Kung Fu in calzamaglia
Una delle cose che ha sempre contraddistinto la Marvel è la capacità di saper leggere il periodo storico per lanciare un personaggio. Esemplare è Captain America, nato nel bel mezzo della WWII, ma il vecchio Rogers non è certo l’unico esempio di questa abilità: si può dire lo stesso di Iron Man, di Spidey, di Hulk e molti altri supereroi. L’abilità sfruttare il periodo per lanciare un personaggio non è la sola caratteristica della Marvel: nel corso degli anni la Casa delle Idee non si è mai lasciata sfuggire le tendenze e le controculture per creare nuovi eroi, spesso usa e getta, da dare in pasto alle folle per rispondere a una particolare istanza del momento.
Tra questi abbiamo anche Iron Fist (arrivato in Italia come Pugno d’Acciaio), creato da Roy Thomas e Gil Kane, il quale fece la sua prima apparizione in Marvel Premiere 15, nel maggio del 1974. Sono gli anni in cui i film di arti marziali vanno alla grande negli Stati Uniti: Bruce Lee è morto solo da un anno, I tre dell’Operazione Drago è stato un successo e molte pellicole simili sono appena uscite nei cinema. Così Marvel, che aveva già ottenuto dei discreti consensi con un altro personaggio nato appena un anno prima (Shang Chi, Maestro del Kung Fu), decide di replicare l’esperimento, aggiungendo qualche tocco più da comic americano, proponendo quindi un personaggio che riesce a convivere sulla sottile linea tra il misticismo, le arti marziali orientali e la vita e la cultura occidentale.
Oggi, in vista dell’uscita della serie Netflix dedicata proprio ad Iron Fist, ripercorriamo brevemente quelle che sono storia e caratteristiche di un personaggio del tutto peculiare, indubbiamente meritevole di un approfondimento.
Storia Editoriale
Iron Fist fu proposto al sorridente Stan (benché ci fosse stato, in redazione, qualche piccolo dubbio per l’assonanza con uno degli eroi di punta, Iron Man) che ne apprezzò subito il nome, stabilendo di farlo apparire sulla testata Marvel Premiere. Nel corso del primo anno di pubblicazione il personaggio ottenne un discreto successo, arrivando anche a possedere una propria testata (Vol. 1) nel novembre del 1975, serie che dura abbastanza da permettergli dare il via a una scazzottata con Wolverine (non a caso uno degli sceneggiatori della serie sarà nientemeno che Chris Claremont, cui si deve il periodo d’oro degli X Men). Ma il periodo di popolarità dei film di arti marziali cala rapidamente nella seconda metà degli anni ‘70, costringendo la Marvel a reinventare il personaggio. Per farlo, si decide di inserire il Iron Fist nella testata dedicata a Power Man, alias di Luke Cage, dandogli così una nuova collocazione al fianco di un eroe che, a sua volta, stava subendo un calo di popolarità.
Il sodalizio dei due “Eroi in Vendita” (in originale “heroes for hire”), fortemente caldeggiato da Claremont, funziona: la testata che stava rischiando la chiusura riesce a sopravvivere per altri otto anni, arrivando ad essere chiusa solo nel 1986. Il personaggio viene letteralmente ucciso per farlo sparire di scena, cosa che anche il suo sceneggiatore dell’epoca, James Oswley, ricorderà con una certa rabbia. Ci vorranno quasi sei anni per rivederlo in azione, con il ritorno su una testata dedicata a Namor, per poi ottenere una sua miniserie. Pugno d’Acciaio sembra allora ritrovare, dopo tanto tempo, una sua dimensione: inizia a comparire nelle antologie Marvel in due differenti miniserie, nel 1996 (Vol. 2) e nel 1998 (vol.3). Nel frattempo il personaggio viene reinserito in una testata dedicata agli Eroi in Vendita, che comparirà per un paio d’anni tra il 1997 e il 1999.
Ma il nuovo millennio non sembra iniziare bene: Iron Fist viene relegato a ruoli secondari in vicende di supereroi più importanti di lui, come Daredevil e Pantera Nera. È solo col 2004 che vedremo una nuova testata dedicata all’eroe (vol.4). Di nuovo, non a caso, sono gli anni in cui i film di arti marziali tornano ad avere un discreto successo negli States, forti anche dell’entusiasmo dei due Kill Bill di Quentin Tarantino.
Nel 2006-07 otterrà una sua testata, assumendo poi un ruolo abbastanza rilevante nel corso degli anni della Prima Guerra Civile dei Supereroi (sotto il costume di Devil) e nella testata dedicata ai Nuovi Vendicatori. Nel 2014, nel bel mezzo dell’iniziativa Marvel NOW!, complice l’annuncio di Netflix di una serie dedicata al personaggio, vediamo di nuovo il nostro Iron Fist (ormai il nome originale ha attecchito anche da noi) ottenere una propria testata sceneggiata e disegnata da Kaare Andrews, Iron Fist: The Living Weapon.
