Le fiamme dell’inferno ardono anche nelle vostre borse
Dopo mesi di annunci, smentite, mezze conferme e rumours, Diablo III è finalmente giunto anche su Nintendo Switch. L’arrivo di un simile prodotto sull’ibrida Nintendo ha, per forza di cose, generato un hype gigantesco all’interno della community, desiderosa di poter finalmente approcciarsi ad uno dei titoli più apprezzati e chiacchierati della settima generazione di console.
Date le caratteristiche della giovane console della compagnia di Kyoto, era impossibile non iniziare a leccarsi le dita, pregustando l’incredibile piacere che sarebbe scaturito dalla possibilità di straziare orde di demoni e creature raccapriccianti di ogni sorta, tranquillamente dal divano, dal letto, o anche dallo scomodo sedile di un autobus.
Ebbene, vogliamo subito mettere in chiaro una cosa fondamentale: l’esperimento è pienamente riuscito. Lo stile del gioco si sposa perfettamente con le peculiarità della nuova ammiraglia di casa Nintendo e, al netto di qualche piccolo difettuccio, di qualche mancanza e, soprattutto, degli anni che il titolo si porta ormai sulle spalle, ci sentiamo di premiare caldamente questa nuova veste di uno degli rpg Hack n’ Slash più amati di sempre.
Per questo motivo, ci sentiamo in dovere di precisare che questa nostra analisi non si porrà l’obiettivo di riesaminare il titolo in sé, bensì si focalizzerà principalmente sulla versione in questione, cercando di sviscerarne al meglio le varie caratteristiche adattate all’ibrida Nintendo.
Il fascino del male
Per chi non lo sapesse, la trama di Diablo III è incentrata sul ritrovamento di una stella caduta, considerato un presagio di sventura da parte dell’anziano Deckard Cain, misteriosamente scomparso e poi ritrovato dalla nipote, Leah.
Il nostro eroe – di una classe selezionabile tra sette diverse tipologie – si troverà coinvolto in una serie di avventure al limite dell’incredibile, proprio grazie alla richiesta di aiuto della giovane Leah. Il tutto si svolge nell’arco di cinque atti (inizialmente ne erano quattro), durante i quali fronteggeremo creature di ogni genere, boss imponenti e verremo a conoscenza di incredibili segreti su ciò che realmente sta accadendo intorno a noi.
Al di là della campagna principale, in realtà relativamente breve se affrontata a viso aperto, Diablo III offre una quantità di contenuti lodevole, capaci di rendere la longevità della produzione pressoché infinita. La prima cosa che salta all’occhio una volta avviata la partita è che la versione Switch non presenta alcuna rinuncia sul piano contenutistico: stagioni competitive, modalità multigiocatore (sia in locale sia online) fino a quattro giocatori, modalità avventura e tutte le altre caratteristiche presenti sulle versioni “principali” ritornano immutate anche sull’ammiraglia di Kyoto, a dimostrazione del grande lavoro svolto in tal senso.
Un’offerta ludica, quindi, veramente imponente, ma con qualche limitazione: per giocare online con due account diversi (dalla stessa console), ad esempio, sono necessari due abbonamenti a Nintendo Switch Online, uno per ogni account registrato sulla console, cosa che, di fatto, smorza non poco l’entusiasmo generale di chi si sarebbe aspettato di organizzare lauti banchetti demoniaci in compagnia degli amici o, come nel caso del sottoscritto, della propria compagna.
Assapora l’ira dei Joy-Con!
Pad, o per meglio dire Joy-Con, alla mano, siamo rimasti molto colpiti dalla fruibilità del titolo targato Blizzard.
La compagnia statunitense ha svolto veramente un lavoro impeccabile sotto questo aspetto, mostrando una qualità generale delle partite che non ha nulla da invidiare alle controparti PC, PlayStation 4 o Xbox One, anzi. Diablo III sembra quasi essere stato partorito con il fine ultimo di approdare proprio su Switch, tant’è divertente e godibile, specie in portabilità.
Grazie alla cura impeccabile con cui i comandi di gioco sono stati adattati sia alla modalità portabile di Switch, non solo al Pro controller, ma anche ai singoli Joy-Con, il gioco si dimostra ancora una volta impeccabile, anche sotto questo aspetto.
