A volte ritornano
Pensavamo un po’ tutti che la saga di Deponia si fosse conclusa con il terzo capitolo della trilogia che non a caso prendeva il nome di Goodbye Deponia. Invece, come un fulmine a ciel sereno, un nuovo appuntamento con Rufus e company è stato annunciato proprio qualche giorno prima del lancio: stiamo parlando di Deponia Doomsday. L’avventura punta e clicca della tedesca Daedalic Entertainment, che omaggia in tutto e per tutto Monkey Island, si era conclusa in un modo non del tutto convincente e quindi, quale modo migliore per chiarire tutti i dubbi se non quello di introdurre nel titolo qualche viaggio nel tempo? Per scoprire se questa formula, ormai vista e rivista, ha funzionato, continuate a seguirci nella nostra recensione.
Back in time
Deponia Doomsday, non è classificabile né come un prequel, né come un sequel, in quanto gli eventi si svolgono in parte dopo la fine del terzo capitolo, per poi prendere la piega dei viaggi temporali che ci porteranno a rivivere alcuni momenti clou di Deponia, a volte con personaggi e scene già viste nei capitoli precedenti, fino ad approdare (ovviamente) in alcune realtà parallele. Non neghiamo che dopo l’apparizione della macchina del tempo, eravamo scettici all’idea che la cosa potesse funzionare, ma il grande potere narrativo che caratterizza il titolo ha fatto sì che tutto funzionasse a meraviglia. La trama è intricata, a volte confusionaria, dovuto soprattutto ai continui salti temporali tra passato e futuro, ma non si può negare il fatto che funziona in modo quasi impeccabile, con qualche sequenza poco convincente e il solito dubbio sul finale, ma per il resto, le quasi 13 ore di gioco sono veramente ottime dal punto di vista della narrazione.
Il protagonista della nuova avventura sarà ancora una volta Rufus, simpatico e sbadato come al solito, evitato da quasi tutti gli abitanti di Deponia per la sua innata dote di generare un disastro dopo l’altro e giunto quasi ai ferri corti con la sua storica fiamma Toni. Ad espandere la forza distruttrice del nostro sciagurato eroe oltre i confini del tempo, è l’incontro con lo scienziato pazzo di turno, McChronicle, un bislacco viaggiatore del tempo che darà a Rufus la possibilità di salvare Deponia ancora una volta. Nel corso dell’avventura, saranno chiarite alcune vicende della trama dei precedenti capitoli, con la possibilità di approfondire la conoscenza di vecchi personaggi. Il titolo rispetta tutti i canoni delle avventure grafiche degli anni ’90, ricco di momenti divertenti, scene memorabili e curiosi (e a volte illogici) rompicapo che potrebbero allungare il tempo necessario al completamento del gioco. L’unica grande mancanza riguarda le lingue supportate: ancora una volta manca la lingua italiana nei sottotitoli (i dialoghi solo esclusivamente in inglese) che a quanto pare sarà disponibile da giugno insieme alla versione fisica del gioco. Non ci è chiara la scelta di questa nuova esclusione, soprattutto dopo aver ottenuto un discreto successo nel nostro paese.
In memoria degli anni ‘90
Una grande peculiarità delle avventure grafiche dei “tempi belli” sono i cervellotici puzzle ed enigmi da risolvere, capaci di bloccare i giocatori anche per diverse ore. Deponia Doomsday non fa eccezione: come dicevamo prima a volte si deve dare molto spazio alla fantasia per venir fuori da alcune situazioni che hanno soluzioni quantomai strambe, ma gli amanti delle avventure grafiche vecchio stampo sapranno già come comportarsi in merito, per tutti gli altri non è mai troppo tardi per iniziare ad usare la testa in modo particolare. Il look stile cartoon rispecchia benissimo il tipo di avventura che andremo ad affrontare, di grande impatto visivo senza grosse pretese verso l’hardware di sistema. I personaggi sono ben caratterizzati, curati in ogni dettaglio, sia caratterialmente che espressivamente, senza eccezione per i vari soggetti di “contorno”, anch’essi ben realizzati. Il gameplay, come è giusto che sia, si svolge muovendosi tra le varie scene, interloquendo con i personaggi che si incrociano nel tragitto e raccogliendo alcuni oggetti, a volte anche ben nascosti, che vi consentiranno di risolvere i vari rompicapo, con la possibilità combinarli tra di loro, come il lanciafiamme composto da un accendino e una bomboletta spray che avrete modo di usare all’inizio dell’avventura (tranquilli non sono stati avvistati polli di gomma con carrucole).
L’unico aiuto al quale è possibile fare ricorso, è il tasto che consente di evidenziare tutti gli elementi della scena con i quali è possibile interagire, per il resto dovrete cavarvela da soli e non sempre sarà una passeggiata, grazie ai puzzle che si mantengono al di sopra della media quanto a difficoltà. In aggiunta sono stati introdotti alcuni mini-giochi e prove a tempo, che nel complesso sono gradevoli, ma non riuscitissimi. A volte, infatti, in queste situazioni nascono delle difficoltà relative ai controlli, non sempre precisissimi, che possono rendere frustranti soprattutto le sfide a tempo. Questo è un vero peccato, perché i nuovi elementi si inseriscono benissimo nel concept originale rendendo il titolo più profondo e variegato. Nulla da dire sul doppiaggio che si mantiene su buoni livelli, anche se con qualche sbavatura e lo stesso vale per la colonna sonora che accompagna degnamente l’avventura.