Aspettando la Recensione – Parte 1
Mentre il mondo, o quantomeno amici e parenti, passano allegramente le feste pasquali abbuffandosi e bevendo fino ai limiti possibili, io me ne sto qui, nella mia casa a Monaco, in ritiro spirituale per recensire Dark Souls III. In realtà il ritiro a Monaco non è dovuto affatto alla recensione, ma questa è un’altra storia.
Prima di proseguire in questo viaggio, faccio una piccola premessa: vorrei che quest’articolo fosse quanto più informale possibile, quasi come se ci trovassimo qui insieme, seduti davanti ad un falò, a chiacchierare del gioco, ad esprimere pareri su Dark Souls III in tutta tranquillità. Questa non è una recensione (non lo è ancora) per tanto mi limiterò nel dire, evitando qualsiasi spoiler, quali sono state le mie sensazioni in queste prime 10 ore di gioco. In realtà ho giocato molto di più in questi giorni… ma posso mica svelare già tutto adesso?
Chi mi conosce lo sa, sono un gran fan della serie. Io stesso ho recensito Bloodborne alla sua uscita e, come potete immaginare, ne sono rimasto stregato. L’attesa per provare in anteprima questo nuovo capitolo è stata spasmodica, del resto, se siete appassionati di videogame, sapete esattamente cosa intendo. Così appena il gioco è partito, mi sono detto: devo spegnere sia il telefono che PC, non posso permettermi distrazioni… del resto sto lavorando no?
Terminato il download il gioco parte all’istante, mentre l’adrenalina e la voglia di scoprire salgono alle stelle, ecco il primo grande muro da superare: creazione del personaggio e scelta della classe. Di solito tengo particolarmente all’estetica, passo talvolta ore nella creazione, sbizzarrendomi a più non posso, passando da estetiche davvero cool a personaggi improbabili e davvero brutti da vedere. A sto giro, l’hype era troppo: capello bianco d’ordinanza, occhi rossi da vero badass e si esce ad imprecare durante le feste pasquali. In genere ho due build preferite: un tank puro che punta tutto su forza e vitalità, oppure una quality (sempre rigorosamente in fast roll) che non disprezza qualche buona magia. Non avendo la più pallida idea di quante e quali armi sarei stato in grado di reperire ad inizio gioco, mi sono detto: proviamo con un Piromante, è una classe che non ho mai utilizzato più di tanto ma che mi ha sempre affascinato, inoltre avere qualche possibilità offensiva in più dall’inizio – presupponendo che il titolo fosse più difficile dei predecessori – mi sembrava cosa buona e giusta. Inutile dire che nel corso delle ore, questo mio piano è andato a farsi benedire e il mio Cenere (questo il nome che ho dato al personaggio) è divenuto tutt’altro… ma anche questa è un’altra storia.
Personaggio pronto, classe scelta… finalmente si inzia. Il gioco si apre con un ovvio tutorial, nemmeno il tempo di riprendere confidenza con i comandi che le cose si fanno serie. Primo boss, prima vittoria. No, non mi sto pavoneggiando (sul discorso difficoltà per ora non voglio pronunciarmi, ci sarà tanto da dire in fase di recensione) eppure questa prima boss fight è stata estremamente facile. Non tanto per i moveset del nemico (che ho davvero apprezzato) ma per la proporzione tra danni inflitti e subiti, insomma per essere un boss mi sembrava davvero troppo debole. Si prosegue, e finalmente si arriva a quello che sembra essere l’hub centrale di gioco; praticamente una sorta di Nexus.
Ovviamente grazie alle anime accumulate, posso salire di qualche livello. Su questo punto mi va davvero di approfondire. Giocando per un bel po’ di ore, e avendo visitato ormai parecchie locations, penso di poter esprimermi (col rischio comunque di sbagliarmi) sulle anime e relativi livelli. Per prima cosa, mi pare che in questo capitolo sia più difficile accumulare anime, anche quando si ripulisce per bene un’area ricca di nemici (magari anche forti) si riesce a malapena ad effettuare un level up. Un po’ come se il gioco volesse “costringerci” nel proseguire, senza soffermarci troppo a farmare o quantomeno restare più del previsto in una determinata area. Può darsi che quest’impressione sia dovuta al fatto di aver giocato Bloodborne tutto sommato di recente; non so se ci avete mai fatto caso ma in Bloodborne è generalmente più facile avanzare di livello, soprattutto se si esplora bene e soprattutto se si visita qualche dungeon procedurale avanzato. Detto questo, sì ho l’impressione che le anime lasciate dai nemici siano davvero poche, il che comunque non va troppo ad inficiare sul livello di difficoltà, anzi. Come dicevo ad inizio articolo la classe che ho scelto è il Piromante, tuttavia proseguendo nel gioco (anche in base agli equipaggiamenti che ho trovato) ho cambiato leggermente idea, non volendomi dilungare troppo sulle scelte di build che ho fatto, vi dirò una cosa che, se avete intenzione di comprare il gioco e se soprattutto siete dei neofiti, vi aiuterà non poco: puntate molto sulla vitalità.
Non so se sia un cosa che verrà patchata, ma in Dark Souls III la vitalità aumenta davvero esponenzialmente, considerate che con solo 20 punti penso tranquillamente di essere arrivato già alla quantità necessaria per finire il gioco, proprio perché la barra vitale (e relativi HP) sembra aumentare davvero a dismisura di livello in livello.
Tornando a noi, una volta sbrigata la questione “primo level up” decido subito di passare alla prossima area. Questa penso la conosciate tutti, si tratta di quel castello diroccato visto praticamente in ogni trailer e in ogni video gameplay. Questa prima area è sicuramente affascinante, ricorda da vicino sia Boletaria che il Borgo dei Non Morti, in più il citazionismo della Viverna posta a bloccarvi il passaggio è davvero stupendo. Tant’è che il citazionismo non si limita solo a piazzare nel posto giusto questa creatura, ma anche a lasciare una determinata spada proprio lì dove la creatura decide di far alzare vertiginosamente la temperatura. No, non vi dico di che arma si tratta (niente spoiler ricordate?) ma vi posso sicuramente dire che a questo giro niente taglio di coda… o almeno io non ci sono riuscito! Come dicevo il level design di questa prima area di gioco mi piace, è fedele allo stile della saga ed è ben strutturato, con un bel po’ di zone nascoste e un bel po’ di oggetti segreti da reperire. Dopo aver portato termine anche questa zona e avendo battuto anche in questo caso il boss al primo colpo, mi inizia di fatto a sorgere un dubbio, confermato poi anche dalle battaglie con altri boss. Allo stato attuale penso di aver sconfitto poco meno di dieci boss, tra battaglie epiche e memorabili e scontri un tantino noiosi, posso dire – salvo cambiamenti di patch – che le boss fight di questo terzo capitolo non sono poi così difficili. Come dicevo per un parere completo, approfondito e definitivo mi dilungherò al meglio in fase di review; posso solo dirvi che l’impressione generale che ho, almeno fino a questo momento, è che le boss fight non siano così impegnative ma che, di pari passo, le aree di gioco sono ricche di nemici più forti del normale, con la presenza di creature “umanoidi” dotate di una buona intelligenza artificiale, e capaci di tenerci impegnati come non mai.
Per ora mi fermo qui, mi rendo conto di non aver detto poi tanto, ma considerando il rischio spoiler e il fatto che questi articoli a corollario di una recensione completa si susseguiranno in questi giorni, direi che per oggi può bastare.