Dal 15 novembre è disponibile sul catalogo Netflix l’attesa quarta stagione di The Crown, la serie eccellente sulla Royal Family
Il fascino della famiglia reale inglese miete fan in tutto il mondo. Sarà per quella loro aria così fuori dal tempo, sarà per quell’essere trincerati dietro un confine invalicabile, ma i Windsor sono da decenni uno degli argomenti preferiti dei tabloid e dei loro lettori. The Crown, serie Netflix iniziata 4 anni fa, coniuga questa vocazione voyeuristica a un impianto formale impeccabile. Ottime interpretazioni (Olivia Colman, la Regina Elisabetta della terza e quarta stagione ha vinto l’Oscar nel 2019), ottima messa in scena, regia elegante, un gusto particolare per le colonne sonore. The Crown è senza dubbio una serie eccellente.
The Crown 4: lunga vita alle Regine!
La novità tanto attesa di questa quarta stagione si rivela sin dai primi minuti della prima puntata. Siamo, infatti, arrivati alla fine degli anni settanta, e la Royal Family si appresta ad entrare in uno dei periodi più bui della sua Storia. Due personaggi saranno la chiave di questa crisi privata e pubblica, che colpisce non solo la Regina, ma tutta l’Inghilterra: Margaret Thatcher e Diana Spencer.
Due donne, dunque, che entrano a piede teso nei delicati equilibri inglesi. Due donne che si dispongono sulla scacchiera, avviando uno scontro a tre, con Elisabetta. Tre regine.
A interpretare questi ruoli iconici della Storia contemporanea, sono state chiamate delle interpreti a dir poco eccezionali. Margaret Thatcher ha il volto affilato di una magnifica Gillian Anderson, prorompente, glaciale, spietata. A volte umanizzata, ma per mostrarne il volto misero sotto l’armatura da Iron Lady, laddove il suo pugno deciso ha avuto conseguenze umane irrimediabili tanto nella politica interna tanto agli Esteri.
Poi c’è Diana Spencer, interpretata nella sua versione giovanile da Emma Corrin, che passerà poi il testimone per la sua versione adulta alla stella Nolaniana Elizabeth Debicki. Incantevole, dolce, ma anche problematica e sofferente, Lady D. è mostrata senza filtri, così come non fa sconti il racconto della sua esistenza breve e infelice.
The Crown 4 è tutto quello che volevamo
Da quando è iniziata, The Crown ha attraversato varie fasi, raggiungendo picchi di puro lirismo e perfezione, ma anche momenti poco avvincenti. Il bilancio finale – sia chiaro – alza notevolmente l’asticella della qualità dei prodotti Netflix, confermandosi tra gli show più curati e eleganti del catalogo. Tuttavia, se nelle ultime stagioni quella che mancava forse era un po’ di tensione, ora è chiaro che si trattava di una rincorsa per arrivare agli apici di questo quarto capitolo.
Il periodo storico in cui ci muoviamo, d’altra parte, è ricco di elementi narrativi interessanti: dagli scontri con l’I.R.A. alla Guerra delle Falkland, fino alla gravissima inflazione e al sanguinoso braccio di ferro tra Governo e sindacati. Quella della Thatcher è una figura controversa, i suoi metodi condannati. Il Thatcherismo è ricordato come uno dei periodi più dolorosi della storia inglese e il ruolo della Regina oggetto di numerose domande.
Se il compito del sovrano – come abbiamo appreso magnificamente nella prime tre stagioni – è “non fare nulla”, come vivrà Elisabetta la sofferenza dei suoi sudditi? Il quinto episodio, Fagan, si occupa proprio di mostrare questo aspetto, smorzando un po’ l’apparente imperturbabilità della Regina adulta, la cui placida impotenza è scolpita nel volto di Olivia Colman.
Un’impotenza che sarà comunque messa in discussione in uno degli ultimi episodi della stagione, in cui un fremito in quel “far nulla” porterà a un duello aperto tra la Regina e il suo Primo Ministro. Siamo davanti al tramonto del Commonwealth, alla fine della Storia Imperialistica britannica, davanti allo svuotamento dello stesso ruolo regale. A un certo punto il suo voto giovanile, di protettrice dell’Impero, e la prassi non interventista confliggeranno, svelando tutte le contraddizioni di una donna potentissima nella sua assoluta imparzialità.
Ci avviciniamo alla storia recente
Se il fascino delle prime stagioni risiedeva nel racconto di un’epoca ormai piuttosto lontana nel tempo, The Crown 4 inizia ad avvicinarsi alla contemporaneità. Molti di noi, infatti, ricordano le immagini di Lady D. ancora in vita e lo sconvolgente incidente che l’ha portata via per sempre. Inoltre la cronaca di questi anni ha per protagonisti i suoi figli William e Harry, proprio quei bambini i cui primissimi anni sono raccontati nella quarta stagione di The Crown.
Su Diana sono state raccontate tante cose, ma Peter Morgan – il creatore dello show – ha deciso di isolarne un ritratto piuttosto crudo. La principessa del Galles è mostrata anche nei suoi momenti più cupi, quelli della divorante bulimia che la tormentava. Inoltre l’ambiguità della cronaca sulla relazione tra Carlo e Camilla qui è esplicitata in una relazione extraconiugale mai interrotta. Non stupisce che la reazione della vera Famiglia Reale alla serie Netflix sia stata furiosa.
Inoltre, pur deresponsabilizzando in parti i singoli – e soprattutto Elisabetta, che rimane pur sempre l’amata Regina d’Inghilterra – è mostrata tutta la spietatezza della Famiglia. Proprio la spontaneità di Diana, e il suo bisogno di accoglienza e d’amore mette a nudo l’incapacità emotiva dei Windsor, piuttosto incline al feroce meccanismo della sopravvivenza del più forte. Niente sesso, siamo inglesi, declamava un replicatissimo spettacolo teatrale. Ecco qui si potrebbe dire: nessuna pietà, siamo la Royal Family.
E ora?
La quarta stagione di The Crown è da vedere tutta d’un fiato. Non si vede l’ora che si arrivino a quei momenti salienti che abbiamo ben impressi nella memoria, ma ogni pausa riflessiva (come quella dedicata alla principessa Margaret – Helena Bonham Carter) è ben gradita. Ogni episodio è una mossa su questa scacchiera in cui tutto – privato e pubblico – diventa politico. L’istituzione del matrimonio, la sopportazione dell’altro, è esplicitata come simbolo della solidità della Monarchia stessa: ecco perché il divorzio tra Carlo e Diana sarà il primo duro colpo della contemporaneità Windsor.
La serie si conclude con un armistizio e una dichiarazione di guerra. Il riconoscimento della Regina alla Thatcher alla fine del suo mandato è una gran momento di auto-narrazione del personaggio di Elisabetta II, in cui si ribadisce e si ridefinisce la sua consapevolezza umana e simbolica. Tuttavia, un fuoco si spegne e uno si accende: e sarà il più divampante.
La vigilia di Natale, Diana scende le scale del palazzo indossando un abito nero, che quasi prepara al lutto che la riguarderà prematuramente. La quarta stagione si chiude sul suo sguardo lucido, così come la seconda si chiudeva sullo sguardo sfinito ma trionfante della giovane Elisabetta. Un primo piano struggente, che rimanda alla sempre più attesa quinta stagione, che arriverà carica di novità, con un nuovo cast e sempre più vicina alla scandalosa morte che sancì la definitiva perdita dell’innocenza dei Windsor.