L’uomo di K’un-Lun
Daniel “Danny” Rand nasce a New York da una famiglia benestante. Il padre, Wendell Rand, è un noto industriale che in passato ha vissuto nella mitica città di K’un-Lun, mistico luogo accessibile solo una volta ogni dieci anni dove sarebbero nate tutte le arti marziali. L’uomo, adottato dal sovrano del posto, Lord Tuan, sarebbe stato costretto a lasciare la città incantata per colpa dei giochi di potere consumati al suo interno, abbandonando la moglie da cui aveva avuto una figlia e tornando a New York dove avrebbe sfruttato il suo ingegno per diventare un grande imprenditore. Nonostante il successo e un secondo matrimonio con Heather, da cui nascerà Danny, l’uomo non è mai stato capace di dimenticare la città in cui aveva vissuto da giovane. Parte così con la famiglia per una spedizione sull’Himalaya, desideroso di ritrovare K’un-Lun insieme al suo socio in affari, Harold Meachum. Quest’ultimo, durante la spedizione, intravede l’occasione di sbarazzarsi di Rand Senior e prendere il possesso della sua azienda. Appena ne ha l’occasione, fa sì che questi cada in un crepaccio. Di fronte a quella scena Heather fugge dall’uomo che, da sempre invaghito di lei, voleva offrirle soccorso, portando con sé Daniel. Attaccati dai lupi, la madre muore per proteggere il bambino di appena nove anni che, sopravvissuto all’attacco, verrà ritrovato dai monaci di K’un-Lun e condotto al cospetto del nuovo sovrano, Yu-Ti, figlio di Lord Tuan e fratello adottivo di Wendell, il quale gli offre asilo assegnandogli come maestro Lei Kung il Tonante, affinché apprenda le arti marziali praticate nella città mistica.
Ben presto Danny si dimostra il migliore allievo che Lei Kung abbia mai avuto, arrivando a padroneggiare tutte le tecniche che il maestro gli insegnerà nel corso degli anni. Ormai adulto, Danny viene sottoposto al rito finale, quello di affrontare e uccidere il potente drago Shou-Lao, completato il quale sul suo petto sarà impresso il tatuaggio di un dragone rampante. Immergendo quindi le mani nel braciere contenente il cuore del drago, Danny otterrà il potere definitivo di K’un-Lun, il Pugno d’Acciaio.
A questo punto della sua vita il giovane si troverà di fronte a un bivio: restare nella mistica città, dove il tempo non scorre e ottenere quindi la vita eterna, oppure tornare a New York, affrontando l’uomo responsabile della morte dei genitori. Dopo aver scelto di dare la caccia a Meachum, Danny assume l’alias di Iron Fist, iniziando a eliminare tutti gli uomini dell’ormai potente imprenditore. Eppure, quando ha l’occasione di vendicarsi, Daniel rinuncia: l’assassino dei suoi genitori è ormai un uomo vecchio e stanco, logorato dal senso di colpa e ridotto su una sedia a rotelle. Scegliendo di non tradire gli ideali di pace che ha appreso a K’un-Lun, Danny volta così le spalle alla vendetta, iniziando a combattere contro il crimine. Nel corso di questo primo periodo, il neo-eroe sviluppa anche una complessa relazione con Misty Knight, la quale nel corso degli anni diverrà sua partner sia nella lotta contro il crimine che nella vita.
Proprio tramite Misty, Daniel farà la conoscenza dell’eroe che diverrà per lui come un fratello, Luke Cage. L’atto di fondazione degli Eroi in Vendita si basa su un classico “misunderstanding”, tipico di quegli anni. Cage, per dimostrare di non essere coinvolto in un rapimento… rapisce a sua volta Misty Knight, perché lo aiuti a ripulire il suo nome. Questo lo porta ad affrontare Daniel ma, dopo l’iniziale scontro che non vede prevalere nessuno dei due, Luke Cage e Iron Fist decidono di unire le forze.
È l’inizio di un sodalizio che continua ancora oggi, anche dopo che Daniel sarà rientrato in possesso della propria azienda di famiglia, la Rand-Meachum Inc., cosa che lo renderà miliardario. Purtroppo neanche questo durerà a lungo: Daniel scoprirà di essere malato terminale di cancro, venendo poi ucciso in un complotto da parte di una multinazionale rivale, che incastrerà proprio Luke come responsabile morte dell’amico.
Come tutte le morti nella storia del fumetto americano, anche questa è provvisoria: anni dopo si scoprirà che a morire è stato un “doppleganger” di Daniel, creato da gli H’ylthri, esseri di un’altra dimensione, in accordo con una vecchia nemesi di Pugno d’Acciaio, Master Khan. Daniel, tornato a K’un-Lun, riesce a utilizzare il proprio «Chi» per curarsi dal cancro, per poi tornare a New York con l’aiuto di Namor, principe di Atlantide. Tra alti e bassi, le avventure di Pugno d’Acciaio proseguono, benché venga momentaneamente privato dei propri poteri, poi riconquistati, e si trovi a dover affrontare la sorellastra e la madre rediviva come avversarie. In questa improbabile serie di intrecci c’è anche posto per qualche nota lieta: Luke Cage, ormai in una relazione stabile con Jessica Jones, diventa padre della piccola Danielle, di cui proprio Danny diverrà il padrino.
