Bungie ci chiama alle armi nuovamente per difendere la galassia
Tre anni fa usciva Destiny, il primo gioco di Bungie dopo il distacco da mamma Microsoft. Quell’anno i giocatori si sono divisi in due grosse macro categorie: quelli a cui Destiny piace, e quelli a cui Destiny merita lo stesso titolo che il buon Fantozzi affibbiò alla corazzata Potemkin (c’è una terza categoria, quelli a cui non frega nulla di Destiny ma quelli staranno giocando probabilmente a Zelda sulla spiaggia con la Switch). Le ragioni per cui si sono create queste due fazioni sono davvero innumerevoli e probabilmente meriterebbero un articolo a parte. Fatto sta che il titolo di Bungie è controverso e si è fatto una certa fama al lancio, portandosela dietro per tre anni, nonostante gli sforzi, più o meno riusciti, per migliorare il titolo. Lasciatemi infilare un piccolo disclaimer: chi scrive fa parte della fascia moderata dei giocatori di Destiny che si è divertito sui social a definirlo “Gioco del secolo”, un po’ per scherzo un po’ perché far incazzare gli haters è giusto, doveroso e abbastanza appagante. Ciò detto facciamo un fast-forward al 18 Maggio 2017 durante la live che ci ha mostrato cosa Bungie ha preparato per il secondo capitolo del suo titolo di punta.
Sicuramente il punto più importante di tutto l’evento è stato la dimostrazione della missione Homecoming. Cominceremo da qui perché ci dà la possibilità di parlare di uno degli elementi più criticati e poco apprezzati di Destiny: il comparto narrativo. Questa missione proietta il giocatore nel bel mezzo di una battaglia che si sta tenendo nella Torre: ebbene si quello che il principale hub di tutto il gioco è stato preso di mira dalla Cabala e le cose non vanno per niente bene. La prima cosa che si nota è un certo feeling delle armi e un gameplay decisamente più veloce che sembrano voler tenere il passo con alcuni degli sparatutto usciti nell’ultimo anno. L’effettistica è hollywoodiana e l’intera battaglia decisamente al cardiopalma, complici sopratutto le nuove sotto classi delle quali parleremo dopo. Alla fine di questo segmento ci sono diversi punti su cui Bungie ha fatto luce: prima di tutto la cittadella viene distrutta e la legione rossa guidata da Primus Ghaul è riuscita a infliggere un duro colpo ai guardiani spazzando via gran parte dell’Avanguardia e con essa anche il Viaggiatore, la sfera orbitante che racchiude la forza dei nostri beniamini.
Quello che puzza di reset gigantesco, è in realtà anche peggio: infatti tutto questo giro di parole è un espediente narrativo per giustificare alcuni necessità che un nuovo gioco porta con sé. Insomma Bungie non si è fatta scrupoli nel distruggere uno dei luoghi centrali del precedente titolo pur di giustificare perché i guardiani son tornati ad essere dei fessacchiotti nonostante il mazzo che s’erano fatto nel primo titolo. Indovinate chi sarà ancora più fessacchiotto? Ovviamente noi giocatori che ci siamo smazzati per arrivare a livello quaranta e ad un risicatissimo 325 di livello luce nel mio caso, e nonostante l’import del personaggio in Destiny 2, mi vedrò privare di gran parte dei mie progressi e della mia amatissima “Il solito diavolo (anno 2)”. Devo dire che in fin dei conti nonostante l’amaro in bocca me l’aspettavo e le esigenze di questo reset parziale sono più che evidenti. Ad alleviare parzialmente il dolore ovviamente arrivano due buone notizie: la promessa di un maggior numero di cinematiche (non ci voleva molto) e la gestione dei nuovi territori. Sappiamo che ci saranno almeno quattro aree esplorabili, decisamente più grandi di quelle del primo titolo e ognuna di essa sarà estremamente caratterizzata. La zona morta sulla Terra prenderà il posto della torre e sarà il nuovo hub social, mentre Titano una delle lune di Saturno ci porterà su una delle utopie create dall’uomo e al limite del collasso nell’oceano di metano che caratterizza il pianeta. Seguono Nessus, gremita delle loro macchine, e una delle lune di Giove nella quale gli Stregoni hanno trovato dimora. Le nuove aree oltre alla già menzionata maggiore estensione ospiteranno i patrol (meh), eventi pubblici (bene) e la raccolta di scrigni (male). Si aggiungo due nuove modalità: le avventure, side-quest assegnate da NPC, e i settori perduti, ossia aree da esplorare. Tutto fa pensare che questo Destiny 2 sia votato ad una maggiore mobilità e diversità, aiutata dal passaggio da un pianeta all’altro senza dover andare in orbita che sicuramente invoglierà a muoversi con maggiore frequenza.
Ma veniamo alle cose interessanti: Destiny 2 includerà tre nuove sottoclassi che da quanto abbiamo potuto apprezzare dal video promettono decisamente bene. Gli stregoni potranno scegliere Dawnblade che (devo ammettere nonostante l’odio per questa classe) si è dimostrata la più spettacolare: il nostro guardiano spiccherà il volo e lancerà fendenti infuocati falciando le truppe nemiche. I miei amati Titani si beccano capitan America, ossia uno scudo che è possibile lanciare contro i nemici presi dalla foga della battaglia (o dallo sconforto del “diludendo” nel mio caso). In fine (e per ultimi come meritano) i cacciatori si beccano una versione rocambolesca di Bladedance solo con una staffa. Insomma di carne al fuoco ce n’è tanta ed è condita dal ritorno delle missioni storia, strike, nightfalls e sopratutto da un crucibolo che promette di essere maggiormente bilanciato con quattro PvP quattro contro quattro.
Dopo questo evento le aspettative per Destiny 2 si sono decisamente alzate, nonostante l’amaro in bocca lasciato dalla mancanza di nuovi nemici (se n’è visto uno di sfuggita) e da alcune scelte in termini di gameplay che ci riserviamo di riconsiderare una volta avuto il titolo tra le mani. Per adesso ci limiteremo a dire che da quanto visto Bungie si è orientata decisamente sul sentiero dell’evoluzione più che della risoluzione, smussando gli spigoli che il precedente titolo aveva e cercando di esaltare quanto di buono fatto nelle successive espansioni. Difficile dire se sarà un successo o meno e se Destiny 2 sarà in grado i risolvere completamente i problemi che a gran voce gran parte dei giocatori avevano sottolineato. Una cosa è certa, dopo questo evento la luce dell’hype brilla sensibilmente di più.