Perché la fobia degli spoiler è roba da idioti
In realtà per il mio pezzo di questo mese avevo intenzione di parlare di tutt’altro, ma poi è uscita una certa puntata di una certa serie tratta da un certo fumetto, e su un certo social è stato di nuovo un fiorire di gente arrabbiata per gli spoiler, involontari o meno. Ho sentito quindi l’esigenza di spiegarvi perché aver paura degli spoiler è una cosa da idioti.
Nel condurre questa mia analisi, mi rivolgerò direttamente a un fantomatico interlocutore che detesta gli spoiler, se ne lamenta sui social e lotta tutti i giorni per evitarli. Per comodità inoltre, suddividerò il pezzo in tre parti che affrontano ognuna un punto distinto della questione.
Parte I – Non hai alcun diritto di pretende rispetto per la tua fobia degli spoiler
Ho sentito più volte dire “è una questione di gusti, io mi godo di più un film (o una serie, o un fumetto, o un libro) se non ne so nulla, quindi rispetta questa mia opinione”. Ebbene, non hai diritto ad alcun rispetto. Sarebbe come se un vegano chiedesse di non mangiare carne in sua presenza per “rispetto”, perché magari la sua scelta deriva proprio dall’orrore nel vedere carne di animali morti servita su un piatto. Oppure sarebbe come se un cattolico ti chiedesse di non usare una bestemmia come intercalare, perché offende il suo senso religioso. O ancora, sarebbe come se un laziale ti chiedesse per cortesia di non osannare la Roma in sua presenza, perché a lui dà proprio fastidio. Ebbene immagino che ci siano tante persone che ritengono la scelta vegana discutibile, ma alla maggior parte della gente se qualcuno è vegano non dà fastidio. Tuttavia non credo proprio che riterrebbero sensato smettere di mangiare carne quando c’è lui perché LUI è vegano. Stessa cosa riguardo il senso religioso. Eravamo tutti Charlie quando facevano satira su Maometto, e tante delle persone che si arrabbiano per gli spoiler magari bestemmiano a ruota libera passeggiando lungo il viale con gli amici, o nel pub discutendo con la ragazza del più e del meno, o magari in metropolitana. E se qualcuno attorno a loro possedesse un profondo senso spirituale, fosse un fedele convinto di una qualsiasi fede cristiana, o anche se solo semplicemente ritenesse che nei confronti del sentimento spirituale delle persone bisognasse avere rispetto? Sticazzi? L’esempio del laziale che odia sentir parlare bene della Roma non credo ci sia bisogno di approfondirlo. Il punto è che se si reputa ridicolo dover portare rispetto in quel modo a chi è vegano, a chi è religioso, o a chi è laziale, immaginate quanto possa essere stupido e ridicolo pretenderlo per la fobia degli spoiler. Forse ti sei mai premurato, dovendo postare di un Gesù con il mascara e il rossetto devo scrivere “ATTENZIONE OFFESA RELIGIOSA” seguito da duecento accapi per evitare che la gente lo veda? Eppure sei stato attentissimo a scrivere “ATTENZIONE SPOILER” prima di scrivere che Han Solo muore alla fine di Star Wars VII, per non turbare la sensibilità di chi non l’aveva ancora visto. Giusto? Ecco, ora sai quanto sei stato incoerente.
Parte II – Sei su un social quindi l’imbecille sei tu
Negli anni ’90, citando una recente pagina di Zerocalcare (che a sua volta citava Alien), nessuno poteva sentirti gridare. Non c’erano i social, a malapena esistevano le email ma era presto per una diffusione di massa. L’unico modo per venire a sapere qualcosa dei film erano i trailer in televisione, o le chiacchiere con gli amici. Adesso ci sono i social: quando entri in un social è come entrare in un circolo letterario, filo-televisivo, cinefilo, cinofilo, gattaro e contemporaneamente farsi un giro in taxi con un tassista logorroico e un taglio di capelli dal barbiere che sa tutto. Amplificato cento volte.
Tu che posti “non ne posso più di spoiler su questo fumetto” è l’equivalente di te che entri nel bar sport la domenica sera senza aver visto le partite e ti incazzi perché qualcuno sta parlando dei risultati della tua squadra del cuore. Se imbocchi in un circolo letterario e becchi due simpatiche signore che sorseggiando un tè stanno discutendo della morte di Anna Karenina, non ti puoi incazzare, ne puoi lamentarti perché avrebbero dovuto avvertirti, vedendoti arrivare, che si parlava di quel libro e che c’era rischio spoiler. Sei un imbecille, stacce. Se non vuoi incappare in qualche informazione che per te è dannosa, non entrare in un social network che ha l’unico scopo di concentrare in sé tutte le chiacchiere utili e inutili del mondo. I social servono proprio a parlare delle cose. Di TUTTE le cose, dalle verruche sui piedi del tuo amico alla filosofia applicata alla cibernetica. Esistono per questo, e tu che pretendi di non trovarci cose che ti offendano sei nella migliore delle ipotesi un ingenuo, nella peggiore un ottuso.
Parte III – La qualità opera di valore non può essere rovinata dagli spoiler
Quando ero bambino, vedevo un sacco di film (e c’erano ancora le videocassette, immaginate). Uscendo con gli amici, nel pomeriggio dopo la scuola, si finiva inevitabilmente a parlare dei film che avevamo visto. C’era una curiosità e una gioia nel sentir raccontare del film che ci avevano entusiasmato, che era tangibile. Mi brillavano gli occhi quando raccontavo agli amici il modo in cui Terminator freddava la prima Sarah Connor, o come Isabeau e Navarre finivano per stare finalmente insieme. E nel contempo, loro mi raccontavano di altri film che non avevo visto, emozionandomi e facendomi fremere nell’attesa di correre in videoteca a noleggiarli. Nessuno si sarebbe mai sognato di dire “no, checcazzo, non me lo raccontare che me lo rovini”. L’avremmo guardato tutti come per dire “ma che idiozie vai dicendo?”. Anzi, più la scena era “la scena che mi è piaciuta di più di tutto il film” più eravamo curiosi di sentirla. Poi si andava a vedere il film e si attendeva con ansia quella scena, perché si voleva essere emozionati come quel nostro amico, e quando arrivava era ancora più bella perché sapendo cosa ci aspettava, la vivevamo due volte: con i nostri occhi, e con quelli di chi ce l’aveva raccontata dicendoci che era spettacolare.
Nessun film, serie, libro o fumetto che ho amato è mai stato rovinato da uno spoiler. Perché alla fine, le opere veramente belle, sono quelle che ti emozionano e ti piacciono ancora di più la seconda o la terza volta che le vedi, sapendo già tutto e cogliendo i dettagli che alla prima visione erano scappati. Se un’opera può essere rovinata da uno spoiler, siamo sinceri, vuol dire che fa schifo. Se ve l’hanno spoilerata e per questo non vi è piaciuta, è una pessima opera, che non meritava nemmeno la prima visione e che sicuramente non né merita una seconda. E ve lo posso assicurare: non vi sarebbe piaciuta di più, senza lo spoiler. E questa, in fin dei conti, è l’unica consapevolezza che volevo trasmettervi con questo mio lungo pezzo.
Alla prossima.
A cura di Luigi Bigio Cecchi