Devil Daggers è un gioco fottutamente istintivo.

Dove siete? Non si sa. All’inferno? Probabilmente. Perché siete finiti lì? Non ce ne frega niente.

Quello che importa è sopravvivere e basta. Ma a cosa? Li vedete quei teschi giganti laggiù che stanno venendo verso di voi? Li sentite quegli urli abominevoli dietro di voi? Troppo tardi.

L’unico obiettivo di questo gioco è quello di sopravvivere più secondi possibile con una sola arma e 1 solo HP. E vi anticipo già da ora che il record mondiale si attesta sotto i 10 minuti di gioco.

Si ammazza, si muore, appare la scritta di quanti secondi siete durati e poi solo un’opzione: “Riprova.”

Devil Daggers mi ricorda questa frase di Alien: “La sua perfezione strutturale è uguagliata solo dalla sua ostilità”. È un videogioco incredibilmente semplice, c’è solo un’arma da usare con due modalità di sparo, il salto e il movimento sono fondamentali da padroneggiare, le munizioni sono infinite, ma se qualcosa ti tocca, muori.

Prendete il genere degli FPS e riducetelo alla sua essenza base: non ci sono livelli, non c’è nessuno script o sceneggiatura, non ci sono obiettivi da raggiungere o segreti, non c’è un cazzo davvero. C’è solo da sparare e da morire. Ma l’atmosfera particolare si sente eccome, ci si sente fottutamente soli in questa arena buia, e all’inizio soprattutto si rimane spiazzati quando si capisce che bisogna spaccare i culi a un intero esercito demoniaco che non vede l’ora di impalarti, smembrarti, epurarti o sacrificarti a qualche divinità dimenticata.

7134da801643d7743b0544d9a20bca32ecb6c202

Il suono qui gioca un ruolo principe. Giocatelo con le cuffie, ve ne prego. Solo così potrete apprezzare l’ansia e la paura. Altri giochi hanno mini mappe o radar, qui c’è solo il suono a dirvi cosa sta per arrivare alle vostre spalle. Ogni nemico ha una forma e dei suoni diversi, e con il tempo imparerete a capire con le vostre orecchie, più che con gli occhi, cosa vi stia venendo addosso. Ascoltare è dunque importante, perché ricordate che è un maledetto FPS e non vedrete mai cosa avete dietro, e se perdete tempo a controllare o a girarvi lentamente, sarete già morti e non saprete nemmeno cosa vi ha colpito.

Devil Daggers omaggia gli FPS vecchia scuola, un tributo diabolico a Quake o Unreal, dove correvi, saltavi, facevi Rocket Jump a profusione e in cui dovevi essere veloce a uccidere per non essere ucciso a tua volta.

Ogni tanto qualche mostro speciale dropperà delle gemme, e la bastardaggine del gioco è anche qui: per prenderle dovrete smettere di sparare per qualche istante ma in quello stesso, fottuto istante, il gioco vi manderà ancora più mostri contro. E se non prendete quelle gemme presto arriveranno creature bastarde in grado di assorbirle a loro volta, per convertirle in nuove diaboliche minacce nei confronti del vostro misero HP di vita. Qui non ci sono cavalieri coraggiosi, ma siete la “canticchiante merda danzante” che spende i suoi ultimi secondi di vita negli Inferi. Ve lo dico, i primi secondi e le prime partite saranno frustranti, sopravvivere anche solo 30 secondi vi sembrerà impossibile e spaccherete la tastiera. Ma imparerete.

maxresdefault

Imparerete perché dopo aver preso 10 gemme riuscirete ad ottenere colpi più potenti, e quando alla soglia dei 2 minuti appariranno nuovi demoni mai visti prima e intorno a voi sarà il bordello infernale, sarete già in grado di saltare, sparare e capire dove e come fare per sopravvivere. Almeno fino allo scoccare del terzo minuto.

Devil Daggers è una droga. Vi induce in tentazione, perché non si può vincere, non c’è una fine. Il gioco vi provoca e vi sfida, mettendovi davanti sfide quasi impossibili. Ma voi siete cresciuti a pane e Doom e arroganti come coccodrilli dell’Amazzonia non tollerate questo insulto e andrete avanti, eccome se ci andrete.

DevilDaggers2