“Sherlock Holmes? Ma per favore. Quel tipo era un ciarlatano!“
Sherlock Holmes? Un ciarlatano (come anticipa il sottotitolo virgolettato). Hercule Poirot? Un belga grasso e vanitoso. Il commissario Maigret? Un workaholic. Jessica Fletcher? Una vecchietta capace di calamitare la sfiga come un parafulmine. Fidatevi di noi, staynerdiani, se avete un problema, lasciate perdere questi pseudo-detective e chiamate Svlad Cjelli, alias Dirk Gently, proprietario e unico dipendente della sola e inimitabile Agenzia di Investigazione Olistica del mondo!
Creato dalla penna inarrestabile di Douglas Adams, leggendario autore della Guida galattica per gli autostoppisti, ma anche sceneggiatore e umorista britannico, Dirk è un investigatore particolare, che segue il cosidetto “metodo olistico“, una dottrina deduttiva secondo cui esiste una “fondamentale interconnessione tra tutte le cose” (il titolo del Volume è, per l’appunto, L’Interconnessione della Realtà). Ogni elemento è collegato, per quanto in apparenza possa sembrare il contrario. Questa insolita visione lo porta a seguire idee bislacche per approcciarsi ai casi, partendo da elementi che non c’entrano assolutamente nulla e riuscendo spesso a risolverli con delle soluzioni bizzare e imprevedibili.
È il protagonista di una serie di romanzi, composti da due titoli: Dirk Gently: Agenzia di Investigazione Olistica e La lunga oscura pausa caffè dell’anima, più un terzo rimasto incompiuto, che nelle intenzioni di quel geniaccio di Adams poteva essere il nuovo episodio del suo investigatore oppure un altro capitolo della sua guida (forse aveva perfino in mente di unire le due serie? Chissà!). Ora Dirk, dopo ben due adattamenti televisivi, uno del 2010 made in England e uno uscito pochi mesi fa made in U.S.A. (che ora trovate su Netflix), diventa anche un fumetto, edito da IDW Publishing e portato in Italia da Saldapress.
Dirk Gently ha cambiato casa e anche continente, ma non metodo deduttivo. Dopo essersi trasferito da Londra negli Stati Uniti, a San Diego (cosa accaduta anche nella Serie TV, ma a Seattle), si impossessa all’aereoporto di una strana borsa, appartenente ad una coppia di serial killer che emulano altri serial killer. Procedendo, come sempre, un po’ a casaccio nelle sue investigazioni, viene abbandonato da un taxi di fronte ad uno strano locale, chiamato “Ficcanaso e foglie di Tè“. Qui fa la conoscenza dei suoi nuovi soci/assistenti: Susan Modico, Tonya Fong, Hamisch e Crowther. Mentre si scambiano i convenevoli, al Museo di Storia Naturale delle mummie di migliaia di anni tornano in vita e assorbono le energie degli addetti ai lavori. Un caso degno di Dirk Gently e della sua improbabile Agenzia investigativa!
Come vi abbiamo poc’anzi anticipato, il 22 ottobre 2016 ha debuttato dall’altra parte dell’Atlantico la nuova serie televisiva tratta dai romanzi di Adams, con protagonista il nostro Dirk. Un adattamento coi fiocchi, ideato dal giovane talento hollywoodiano Max Landis, che vede come interpreti attoroni dal calibro di Samuel Barnett e Elijah Wood. Perché parliamo di questo? Beh, perché “tutto è collegato“, come ama ripetere fino alla sfinimento l’investigatore di Adams. Infatti, il fumetto di cui vi stiamo parlando è collegato piuttosto direttamente alla serie e fa parte di un più ampio progetto per Dirk e compagni. Non è un caso che sia supervisionato da Arvid Ethan David, producer dell’adattamento televisivo, e che IDW sia invischiata, come produttrice, in entrambe le trasposizioni. Se ci mettete che lo stesso Landis parteciperà attivamente al secondo volume, il quadro si fa più chiaro completo. Ma, intanto, troviamo ai testi nientemeno che Chris Ryall, Editor-in-Chief di IDW Publishing, che mette in piedi una sceneggiatura strepitosa, riprendendo certi presupposti della Serie e sviluppando delle trame totalmente inedite. Soprattutto, il suo Dirk è un fedelissimo parente di quello letterario, cialtrone e amabile come sempre, imbottito di autocitazioni e riferimenti all’opera di Douglas Adams (lo immaginerete, spiccano numerosi richiami alla Guida galattica per autostoppisti). Ryall dimostra di aver assorbito bene il geniale umorismo dell’autore inglese, fatto di assurdità, trovate strepitose e fantascienza surreale, intessendo dialoghi frizzanti e prendendo a piene mani dalla prosa dello scrittore brittanico. Un omaggio rispettoso, onesto e sentito, non una pallida riproduzione quanto bensì il tentativo (riuscitissimo) di dimostrare che l’allievo ha imparato la lezione del maestro.
Oltre alle strizzatine d’occhio al mito di Dirk, alle battute cariche di molteplici significati e così via, premia anche la scelta alle matite di Tony Akins (capitoli 1 e 2) e Ilias Kyrizias (3, 4 e 5), costituendo una sintesi armonica tra l’immaginario suggerito dai libri e il presente del fumetto. Non si parodizza né si ridicolizza il tutto, ma ci si mantiene in equilibrio sul tono umoristico più peculiare e congeniale alla materia di partenza. Il risultato è un ottimo prodotto che, nelle sue cinque parti, racconta una piccola vicenda autoconclusiva e pone le basi per molte altre storie, non senza prendersi qualche licenza e cambiare alcune delle coordinate fondamentali del Dirk Gently che così tanti di noi amano e amano amare.