Pubblicazioni barbariche
Tra i tanti sottogeneri della letteratura fantasy uno dei più longevi è probabilmente lo Sword & Sorcery. Le lotte tra indomiti guerrieri vestiti da un’armatura lucente e i malvagi stregoni desiderosi di ottenere poteri arcani senza pari affondano le loro radici fin nei racconti che hanno dato alla luce il fantasy, come il Ciclo Arturiano.
Parlando di Sword & Sorcery è impossibile non citare Robert E. Howard, vero e proprio padre di questo sottogenere, nonché creatore del suo personaggio icona, Conan il Barbaro.
Conan rappresenta uno di quei casi in cui il personaggio riesce a trascendere il successo del suo stesso autore. Amatissimo dal pubblico, sin dalla sua prima apparizione sulle pagine di Weird Tales nel Dicembre del ‘32 nel racconto The Phoenix on the Sword incarnò perfettamente gli ideali dell’eroe duro e puro del suo genere. Un guerriero dalle capacità straordinarie, in grado di dare la morte a qualsiasi avversario con la sua spada e la sua forza di volontà. Eppure, al tempo stesso, un vero amante della vita, capace di ridere, bere, scherzare e conquistare il cuore di ogni donzella sulla sua strada.
In Conan Howard sembrò quasi far confluire una sua visione dello stato di natura dell’essere umano. Le barbarie, viste come lo stato natio degli umani, sono anche il momento in cui le persone possono mostrare il loro lato più puro e nobile. Conan il Barbaro, pur essendo costretto a combattere contro infinite avversità, è un uomo generoso, incarnazione sotto ogni punto di vista dei sentimenti di generosità che la civiltà ha progressivamente perduto. Spunti che, dopo Howard, altri grandi autori mantennero per il personaggio. Tra questi scrittori del calibro di Lyon Sprague de Camp e Robert Jordan.
Nel frattempo il Barbaro per eccellenza era approdato anche sui fumetti. Il primissimo esperimento si deve a una pubblicazione di un volumetto in spagnolo, pubblicato in Messico negli anni ‘50. Inizialmente fu una trasposizione del racconto Queen of the Black Coast. Successivamente l’esperimento andò avanti fino al 1958, portando con sé diversi numeri e un discreto riscontro di pubblico.
Tuttavia, perché Conan potesse realmente conquistare il nuovo medium ci sarebbe voluto ancora qualche tempo. Era il 1970 quando la Marvel Comics riusciva a mettere la mani sul personaggio. Il tutto quasi per puro caso.
La Casa delle Idee voleva da tempo differenziare le proprie pubblicazioni e aggiungere qualche testata dal taglio più fantasy. Il genere in quel periodo viveva una sua piccola età dell’oro, sia grazie a un ritorno di fiamma per Il Signore degli Anelli di John Ronald Reul Tolkien, che alle pubblicazioni di Ursula Kroeber LeGuin (nel ‘68 e nel ‘70 erano usciti i primi due romanzi del Ciclo di Earthsea). Di lì a pochi anni sarebbe stata pubblicata la Spada di Shannara, e molti altri furono gli autori che si dedicarono al genere in quel periodo.
La Marvel si mosse con estrema cautela. Fu fatta una ricerca di mercato per poter scegliere quale personaggio pubblicare ma, nella rosa di nomi iniziale, Conan non era contemplato.
Oggetto delle attenzioni delle Marvel erano Doc Savage, Tarzan, il Signore degli Anelli e Jorh Carter e, soprattutto, Thongor di Lemuria. Quest’ultimo era il personaggio che Martin Goodman e Stan Lee speravano di poter ottenere, ma Lin Carter, creatore di Thongor, rifiutò sdegnato la proposta di pubblicazione. La Marvel aveva infatti messo sul piatto appena 150 dollari per ottenere i diritti del personaggio.
Fu allora che Roy Thomas provò a cambiare bersaglio e pensò a Conan. Cosa che la Marvel non apprezzò per niente. Era passato troppo tempo dalle ultime pubblicazioni del barbaro di Howard, il quale non viveva un momento di grande popolarità. Lee non sembrava molto convinto e fu Thomas a spronarlo, dopo aver letto e apprezzato i racconti di Howard.
