Correva l’anno 2007, periodo di Halloween, quando nelle sale del mondo uscì un horror. Un bell’horror. Anzi; un ottimo horror secondo colui che vi scrive. Un horror che ha il merito di caricarsi sulle spalle il compito (spesso infausto e difficile) di portare sullo schermo ciò che già aveva avuto successo come graphic novel.

Di che film stiamo parlando? Ma di 30 Giorni di Buio! (Titolo Originale 30 Days Of Night)
Diretto dall’umile David Slade, il film si fa notare per essere uno dei pochi horror a non farti odiare i protagonisti. O almeno. Non del tutto.

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30-days-of-night-theatrical-posterIl film ci mostra la triste fine delle cittadina di Barrow, un piccolo e allegro paesino ai confini del mondo. Cosa può andare storto in un paesino nel nord estremo dell’Alaska? In effetti tante cose. Un’interruzione di corrente, una tempesta particolarmente forte. Oppure una banda di vampiri che decide di preparare un banchetto sulla cittadina. Eh già. Perché la buona Barrow ha una caratteristica (reale), è infatti uno di quei paesini talmente a Nord che periodicamente si becca un mesetto di notte eterna. Ovvero, trenta giorni di buio. E quale occasione migliore, per appunto un gruppo di vampiri di eradicare ogni forma di vita e bere tanto tanto sangue, se non una cittadina in cui il sole non spunta per 30 giorni? Nessuna a quanto pare.
Purtroppo per Barrow, inoltre un sottoposto abbastanza rincoglionito ma utile alla causa, un povero umano raggirato dai vampiri (manovrato abilmente con promesse di potere) compirà atti di sabotaggio votati a esternare Barrow dal mondo esterno. Come se già di suo non fosse abbastanza situata in quella zona chiamata generalmente “in culo al mondo”.
Comunque, quando la notte scende, il centinaio di persone rimaste nel paese (molti si trasferiscono per il brutto periodo di notte eterna, questi sono anche conosciuti come “quelli furbi”) scopre con orrore che non sono in cima alla catena alimentare come pensavano, o comunque non così vicini alla vetta, ricordando che ci sono anche i simpaticissimi orsi polari.

Il film è chiaramente un classico horror splatter, che non disdegna scene forti e segue la classica trama di sopravvivenza che vede quindi realizzarsi la classica formula (gruppo di persone) contro (nemico di turno) = trama; che guardate bene è semplice si, ma se realizzata con criterio non etichetta un film come pessimo o scontato. Anzi, in questo film, il punto di forza del banchetto, non sono tanto i protagonisti come nel 90% delle produzioni cinematografiche; infatti se gli umani sono una preda e un contorno, il piatto forte e i veri mattatori di questo film sono i vampiri. Distaccandosi dal concetto classico di vampiro, questi predatori notturni vanno ad abbracciare lo stereotipo del vampiro ferale, più caro ad alcune tradizioni popolari molto antiche piuttosto che agli stereotipi hollywoodiani. Quindi il vampiro presente in 30 giorni di buio perde tutto il suo fascino dark e gotico, accantonando ogni pretesa di eleganza e bellezza ultraterrena.
Acquisendo però il fascino del predatore. Lo stesso fascino che possiamo osservare in un serpente velenoso o in un grande squalo bianco. Gli esseri umani sono praticamente inermi di fronte a questi mostri, sia per una discutibile mancanza di iniziativa sia per questione biologica. Quindi se vogliamo trovare i veri protagonisti del film, beh, sono loro: i mostri succhiasangue (e il loro splendido make up).

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I punti forti del film si possono riassumere in due cose quindi: la fotografia, molto bella ed estremamente fredda. Ed i villain estremamente terrificanti e che trasmettono un senso di impotenza nell’umano. Perché a me, non so a voi, mi succede di immedesimarmi in molti film. E in molti horror, ho pensato: “ma perchè semplicemente non scappano” o “ma come non riescono ad organizzarsi in gruppo per sconfiggerlo/sconfiggerli”. Ecco. In questo film vi rendete conto fin da subito che sarebbe quasi un suicidio affrontare tali belve.

