Tutto per Star Wars.
Rogue One: A Star Wars Story costituisce una piccola epopea nell’epopea. La storia di un manipolo di ribelli che, contro ogni previsione, decide di rubare i piani della Morte Nera, sfidando quello che sembra essere un fato inesorabile, riuscendo in un’impresa folle contro tutte le aspettative: infiltrarsi negli archivi imperiali e dare speranza a qualcosa che sembra non averne più. E… se vi dicessi che una storia del genere a tema Star Wars esisteva già?
Fanboys è un film del 2009, scritto e diretto da Kyle Newman, da sempre grandissimo fan della saga e che vanta all’attivo un numero non indifferente di documentari a tema Star Wars. In questo film non c’è solo la saga di George Lucas: abbiamo molto di più, un vero e proprio spaccato di quella che era l’America a fine anni ‘90, in cui viene mostrata la vita del nerd medio e il suo rapporto col mondo, prima che la sua figura venisse “sdoganata” da The Big Bang Theory.
La pellicola, ambientata nel 1998, quando il mondo era ancora innocente e non aveva mai sentito parlare di Jar Jar Binks, narra la storia di Eric Bottler, giovane americano come tanti, che a una festa di Halloween ritrova i quattro amici del liceo: Zoe (Kristen Bell), Hutch (Dan Fogler), Windows (Jay Baruchel) e quello che fino a poco tempo prima era il suo miglior amico, Linus (Chris Marquette). Salvo la ragazza, il gruppo è composto da fanboys di Guerre Stellari, in attesa di poter vedere Episodio I dopo anni di attesa (mancano solo 199 giorni, 23 ore, 59 minuti e 54 secondi all’evento). Botler, invece, ha rinunciato alle proprie aspirazioni di fumettista di fantascienza per lavorare nell’azienda di famiglia, una rivendita di auto usate, cosa che lo ha portato ad allontanarsi dagli amici, mai realmente cresciuti e che passano le serate a discutere di Star Wars, giocando al Nintendo nella rimessa di Hutch.
La notizia che Linus è gravemente malato riavvicina Eric al gruppo: in un momento di “follia” si mette d’accordo con Hutch e Windows, con la missione di viaggiare fino in California, infiltrarsi nello Skywalker Ranch e rubare una copia de La Minaccia Fantasma per farla vedere all’amico, cui restano ormai pochi mesi di vita. Con l’aiuto della fidanzata virtuale di Windows, tale “Rogue Leader” (coincidenza?) i quattro riescono ad ottenere la planimetria del cuore dell’impero di George Lucas, pronti a una vera e propria missione suicida.
Già la trama basterebbe a rendere questo film imperdibile per il fan medio di Star Wars, che non riesce a fare a meno di immedesimarsi in questo gruppetto di scalmanati che, senza alcuna vera logica se non la speranza di far vedere all’amico il seguito dell’amata saga prima della fine, decide di partire dall’Ohio per la California, passando per l’Iowa, il Texas, il Nevada prima di raggiungere, finalmente, la California. Ma a questo si aggiunge un’intera cornice, quell’America di fine anni ‘90 di cui parlavamo prima, ricostruita perfettamente, non solo per quanto riguarda i vestiti, le auto e la tecnologia (vedere il portatile di Windows oggi fa un po’ sorridere), ma anche per le musiche (chi si ricorda i Chumbawamba?) e persino per i fumetti di quel periodo, che fanno da sfondo a una vicenda coloratissima, con un umorismo un po’ all’American Pie, sebbene con meno sfumature di carattere erotico e molte più citazioni a raffica dal mondo nerd.
Questo film, infatti, non è solo Star Wars: all’interno ci troviamo in un vero e proprio road movie, dove si potranno trovare riferimenti sparsi a diversi classici del cinema, come Il Grande Lebowski, James Bond o Ritorno al Futuro, telefilm di culto come L’Incredibile Hulk, ma anche ai videogiochi di fine anni ‘90, come Super Mario Kart e Zelda.
Ma il centro rimane sempre la saga di Star Wars e il modo in cui i fans più accaniti vivono questa epopea. Si va dalle cose più comuni, come le discussioni sul personaggio di Boba Fett (definito “un dannato fighetto”), sulla sua importanza nella saga e sulla sua effettiva qualità, fino a cose più complesse, come i discussi baci tra Luke e Leia nei primi film e le sfumature filosofiche dell’ambientazione nella “galassia lontana lontana”. Il piatto forte, infine, è la rivalità tra i fans di Star Wars e quelli di Star Trek: le risse con i trekker, chiamati costantemente con il termine ritenuto dispregiativo, “trekkie”, sono all’ordine del giorno, e vanno dal rifiutarsi di servire due giovani avventori in cerca di un phaser in una fumetteria, fino a vere e proprie spedizioni punitive in territorio nemico, a Riverside nell’Iowa, futuro luogo natale del capitano Kirk.
Se gli attori che fanno parte del cast principale non sono certo tra i più famosi e quotati di Hollywood, la quantità di cammei ricucita per i professionisti più quotati è considerevole. Tra tutti, vanno citati Danny Trejo nel ruolo del Capo, un misterioso santone indiano; Billie Dee Williams, il buon vecchio Lando Calrissian, che interpreta un giudice dal nome particolare; William Shatner, nei panni di se stesso, costretto a sottostare a un ricatto di Harry Knowels (interpretato da Ethan Suplee); dulcis in fundo c’è lei, Carrie Fisher, qui nel ruolo di una dottoressa che non si risparmia lo scambio di battute, “I love you / I know” preso pari pari da Cloud City.
Non è certo un film perfetto, l’umorismo è talvolta di grana grossa e siamo ben lontani dalla sofisticated comedy, giocando spesso sul futuro della saga e sull’effettiva qualità dell’oggetto della missione dei protagonisti, quell’Episodio I che tanto ha fatto discutere, ma per un nerd amante di Star Wars il film diventa un must see, fosse anche solo per vedere la Sala dei Trofei dello Skywalker Ranch. Insomma, non bisogna farsi sfuggire l’occasione di guardare questo film. I fan più vecchi, quelli nati a inizio anni ‘80, potrebbero ben immedesimarsi nel gruppetto di Eric e Linus, ma anche i più giovani non possono lasciarsi sfuggire un film divertente e, a tratti, spassosissimo. Guardatelo, o il Lato Oscuro vincerà!