Il card game dei Grandi Antichi
La premessa doverosa di fronte alla recensione di Cultist Simulator (sviluppato da Weather Factory) è quella di avere a che fare con un gioco complesso, forse troppo per quello che viene richiesto solitamente a questo tipo di intrattenimento videoludico.
Si tratta comunque di un’esperienza che merita un’occasione: a fronte di un gioco quasi ridotto all’osso, costituito in sostanza solo dalla plancia su cui si svolgerà la nostra partita, ci troviamo dinanzi a un titolo particolare, forse unico nel suo genere, che riesce a unire a un card game una narrazione affidata al testo che riesce a rivelarsi interessante.
Il tutorial del gioco è rapidissimo e ci presenta subito il nostro personaggio, il guardiano di un sanatorio in un non meglio specificato periodo compreso tra la fine dell’età vittoriana e gli inizi del secolo XX. La morte di un paziente farà scattare nel protagonista una serie di sogni inquietanti che, uniti alle ultime volontà del defunto, ci porteranno ad addentarci in un mondo oscuro e permeato di rituali e presenze malvagie. Detta così sembra a tutti gli effetti la trama di un racconto di H.P. Lovecraft, e in effetti questo testo sembra riprendere a piene mani dall’opera dello scrittore di Providence.
La trama sarà profondamente influenzata dalla nostra partita, con cambiamenti dovuti alle mosse e alle strategie che impiegheremo.
Il gioco in sé si presenta come un card game completamente diverso dagli altri. In primo luogo è bene comprendere che un punto fondamentale ai fini di una buona partita sarà la personalizzazione della plancia di gioco. Sarà infatti possibile scegliere come posizionare i vari elementi presenti sul tavolo, in modo da rendere più gestibile le nostre azioni: il disordine è un lusso che non ci sarà consentito per poter giocare al meglio.
All’inizio della partita disporremo di una sola carta azione, ovvero Lavorare. Questo darà il via al gioco, visto che una volta compiuta questa azione se ne aggiungeranno altre, come Parlare, Sognare, Esplorare, le quali quali andranno combinate con le risorse, come i Soldi, la Salute, la Ragione, la Passione e via dicendo.
La prima cosa che noteremo sarà che le carte azione saranno dotate di un timer, su cui dovremo investire correttamente una risorsa entro un tempo limite tra i dieci secondi e il minuto. Ed è qui che l’ordine scelto sulla plancia diverrà il nostro migliore alleato: immaginate di trovarvi con un numero di risorse limitato e più azioni da compiere; il timer scorre, dovete decidere cosa fare, trovare la risorsa giusta sullo schermo, selezionarla e metterla nella giusta azione; dire che la precisione necessaria per questo tipo di azioni debba essere maniacale è poco.
Il ritmo si farà in breve molto incalzante; ogni scelta fatta avrà delle conseguenze e ogni lasciata è persa in Cultist Simulator.
Il suo stile, apparentemente minimale, in realtà si sposa molto bene con quanto raccontato. La storia risulta onirica, forse un po’ nebbiosa, ma capace davvero di trascinare in un racconto di orrore e follia il giocatore che saprà approcciarsi al titolo con il giusto spirito. Questo perché, è bene ribadire quanto espresso a inizio articolo, Cultist Simulator è un gioco per pochi. In questo non aiuta nemmeno l’assenza di una traduzione italiana, che precluderà il gioco a quanti non abbiano una discreta conoscenza della lingua inglese.
Parlando di discesa nella follia, niente come il ritmo serrato e compulsivo sembra essere più adatto a far capire al giocatore cosa voglia effettivamente dire addentrarsi in un mondo dove la sanità mentale non è di casa. Il gameplay riesce a vivere in una zona d’ombra tra il complesso e il basilare, portando sempre più spesso le persone a disaffezionarsi. Resistere quanto basta e andare oltre agli inevitabili game over, comunque, ripagherà il giocatore.
Verdetto
Cultist Simulator farà storcere il naso e la bocca a più di una persona. Il titolo in sé si presenta snello, senza eccessivi fronzoli, ma vanta una complessità che si rivela essere sempre maggiore e che spesso porterà i giocatori ad abbandonare. Per contro il gioco si dimostra innovativo per il proprio genere, dando agli appassionati delle opere di Lovecraft l’occasione di godersi un titolo con forti ispirazioni alle opere dell’autore statunitense.