Rimangono intatte quindi le peculiarità che hanno fatto di Diablo III uno dei migliori Hack n’ Slash di sempre. Con il suo gameplay frenetico, veloce ed allo stesso tempo intuitivo e profondo, su Switch si mostra in tutto il suo splendore: non soffre di alcun rallentamento né di alcun disagio inerente l’adattamento. L’unico escamotage che gli sviluppatori hanno dovuto utilizzare è quello di sfruttare i sensori di movimento per sopperire alla mancanza della levetta per il roll. In un primo momento può sembrare complicato imparare ad utilizzare questo tipo di comando ma, una volta presa la mano, non si avrà più alcun tipo di problema.
L’esperienza di gioco complessiva, quindi, è pressoché speculare a tutte le altre, con, anzi, alcune aggiunte di piccolo conto che cercando di impreziosire ulteriormente il quadro generale. Si tratta, in realtà, di contenuti alquanto marginali (Modalità Avventura e Varchi sbloccati sin da subito, una skin per la trasmogrificazione) ma che contribuiscono egualmente all’ottima qualità generale dell’adattamento.
Splendido da giocare, ma anche da vedere (con qualche compromesso)
Venendo all’aspetto più importante del porting, quello che sicuramente riscuote il maggior interesse nel cuore dei possessori di Nintendo Switch, e vale a dire il comparto tecnico, ci troviamo ancora di fronte ad un ottimo lavoro.
Diablo III: Eternal Collection si difende benissimo sulla console Nintendo, con una resa visiva più che soddisfacente sia in versione “docked” sia in versione “handheld”. Nel primo caso, il titolo gira a 960p, mentre nel secondo si ferma “solo” a 720p. Il tutto è scandito dalla bontà dei 60 frame per secondo, ben resistenti e toccati praticamente sempre, con cali sporadici e mai veramente fastidiosi.
Questo “miracolo” tecnico è stato raggiunto, ovviamente, attraverso diverse magagne strutturali, che però non inficiano più di tanto il risultato finale. Troviamo infatti un’illuminazione “a risparmio energetico”: c’è sì una gestione di essa che permette al titolo di girare anche su una console che normalmente farebbe fatica a supportarlo, ma questo non si nota, non più di tanto almeno.
Ad un occhio attento non sfuggirà questo tipo di scappatoia, ma tutto sommato non si poteva fare di meglio. Stesso discorso vale per gli effetti particellari (che qui sono stati ridotti), la modellazione poligonale (meno accurata, soprattutto nei menù) ed un “effetto sfocato” (frutto della combinazione tra risoluzione ridotta e l’uso di soluzioni di antialiasing) che cerca di mascherare il tutto, e ci riesce bene. Anche negli scontri con molti nemici a schermo, si distinguono perfettamente i personaggi ed i loro differenti attacchi, segno che gli sviluppatori sono riusciti a bilanciare perfettamente la resa tecnica con i limiti della console senza però andare a ledere alla fruibilità. I difetti risultano più visibili in modalità TV, in particolare sugli schermi tecnologicamente più avanzati o di dimensioni più elevate. Ad onor del vero, però, con la nostra configurazione di prova (TV 40” con supporto al 4K HDR 10) il titolo non ci è sembrato mai tecnicamente deludente, anzi, è stato una piacevole sorpresa.
Verdetto
Diablo III: Eternal Collection arriva con convinzione su Nintendo Switch, offrendo una versione molto curata, sotto tutto gli aspetti, che non vuole rinunciare a niente ma che si preoccupa di elargire i giusti compromessi sull’altare della fruibilità generale.
Sul piano contenutistico il titolo è lo stesso delle controparti PC, PlayStation 4 e Xbox One, con, anzi, diverse aggiunte che abbiamo gradito abbastanza, pezzi di un mosaico che si incastonano perfettamente al netto di tutti i dubbi della vigilia. Sotto il profilo tecnico, invece, i compromessi ci sono e non poteva essere altrimenti, ma, tutto sommato, il quadro complessivo della produzione è più che convincente. Anche i comandi di gioco funzionano alla perfezione sull’ibrida Nintendo, sia in modalità “handheld” sia in modalità “docked”, andando a rendere l’esperienza di gioco complessiva convincente e soddisfacente.
Unica nota dolente è legata al prezzo di mercato del titolo: la scelta di vendere il titolo a prezzo pieno (dunque 60€) potrebbe scoraggiare l’acquisto da parte in particolar modo dei veterani, desiderosi magari di riprendere in mano il titolo sfruttando proprio l’effetto novità scaturito dall’approdo su Nintendo Switch.
Resta comunque un acquisto consigliatissimo per tutti i possessori di Nintendo Switch che non hanno mai provato il titolo e magari anche per qualche veterano (come il sottoscritto) desideroso di ributtarsi nella mischia, uno dei migliori giochi dell’attuale generazione di console e che merita certamente una chance da parte di tutti.