Inesorabile. Come la Morte e le Tasse.
Sei lì che scrivi tranquillo, ma una vocina dentro di te sussurra un’unica, labile parola, più o meno due volte l’anno. Più o meno in primavera e in autunno. Più o meno ROMICS.
E sai che tu, piccolo, tenero e dolce NERD entrerai a far parte di quel variegato microcosmo che per quattro giorni ti ingoierà all’interno della Nuova Fiera di Roma, risputandoti fuori solo la domenica sera, affogando nell’acido lattico delle tue gambe rese ormai quasi inutili.
THE NERDABLES
Dopo esserci velocemente accordati con il nostro Boss, capiamo che per mantenere quel minimo di sanità mentale necessaria per sopravvivere, il giorno migliore per sbarcare è la domenica. “Pazzi!” direte voi…” Si sa che la Domenica è il giorno più affollato!” Ma noi avevamo un piano: essere alla biglietteria al sorgere del sole, che coincideva più o meno all’ora in cui di solito il nostro Davide va a letto ogni giorno. Questo dettaglio ha segnato particolarmente l’attività motoria di Davide nella giornata di domenica, ma ne discuteremo meglio in seguito.
La truppa d’assalto di Stay Nerd capitanata dal nostro almighty Boss Raffaele, consisteva nella bella Sara, addestrata fotoreporter di guerra, forgiata nei peggiori campi di guerra che si possano ricordare, come Lucca 2014 o Romics 2013; Davide, acuto osservatore di Statuine Giapponesi, segugio ed esperto Nerd e il sottoscritto Dargo, imbonitore specializzato nel molestare discretamente i Cosplayer, rubando loro consensi per scattare foto in cambio di oggetti appuntiti e appiccicosi. No vabbè, spillette e adesivi dai, che poi la gente pensa male davvero.
PRENDIAMOCI IL ROMICS, o moriamo provandoci
La mattina passa veloce: ben 4 padiglioni da visitare: immensi, gremiti fino all’inverosimile, con una temperatura interna oscillante tra i 30 e i 38 gradi Celsius, con musica assordante e un odore di Ramen perenne. 4 gironi infernali, capaci di tentarci con centinaia di stand. Il nostro portafoglio è stato prezzolato più e più volte da scintillanti edizioni variant e arretrati di manga ormai persi nei fantastici anni ’90, ma ogni volta il nostro Boss Raffaele era lì a scuoterci, a ricordarci il nostro dovere: sopravvivere fino a riveder le stelle, diciamo più o meno fino alle 20.
Ora dopo ora, visitiamo tutto, osserviamo tutti: l’area Gaming è ancora più grande quest’anno, mentre super postazioni di gioco ci invitano a scoprire eccitanti videogames, noi diciamo no, grazie, purtroppo abbiamo già una tabella di marcia e non abbiamo purtroppo tempo da perdere per infognarci in scintillanti giochi.
La stanchezza comincia a farsi sentire, ma gli amici in questa Jungla di colori, suoni e cosplay, possono salvarti la vita: arriviamo allo stand GhostBusters Italia e salutiamo con estremo piacere GBMAX e i suoi colleghi, scambiandoci T-shirts in segno di pace. Annusiamo del Fomento nell’aria e capiamo al volo che il prode Leon Chiro ha la sua tana nei paraggi, eccolo infatti: come un felino maestoso si erge su un cubo elargendo saluti e selfie ai suoi infiniti fan, noi di Stay Nerd riusciamo a scattarci una foto con lui e io in extremis riesco a strappargli una benedizione per me e la mia famiglia. Beato Leon Chiro, in tutti i sensi.
Tra mille volti e mille stand riconosciamo i nostri amici dello IED, il mitico Istituto Europeo del Design, la dolce Chiara ci accoglie con cordialità mentre rimaniamo rapiti dall’interessante programma di dimostrazioni grafiche offerte dal palco, proprio in quel momento la grandissima Cinzia Angelini sta spiegando agli astanti come nasce l’animazione di un cartone animato e non si può che rimanere a bocca aperta di fronte la magia dell’animazione. Fate i bravi e andatevi a leggere l’intervista che le abbiamo fatto QUI.