Ma attenzione, 30 giorni di buio non è un film perfetto. Passiamo quindi ai punti oscuri.
Che possono essere individuate in alcune cosucce, marginali si, ma che chiunque può individuare.
Ad esempio gli esseri umani e le loro patetiche tecniche di sopravvivenza. Pensate davvero che guardare qualcosa che vuole mangiarvi al posto di lottare o comunque scappare sia una buona tecnica? Beh. Molti evidentemente alcune persone a Barrow lo pensavano. Anche se c’è sempre da ricordarsi che non tutti agiamo alla stessa maniera, e c’è chi di fronte ad un pericolo rimane paralizzato dalla paura. Beh. Selezione naturale.
Altro punto. Giustamente un sacco di gente è armata, ma nota ben presto che sparare a codeste creature non si ottiene molto, se non rallentarle qual’ora la tua arma abbia un’ottimo potere di arresto. Bene. Una volta archiviato questo, perché non provare a centrare la testa di quei maledetti mostri? Voglio dire, certo non è facile prendere in testa un mostro umanoide che ti carica per mangiarti. Ma per Dio, sempre meglio che farsi mangiare no?
Ultima chicca. Anzi no, pecca. Vabbè.
Un pover’uomo che tenta, giustamente aggiungerei, di farsi esplodere insieme ad alcuni vampiri. E ci riesce! Ma, sorpresa delle sorprese, esce mezzo indenne dall’esplosione di una decina di candelotti di dinamite. Come diremmo noi “internettari”: WTF?
È davvero possibile? Ve lo dico io. Non c’è bisogno di quelli di Mythbusters. NO. Non è possibile. Quell’uomo sarebbe finito a pezzi. Non nel senso che era stanco eh. Nel senso che sarebbe finito un po’ qua e un po’ la.

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Top 3:

Denise, Voto 8: All’uscita dal lavoro è già bella carica con due ragazzi pronti a fargli la festa, insieme. Quando le bestie attaccano, caccia un urlo provvidenziale e poi corre. La ritroviamo poi nel covo dei sopravvissuti. Contro ogni pronostico (avrà fatto saltare molte schedine) arriva viva alla fine. Nel mio cuore spero che per alleggerire la tensione l’abbia data al “fratellino” dello sceriffo, che francamente, ne aveva bisogno. Golosa.

Sceriffo Eben Oleson, Voto 8: Interpretato dal non proprio espressivo Josh Hartnett, si differenzia comunque dagli altri sopravvissuti come leader e valido protagonista, non prendendo decisioni stupide, tirando fuori le palle al momento giusto e non disdegnando di mostrare una cosa fondamentale ad ogni eroe: un po’ di culo. Ottima anche la scelta dell’arma. Tagliente.

Marlow, Voto 6,5: Si presenta subito bene, intelligente, carismatico e violento. Come piace a noi. Massacra umani in quantità, dando sfoggio di avere anche dei discreti numeri nel suo repertorio; ottimo l’impalamento al muro dell’uomo in casa, inutile alla causa, ma di certo gaudio per il pubblico. Suo probabile anche il merito anche di quei gessati così eleganti indossati dai mostri, che stile ragazzi, che stile. Il suo piano fila tutto liscio fin quando un sceriffo provincialotto non prova a rubargli la scena. Lui giustamente lo affronta, non potendo sapere che era dopato. Viene ucciso in maniera tanto cruenta quanto inaspettata. Beffato.

Flop 3:

Billy Kitka, Voto 3: Il vice-sceriffo della cittadina è un vero e proprio eroe, alle prime avvisaglie di problemi si rinchiude in casa, e una volta constatata la superiorità del nemico fredda la moglie e le figlie. Per poi non riuscire neanche ad ammazzarsi. Squallido.

Lo Straniero, Voto 4: Una persona che pensa di servire dei mostri succhiasangue senza incorrere in pericoli si qualifica già da sola, lui va oltre, facendo anche il brillante con lo sceriffo (prendendole) e finendo poi ammazzato in malomodo dai suoi tanto amati padroni. Triste.

La bambina vampiro, Voto 5: Maledetti regazzì trasformati in incubi camminanti. Ma sopratutto maledetta la gente che si fa scrupoli ad ammazzare un mostro solo perchè ha le sembianze di un bambino. No bambina, no, nessuno vuole giocare con te. Accetta la situazione. (Guardate il film e poi capirete la battuta)