Chucky la bambola assassina è un grande classico del 1988 diretto da Tom Holand. Il pupazzo demoniaco Chucky è una vera e propria figura cult del genere horror la cui iconicità non è seconda nemmeno a mostri sacri come Freddy Krueger e Michael Myers. Negli anni che ci separano dal suo esordio al cinema la sadica bambola dai capelli rossi è stata protagonista di svariati seguiti, spesso dalla qualità altalenante, ma che hanno sempre conservato quella verve dissacrante che mischia gore e ironia. L’ultimo episodio della serie arriva a 4 anni di distanza da “La Maledizione di Chucky” e vede alla regia Don Mancini, uno degli autori originali del primo capitolo. Ma questo film è un ritorno alle origini anche per altri membri del cast, come Alex Vincent (che interpretava il giovane Andy), Jennfer Tilly (la sanguinosa moglie di Chucky), Fiona Dourif nei panni della protagonista Nica e suo padre Brad Dourif, storica voce di Chucky.
Trama
Reclusa dentro un ospedale psichiatrico per criminali da quattro anni, Nica si è infine convinta di essere stata lei e non Chucky ad aver assassinato la sua intera famiglia. Quando il suo psichiatra la costringe a partecipare ad un gruppo di terapia per cercare di esorcizzare i propri traumi con l’aiuto di una bambola di Chucky, e questa riprende vita, Nica comincia a realizzare che forse non è poi così pazza. Nel frattempo Andy ormai cresciuto è diventato un vero e proprio “Chucky slayer” e corre in aiuto di Nica all’interno dell’ospedale in cui il diabolico pupazzo dai capelli rossi sta seminando morte e violenza ad ogni angolo.
I contenuti speciali
Il film dai noi visionati in versione dvd non si presta a chissà quali analisi tecniche, trovandosi qualitativamente negli standard del formato (contando però su un buon formato audio Dolby Digital 5.1 in tutte le lingue presenti). Per quel che riguarda i contenuti tuttavia, siamo stati sicuramente piacevolmente colpiti dagli approfondimenti che questi propongono non solo sulla lavorazione del film, ma sostanzialmente su tutta la genesi della saga. Nello specifico abbiamo le classiche “Scene eliminate con commento del regista”; “Dentro la follia del culto di Chucky”, un piccolo documentario sulla realizzazione del film e su quella visione e prospettiva del genere horror condivisa da tutto il cast che ha portato ad uno sviluppo molto affiatato del progetto; “Le incarnazioni di Chucky”, ovvero uno sguardo più specifico sulla creazione della bambola Chucky, su come viene animata e come si è evoluta negli anni, e infine “La casa delle bambole”.
Verdetto
Il culto di Chucky ha un fine preciso: sembrare in tutto e per tutto un film degli anni ’80. Questo non si evince tanto dai limiti imposti dal basso budget della pellicola ma piuttosto dallo stile e dalla regia della stessa. Chucky era ed è un personaggio greve, depravato, sarcastico e surreale. Un personaggio quasi anacronistico per la moderna concezione dell’horror che però Don Mancini ha riportato in questo capitolo senza modificarlo in alcun modo. Un merito per i fan della saga che gradiranno senza dubbio anche il copioso utilizzo di effetti artigianali al posto della computer grafica, invero davvero bruttina quando necessaria. Sebbene la storia non sia nulla di che, il film risulta godibile e divertente, anche se probabilmente non lo consiglierei mai a qualcuno che in qualche modo non apprezzi un modo di fare horror un po’ “vintage” e in oggi in disuso.