Siamo ormai giunti alla vigilia della prima Civil War dei supereroi. In questo periodo Daniel accetta di vestire i panni di Daredevil, allo scopo di convincere l’opinione pubblica che Matt Murdock, momentaneamente in prigione, non sia in realtà il Diavolo di Hell’s Kitchen. Schieratosi con Captain America contro il Superhuman Registration Act, Iron Fist viene arrestato da Iron Man, prima di essere liberato per partecipare alla lotta finale tra i due gruppi di superumani. Finita la guerra, Danny viene registrato come esperto di arti marziali, ma fornisce di nascosto sostegno ai Vendicatori Segreti guidati dall’amico Luke Cage, mentre lui si occupa di gestire l’azienda di famiglia.
Recentemente Iron Fist ha prima di tutto difeso K’un-Lun, trovata in rovina per colpa di un complotto ordito dal Serpente d’Acciaio e da Shu-Hu. Ha poi rifondato gli Eroi in Vendita con l’aiuto di Luke Cage, dopo aver vinto una causa contro Deadpool che intendeva utilizzare lo stesso nome per una propria organizzazione.
Poteri e abilità: il pugno che può domare una tempesta
Sin dal nome di battaglia scelto è facile intuire quale sia l’asso nella manica di Pugno d’Acciaio. La sua capacità di controllare il «Chi», la propria energia spirituale, gli permette anche di incanalare questo potere all’interno della sua mano, in modo da rilasciarlo all’impatto contro un bersaglio.
Per capire la portata della forza di questo potere, possiamo ricordare che Danny è riuscito senza problemi a sfondare pareti di roccia, lastre d’acciaio e piegare, in un’occasione, l’armatura di Iron Man (sempre per il famoso “prima ci picchiamo, poi capiamo perché” di casa Marvel). Ma, forse, quello che più di ogni altra cosa può dare un’idea del suo potere, è il fatto che Pugno d’Acciaio sia stato l’unico tra gli eroi terrestri comparsi durante la saga World War Hulk a ferire uno dei Fratelli di Guerra del Gigante di Giada.
La manipolazione del Chi comporta anche una serie di poteri secondari non da poco: primo tra tutti il completo controllo del suo sistema nervoso, grazie al quale riesce a manipolare anche la propria resistenza, la percezione del dolore e l’effetto di alcol e droghe. È riuscito anche a utilizzare il Chi per guarire dal cancro che gli era stato diagnosticato, a sfruttarlo per leggere nel pensiero di amici e avversari e creare illusioni per depistare i propri nemici nel corso della lotta.
Danny, durante il suo addestramento a K’un-Lun, ha sviluppato anche riflessi e forza fisica maggiori rispetto a quelli dei normali esseri umani. Il suo maestro è riuscito a trasmettergli tutte le proprie tecniche, facendolo diventare un maestro di arti marziali. Letale a mani nude, Danny ha anche una profonda conoscenza dell’uso di armi bianche, sia contundenti che da taglio, rivelatasi molto utile nel corso della saga Fear Itself.
Presente e futuro del Pugno d’Acciaio
Questo è tutto quello che dovreste sapere sul Danny Rand dei fumetti, attualmente impiegato in una testata nuovamente divisa a metà con Luke Cage (Power Man and Iron Fist). Ma ora il Pugno d’Acciaio si appresta a fare il suo esordio a schermo, grazie alla serie Netflix dedicatagli esclusivamente. Quindi qualche domanda sorge spontanea: le sue origini televisive saranno fedeli a quelle cartacee? E i suoi poteri? Come sarà gestita l’intera “questione mistica” che coinvolge K’un-Lun e le sue speciali abilità, nonché quelle dei suoi più acerrimi nemici? Finora, in materia, abbiamo avuto poco più di un accenno durante le due stagioni di Daredevil, senza considerare l’esempio del cinematografico Doctor Strange, che sembrerebbe trattare un “tipo diverso” di magia.
Tali domande avranno presto risposta, e non possiamo che rallegrarci del ritorno di fiamma che Netflix garantirà, nel bene o nel male, a questo caratteristico eroe dalla simpatica sfrontatezza, troppo spesso relegato a ruoli immeritatamente secondari. Possiamo già segnalare al riguardo la prossima ristampa integrale da parte di Panini Comics di un pregevole (e piuttosto lungo) ciclo di storie con, tra gli autori, gli stessi Fraction e Aja che hanno reso eccezionale l’Occhio di Falco post-Marvel NOW!: L’Immortale Iron Fist.