Thomas aveva trovato il personaggio su cui puntare. Fu così che contattò Glen Lord, agente curatore dei beni di Howard, proponendogli di trasporre il Barbaro sulle pagine dei fumetti Marvel. Thomas, forse imbarazzato per il budget così basso, alzò di propria iniziativa l’offerta a 200 Dollari. E Lord accettò: era l’occasione che Conan aspettava per tornare in auge. La pubblicazione di un fumetto avrebbe portato nuova linfa al personaggio, dandogli gli strumenti per attrarre anche i lettori più giovani.
La prima pubblicazione di Conan il Barbaro su un albo Marvel avvenne nel 1970, curata dallo stesso Roy Thomas e con i disegni di Barry Windsor-Smith. Sia Thomas che Lord non furono entusiasti della scelta del disegnatore, ma i 50 Dollari extra dell’offerta avevano impedito alla Marvel di assumere per il ruolo John Buscema. In seguito la prima scelta di Thomas avrebbe comunque preso parte al progetto (a partire dal #25).
Nonostante l’entusiasmo dello sceneggiatore la sensazione di molti era che la Marvel stesse giocando d’azzardo. Il progetto prevedeva un fumetto del tutto slegato dalle sue testate principali, ricco di azione ma con una quantità di humor inferiore a quella solitamente presente sui propri fumetti. Molto distante, insomma, dal target usuale della casa editrice. Anche per questo inizialmente l’intenzione era quella di far uscire la testata a cadenza bimestrale. Tuttavia le vendite di Conan the Barbarian #1 furono così confortanti da spingere la Casa delle Idee a far uscire pubblicazioni mensili.
Le prime storie di Conan sulle pagine Marvel videro una trasposizione abbastanza fedele del personaggio, così come era stato descritto da Howard. In breve però la Thomas riuscì a dare la propria impronta alle storie del Barbaro Cimmero. In pochi anni furono portati sulle pagine del fumetto anche personaggi originali come Red Sonja, creata nel ‘73. Ma anche altre icone del genere fantasy, come Elric di Melniboné, il negromante albino protagonista dei romanzi di Michael Moorcock.
Il successo del personaggio convinse la Marvel a far uscire nuove testate dedicate al Barbaro. Nel 1974 pubblicò Savage Sword of Conan, albo in bianco e nero sceneggiato dallo stesso Thomas con delle tematiche più adulte. In seguito dal 1978 al 1981 Conan divenne protagonista di alcune strisce destinate ai quotidiani, al pari di Spider-Man. Un anno dopo il personaggio fece il suo esordio al cinema, incarnato da Arnold Schwarzenegger.
Le pubblicazioni di Conan continuarono fino al 2003, quando la Marvel scelse di non rinnovare il proprio accordo con la Howard Estate. Il motivo è forse da ricercare nel calo di popolarità che aveva subito il personaggio, dovuto anche alla lontananza dalle sale cinematografiche. Proprio nel 2003 Schwarzenegger divenne governatore della California. Tramontava così il progetto della Warner Bros di realizzare un terzo capitolo per il cinema. Conan, improvvisamente, non sembrava più avere un futuro. E la Marvel non poteva aspettare.
Con un film rimandato per ben sette anni sembrava ormai che lo slancio di Conan non potesse più raggiungere quello avuto tra gli anni ‘70 e ‘80. I diritti, non rinnovati dalla Marvel, furono così presi dalla Dark Horse Comics. Nei tredici anni di pubblicazioni sulle pagine della casa editrice dell’Oregon sono state molte le penne che si sono succedute per raccontare le imprese del Barbaro creato da Howard, oltre alla ristampa delle vecchie storie e delle strisce giornaliere del personaggio. Furono sei le testate dedicate a Conan, molte della quali conquistarono l’approvazione del pubblico e della critica.
Conan viveva di nuovo un periodo di popolarità. O forse essa non si era mai spenta, ma solo assopita, in attesa di qualcosa che gli potesse ridare visibilità.
Nel corso del 2018 tuttavia la Marvel è tornata sui suoi passi, assicurandosi ancora una volta i diritti di pubblicazione di Conan, affidando le sue avventure a uno sceneggiatore del calibro di Jason Aaron. Accanto a lui, per questa nuova rappresentazione del Cimmero, ci sarà l’artista Mahmud Anjum Asrar.
Quale sarà il destino del personaggio è difficile dirlo. I lettori potranno tuttavia scoprilo seguendo le nuove avventure di Conan il Barbaro, nelle diverse incarnazioni che la Marvel gli dedicherà nei prossimi anni.