L’ipercubo autoriale
Questo mese ho deciso di farmi un po’ gli affari miei. Abbandonando argomenti più o meno di attualità, ho deciso di concedermi una riflessione sul mio stesso lavoro. Insomma sto per guardarmi l’ombelico: vorrei parlarvi un pochino del mio fumetto che un po’ meno conosciuto, ovvero The Author.
La decisione di parlare un po’ del mio lavoro nasce dalla domanda che spesso mi viene fatta quando un lettore di The Author mi incontra di persona a qualche fiera o evento: quanto c’è della tua vita vera in The Author? La risposta breve è: poco e niente. Però non è che posso cavarmela con tre righe anche perché Raffaele si aspetta un pezzo di almeno una paginetta e poi Stay Nerd è un sito serio. Quindi ecco la versione lunga della risposta: poco e niente, MA in realtà c’è praticamente ogni cosa.
La chiave di lettura di una risposta tanto criptica a una domanda così semplice, è dovuta al fatto che The Author non nasce per una mia esigenza di mettere su carta i cosiddetti “cazzi miei” (scusate il francese), una pratica che ritengo sia piuttosto abusata, nel mondo del fumetto, oggigiorno. Se un autore ha poco o niente da dire, può sempre raccontare di se stesso, osservando le piccolezze del proprio mondo attraverso lenti distorcenti più o meno deprimenti, al fine di redarre trattati a fumetti su ansia, noia e mal di esistere più o meno efficaci, che comunque attireranno quel po’ di pubblico interessato a sapere di non essere l’unico ad avere una vita tutto sommato noiosa. Ecco, io questa esigenza non ce l’avevo.
In The Author il protagonista è ispirato a me (esatto, non sono io) semplicemente perché quando iniziai a scrivere il fumetto decisi che le vicende narrate dovevano girare attorno all’autore di Drizzit (che è quell’altro mio fumetto, quello un po’ più famoso). Stabilito questo, ho subito ricercato una “chiave di scrittura” che mi permettesse di mettere un piedi una sit-com episodica divertente senza ricalcare la mia vita. Dopo averci pensato un po’, ho deciso che tutto avrebbe avuto luogo su un piano metaforico. In pratica, The Author è una metafora della mia vita. Poiché non è intenzione dell’autore, e cioè mia, rivelare questa cosa, è assolutamente normale che vi sia sfuggito. Ora che ve l’ho rivelato, probabilmente potreste riuscire a guardare il fumetto da una prospettiva diversa, ma non è detto che vogliate farlo, e soprattutto non è richiesto dal fumetto stesso, che non ha la minima intenzione di essere rivelato come una metafora.
Ma forse sto parlando complicato. Farò un esempio per farmi capire. Nel fumetto, l’autore ha fin dalle prime pagine una predilezione per Talia, la musa della commedia, e questa predilezione presto si trasforma in amore, e finisce per divenire una relazione stabile. Capito adesso? Ancora no? Ok, ve la spiego. Come fumettista sto ricevendo molta soddisfazione e gratificazione dalle mie opere umoristiche, proprio come Drizzit e The Author, ma anche da qualsiasi altra cosa io faccia che sia vagamente ironica o divertente. In pratica la mia relazione con la “commedia” è divenuta sempre più importante, e ora posso dire di avere una vera e propria storia d’amore con quel genere. Melpomene, che mi è sempre vicina quando scrivo racconti, si vede sporadicamente nella storia, e questo rappresenta il mio rapporto saltuario ma intenso con la scrittura. Ben più presenti si sono fatte Mese & Nete, giacché sto dedicando molta parte del mio tempo al game-design. Calliope e Erato sono comparse. Per ora.
Se in un periodo il troppo lavoro comincia a logorare la mia vita e inizio a pensare che dovrei dedicare meno tempo ai miei fumetti umoristici, Talia potrebbe imporsi e reclamare che il nostro rapporto continui… creando uno scompenso nella mia ispirazione. Vi ricorda qualcosa?
Come scrivevo sopra, The Author è una metafora. La mia vita di autore c’è, ma non è narrata apertamente, in modo facile, e soprattutto la decifratura della metafora che lo costituisce non è richiesta né voluta. Resta un fumetto che può essere letto più o meno profondamente, ma il livello di lettura più profondo non vuole essere raggiunto. Preferisco narrarvi di muse, di dimensioni filosofiche, e di come la creatività plasma ogni autore.
A cura di Luigi Bigio Cecchi