Sara ci avverte che i nostri livelli di caffeina stanno calando vertiginosamente, e che non potremo continuare a lungo in queste condizioni. Anche perché inizia la parte clou della missione: immortalare loro, l’anima della fiera, l’anima oscura, lo Ying e lo Yang : i Cosplayer.
FINO ALL’ULTIMO SCATTO
Un cartello, delle spille, alcuni adesivi e tutta la nostra pazienza. Queste sono le armi che ci ritroviamo per fronteggiare l’imponente esercito di cosplayer ammassato fuori dai padiglioni, sui prati e nella zona degli Specchi. La temibile Sara sfodera la sua Reflex con mirino laser, carica e indica il bersaglio, noi come segugi puntiamo i costumi migliori, non c’è pausa, non c’è timore. Il nostro occhio critico ferma, mira e scatta foto solo ai cosplayer più belli, i più meritevoli del nostro occhio analogico. I malus sul campo di battaglia sono pericolosi e variegati: una selva di free huggers con un’età variabile dai 13 ai 19 anni cerca in tutti i modi di abbracciarci, di assalirci con sudore, trucco colato e in alcuni casi chili di troppo ma noi ci defiliamo con maestria tra la folla, lasciandoli la maggior parte delle volte ad abbracciarsi da soli tra loro in un triste rituale a cui non possono più sottrarsi. Se l’anno scorso gli assassini da Firenze andavano un casino, quest’anno va di moda il Deadpool in ogni variante, super eroe smargiasso e un po’ villanzone.
Ma ecco che all’improvviso si sentono delle urla tra la folla, urla disumane, acute e affilate. Qualcuno deve averli liberati, si mormora, “si si è lui sicuramente, sono loro! Corriamo! “
Quando la situazione diventa ingestibile viene evocato un temibile YOUTUBER a caso che rende la folla una fiera indomabile, e se sei nei paraggi, sei finito. Di solito tengono questi individui ben chiusi in padiglioni speciali con transenne per evitare il contatto diretto con le persone, ma Jurassic Park insegna, qualcosa può andare storto, uno di loro può fuggire e arrivare sui prati e lì allora, capisci che la tua vita è in pericolo. Orde affamate di bambini, genitori e adolescenti puzzoni fanno a gara per farsi firmare una maglietta o un videogioco da questi tizi, rei solo di essersi filmati mentre giocavano nelle loro buie camerette. Il confine tra idolatria e adorazione è molto labile in questi casi, incastrati tra un Cicciogamer89 e un Gabbodsquared, depistiamo la folla con false informazioni, spargendo la voce che Sabaku no Maiku stia accendendo un falò poco più in là a qualche dio pagano. Ci credono. Siamo liberi.
SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME
Il livello finale della fiera consiste negli Specchi. Un luogo malvagio, liscio e riflettente. Si narra che i cosplayer più vanitosi siano rimasti ad osservare la propria immagine riflessa negli specchi per ore e che poi siano scomparsi nel nulla. Il sole è già alto nel cielo, riflette su tutti gli specchi presenti accecandoci gli occhi, ma non quello artificiale della Reflex di Sara che impavida continua a scattare foto su foto. Tra un centauro con problemi di mobilità, un Arles ghiotto di bomboloni alla crema e cosplayer dal sesso difficilmente intuibile, conquistiamo con ardore anche questa pericolosa location. Davide ha smesso di parlare già da un po’, gli orrori della fiera lo hanno segnato, non si dimentica facilmente.
Il Boss prende la parola, per oggi basta così. Prima di andare, ci meritiamo una razione di cioccolata e di zucchero filato. Ci siamo divertiti e abbiamo riportato a casa la pelle un’altra volta.
Tra barattoli vuoti di ramen che rotolano spinti dal vento e qualche free huggers ormai rassegnato per aver perso il suo treno, torniamo alla StayNerdcar. Il sole sta tramontando pigro dietro il padiglione 5 e Noi siamo usciti a riveder le stelle.