฆ a me non piacciono, mi stupisce che tu li apprezziโ. Occhi stupiti del tuo amico. Stuolo di angeli che cala su di te incoronandoti con lโalloro della cultura.
In ogni caso per un giappominkia un hentai รจ semplicemente un pornazzo con personaggi con gli occhi grandi e tentacoli che prima o poi stuprano qualcuno. La stessa idea che probabilmente ne ha anche vostra madre.
Kawaii
Kawaii vuol dire puccioso. Puccioso vuol dire carino, ma anche coccoloso. Se una cosa fa sesso, non รจ kawaii, a meno che non proviate attrazione sessuale per gli animaletti coccolosi, in tal caso probabilmente siete talmente giappominkia da aver superato ogni limite consentito dalla decenza, e dovreste prendere provvedimenti prima che vi becchino ad abusare sessualmente dei cincillร di vostra sorella.
Il giappominkia di solito grida โkawaiiโ quando qualcosa gli risulta terribilmente pucciosa, ad esempio quando guarda il cucciolo di qualsiasi animale, video di micetti su internet, neko-cameriere sorridenti o la propria ragazza in cosplay da Totoro. Non riuscendo a contenere lโentusiasmo e lโemozione, emette un โkawaiiโ liberatorio mimando nel contempo lโespressione facciale di un gattino che ha appena ricoperto i propri bisognini.
Tsundere e Yandere
ร del tutto normale per un giovane in etร puberale lโesigenza di appioppare etichette a tutto, in modo da sedare le proprie insicurezze definendo con parole precise ogni fenomeno, anche quelli meno definibili. Prendiamo ad esempio la varietร sconfinata delle personalitร umane. Ebbene, se al nerd amante dei giochi di ruolo piace ridurle ai nove miseri allineamenti di Dungeons & Dragons, al giappominkia in fase acuta piace affibbiare a ogni persona (reale o fittizia) un appellativo che ne definisca incontrovertibilmente gli atteggiamenti.
Nel fumetto giapponese, professionalmente mirato a conficcare la sua bandiera tra i neuroni dei propri lettori conquistandoli, non cโรจ spazio nรฉ tempo per creare personalitร variegate e sfaccettate, profonde e in qualche modo indecifrabili. E comunque, chi te lo fa fare? Molto meglio attingere al catalogo. Ebbene sรฌ, esiste un catalogo: quello delle personalitร dei personaggi dei manga, piรน spesso dei personaggi femminili. Un personaggio quindi รจ yandere se รจ quieto allโapparenza ma esuberante e combattivo nel contesto privato o in poche precise occasioni. Al contrario รจ tsundere se al di fuori si dimostra dispotico e irruento, ma nasconde un lato dolce. Questi sono solo due dei โpacchetti carattereโ precompilati ai quali gli autori (mediocri) di (mediocri) manga possono attingere, e il bello รจ che certi stereotipi ormai sono noti e i giappominkia non solo li riconoscono e li amano nei fumetti che leggono, ma tendono pure ad affibbiarli a qualsiasi personaggio si trovino davanti, qualsiasi sia il tentativo dellโautore di definire la personalitร del personaggio in questione e soprattutto, qualsiasi sia il tipo di fumetto che stanno leggendo (tanto per loro, sono quasi tutti manga).
Per un giappominkia, la principessa Leila di Star Wars รจ tsundere, mentre Bernadette di Big Bang Theory รจ yandere. Smettetela di sceneggiare i personaggi delle vostre opere, di fronte ai giappominkia รจ un lavoro inutile.
Luigi Bigio Cecchi