Il vecchio e il trend-topic
Una delle cose di cui si prende consapevolezza quando si “invecchia”, è di essere fuori dal giro dei trend-topic che devastano il cervello ai poveri millennials. Te ne accorgi lentamente, è una consapevolezza che all’inizio è solo un sospetto, poi in maniera subdola arriva il momento in cui ti trovi fuori dal contesto creato dal trend-topic, improvvisamente, sorprendentemente. E la cosa bella è che non te ne frega niente.
Dovendo lavorare sui social, è normale venire schiaffeggiati ogni giorno dal trend-topic del momento. Dura un paio di giorni, tre se è particolarmente potente. A volte il trend-topic nasce per caso (tipo muore uno famoso), più spesso invece la sua comparsa è dovuta a due fattori: un evento di per sé insignificante, più migliaia di persone che non hanno un cazzo da fare. In alcuni rari casi il trend-topic è provocato astutamente (tipo che esce il trailer numero sei dell’episodio quattrocentodue di una qualsiasi saga di film per nerd, oppure che domani è il venerdì nero e ci stanno gli sconti sulle cianfrusaglie). Fatto sta che il trend-topic emerge, come un’onda, cresce, si innalza sulla superficie e poi si abbatte sulle bacheche dei social di tutto il mondo, sui tavoli delle pizzerie dove gli amici si riuniscono a chiacchierare, durante le serate gioco, in piazzetta quando incontri gente che non ti ricordi come si chiama ma devi comunque trovare un argomento. L’argomento è il trend-topic. Il cerchio d’onda del trend-topic si allarga e si smorza velocemente, ma in quel giorno o due non si parla di altro.
E così il vecchio si ritrova nel mezzo di una specie di uragano che nessuna stazione meteo aveva previsto. Battute sul trend-topic. Opinioni del tutto discutibili sul trend-topic, instant-meme sul trend-topic creati dalle solite pagine autrici di niente e affamate di notorietà, omaggi di autori più o meno famosi sul trend-topic, eventi che celebrano il trend-topic, litigi sul trend-topic, cheeseburger nuovi nei menù dei pub che cambiano in onore del trend-topic (solo tre giorni, provalo!). Il vecchio è disorientato. Dapprima si chiede “che cazzo sta succedendo?”, ma questa confusione dura poco perché il bombardamento è sufficiente a farlo risalire all’origine di tutta quella baraonda nel giro di un paio di meme, o origliando una discussione dal tavolo a fianco in pizzeria. È a quel punto che si insinua il dubbio, che inizia la consapevolezza. Il vecchio vorrebbe interrompere il tizio del tavolo a fianco e dirgli: “Scusa, ma davvero te ne frega così tanto di questa cosa?”, ma poi non lo fa, perché è quasi sicuro che il tizio gli risponderebbe: “Sì, per me è una cosa importante, al punto che ne sto discutendo in pizzeria con la mia ragazza, e per lei è un valido argomento di discussione perché anche lei è un’appassionata, e preferiamo parlare di questa cosa anziché dell’ultimo libro che abbiamo letto, della situazione socio-politica nella quale viviamo, dell’educazione, delle scelte etiche che dovremmo fare, del nostro futuro lavorativo, del perché mi comporto così da stronzo e del fatto che vorremmo fare sesso ma nessuno dei due ha comprato i preservativi.”
Allora il vecchio si ritira. A casa scorre con mesto disinteresse la bacheca di Facebook trovando altre mille persone che stanno parlando dello stesso trend-topic. Stringe nel cuore le cose importanti, che sopravvivranno all’uragano, e che affronteranno il prossimo. Si chiede se questa sia la moderna mondanità, se anziché parlare del tempo e di come stanno i parenti (argomenti per i quali prova tuttora un disinteresse atavico), adesso al “buongiorno” segua di prassi una domanda sul trend-topic. Ed ecco la consapevolezza. Che nel bagnasciuga dei trend-topic il vecchio non ci vuole stare, a farsi lambire i piedi dalla stronzata del giorno. In fondo, può scendere in acqua (e anche fare i tuffi) quando gli pare, o quando ne ha bisogno. Quindi afferra il suo telo da mare, e senza troppo fatica lo allontana dalla riva.
Ancora un po’. Ancora un po’. Ecco, così. Perfetto.
A cura di Luigi Bigio Cecchi