Durante il Napoli Comicon 2018 abbiamo avuto il grande piacere di poter intervistare Francesco Francavilla, fumettista italo-americano, vincitore dei premi Eisner, Eagle ed entrato nella top ten di vendite del New York Times, conosciuto in tutto il mondo per il suo stile “neo-pulp”.
In questa edizione del Comicon Francavilla è stato presente con Edizioni BD per presentare il suo fantastico artbook The Art of Riverdale che racchiude, per la prima volta, tutte le copertine che ha realizzato in questi anni per Archie Comics.
L’artista ha risposto quindi con cordialità a tutte le nostre domande.
Hai disegnato alcune delle serie fumettistiche più di successo degli ultimi anni: Batman, Occhio di Falco, i Guardiani della galassia. Qual è stata la run che ti ha emozionato di più disegnare?
Di sicuro Batman: The Black Mirror, realizzato insieme a Scott Snyder. Qui viene introdotto James Junior, figlio psicopatico del commissario Gordon. Ci sono alcuni momenti abbastanza forti dal mio punto di vista, come la relazione tra padre e figlio, e penso che io sia riuscito a trasmetterle nella maniera giusta. Ma metto in questa lista anche il numero 4 di Afterlife, dove Archie deve uccidere il proprio padre che è diventato zombie, poiché quella scena è stata dura da disegnare. Ci sono molte emozioni che emergono. Tante persone mi hanno detto che hanno pianto leggendo quel fumetto. Non dico che mi faccia piacere sapere che abbiano pianto ma ciò significa che sono riuscito a trasmettere le emozioni tramite dei disegni.
C’è un supereroe o un altro personaggio dei fumetti che ti piacerebbe disegnare, tra quelli che non hai ancora affrontato?
È capitato che ho disegnato Swamp Thing per un numero e mi piacerebbe fare qualcosa di più complesso e duraturo su di lui. Di quelli che non ho ancora disegnato mi piacerebbe invece La Cosa de I fantastici 4. Anche gli altri, ma in modo particolare lui.
Il tuo stile è stato definito “neo pulp”. Pensi sia una definizione corretta?
Penso di sì. È uno stile che affonda le radici nel pulp, che io amo, ma sono riuscito ad infondere una nuova energia ad esso e credo che ciò avvenga con l’utilizzo dei colori, dei forti contrasti e le ombre in bianco e nero. La colorazione che utilizzo in qualche modo è correlata a quel periodo; quando penso a quei colori, non so spiegare il perché, ma penso al jazz. Sono i colori che vedi sulle copertine di quegli album jazz degli anni ’40 e ’50. Credo che tutto questo abbia reso il mio stile appetibile per il pubblico di oggi.
Hai vinto premi anche come copertinista e lavori come illustratore. Quali sono le differenze principali nel tuo approccio, quando devi illustrare rispetto a quando disegni sequenze di un fumetto?
Il fumetto per me si deve focalizzare sullo storytelling, ed è importante che questo avvenga in maniera fluida quando realizzi i panels all’interno della pagina. La transizione da un panel all’altro non deve destabilizzare il lettore, ma deve avvenire in modo naturale. La copertina è diversa perché è fatta per attirare attenzione, quindi io faccio il possibile perché risulti interessante anche per chi non conosce la testata. Deve rubare l’occhio e farsi prendere dallo scaffale. Nella copertina per cui c’è sicuramente più cura nel tratto e nei dettagli.
Hai anche creato un eroe tutto tuo: The Black Beetle. Qual è, nel vasto mondo dei supereroi, la caratteristica che lo rende unico?
Penso sia quello a cui accennavo prima. Chiaramente The Black Beetle è un omaggio a The Shadow, a The Green Hornet, però le storie hanno un gusto moderno, grazie alla colorazione ma anche grazie all’azione. C’è spettacolarità dal punto di vista dell’action e penso sia l’elemento nuovo.
Ti piacerebbe vederlo al cinema o in TV?
Altroché, magari!
Pensi ci sia questa possibilità?
Non lo ritenevo possibile quando l’ho cominciato, ma col fatto che recentemente tante produzioni attingono a piene mani dal mondo del fumetto e fanno anche cose d’epoca, penso sia possibile. Sarebbe bello vedere che qualcosa che hai realizzato finire sul grande o piccolo schermo.
Credi che la relazione crescente tra fumetto e cinema sia positiva per entrambi i medium?
Penso che sia positivo per i creatori del fumetto, perché raccolgono i frutti del proprio lavoro e c’è così un’altra fonte di guadagno, però ad essere onesto non credo che il successo di un film porti più lettori al fumetto da cui è tratto, e questo è un aspetto sicuramente deludente.
Sei venuto al Comicon dove hai anche presentato il bellissimo artbook The Art of Riverdale, dove sono racchiuse tutte le copertine che ha realizzato in questi anni per Archie Comics. Ci puoi dire qualcosa invece sui progetti che hai in cantiere?
Attualmente sto lavorando sulla seconda serie di The Black Beetle, perché l’anno scorso è uscito un one-shot di 40 pagine e tutti erano contenti di rivederlo sugli scaffali. Lavorando su di esso mi si è riaccesa la passione, la voglia di riportarlo in edicola, di fare qualcosa di personale.