Nel torrido calore del mese di luglio che ormai si avvia al tramonto, abbiamo stilato una lista dei DLC ed espansioni più riusciti nella storia videoludica
Che possano piacere o meno, su una cosa proprio non si può discutere: le espansioni e DLC (downloadable content) hanno cambiato pesantemente il corso della scena videoludica. La loro funzione, almeno nell’idea originale e soprattutto più agli albori della loro nascita, è quella di ampliare l’esperienza di gioco con nuove attività, nuovi contenuti – tutto sommato “trascurabili” – e che, in buona sostanza, servono quasi esclusivamente a dare ancora un senso ad un titolo che, altrimenti, finirebbe con l’essere abbandonato. Col passare del tempo, però, DLC ed espansioni hanno iniziato ad acquisire un’importanza sempre maggiore, arrivando, in ormai molti casi, ad ampliare e, perché no, migliorare la formula del prodotto di base. Ciò ha inevitabilmente assunto i connotati di un qualcosa dal duplice volto.
Da un lato quello positivo, scaturito appunto dalla possibilità di ricevere nuovi contenuti per i vari titoli, ma dall’altro quello negativo, figlio di quella sensazione sempre presente di aver ricevuto al lancio un prodotto incompleto, ampliato, appunto, soltanto successivamente, attraverso l’arrivo di espansioni e add-on vari. Viene di per sé che ogni DLC ha la sua storia e il suo impatto sull’economia del mercato videoludico e ormai, così come accade con i giochi completi, sono soggetti ad un valore qualitativo che non sempre accontenta il palato di tutti. Accade poi, invece, che ci si ritrova dinnanzi a dei piccoli capolavori, piccoli miracoli, capaci di cambiare le sorti di un videogioco e renderlo indimenticabile, dotato di nuova linfa.
In queste sede, abbiamo deciso di raccogliere tutti quei contenuti aggiuntivi che hanno saputo lasciare un segno bello forte sulle sorti dei giochi di appartenenza, ma anche più semplicemente di quelli che hanno saputo rivelarsi degli ottimi prodotti. Chiaramente, ci troviamo di fronte ad una “classifica” del tutto personale e, dunque, soggetta al gusto dell’autore del pezzo.
DLC ed espansioni:La nostra selezione dei migliori
Bloodborne – The Old Hunters
Non avremmo potuto iniziare diversamente questa lista. Per quel che ci riguarda, siamo di fronte alla migliore espansione mai rilasciata su un singolo videogioco, capace di rendere il gioco base – splendido – un vero e proprio capolavoro, sia a livello di gameplay sia, e soprattutto, sul piano narrativo e della lore. La prima ed unica espansione dedicata alla perla di From Software, in esclusiva PlayStation 4, ha saputo regalare ai fan un vero e proprio tripudio sensoriale, tra nuove – meravigliose – aree da esplorare, nuovi mostri, nuovi boss e, soprattutto, ha saputo far luce su tantissimi punti della storia, soltanto accennati durante le decine e decine di ore passate nel Sogno del Cacciatore.
Il fatto poi che introduce diverse nuove armi – alcune bellissime – e meccaniche di gioco molto richieste dalla community, come la possibilità di invocare i vari cacciatori sconfitti durante il percorso, non fa che accrescere l’appeal di un prodotto quasi perfetto, capace, senza mezzi termini, di pareggiare e quasi superare il livello qualitativo del gioco base.
Destiny – Il Re dei Corrotti
Qui ci troviamo dinnanzi al più classico dei “salvatori della patria”. L’espansione il Re dei Corrotti, ha radicalmente cambiato il volto del primo Destiny, con una serie impressionante di modifiche alla formula ludica. Tralasciando la nuova storia, il nuovo – bellissimo – nemico, Oryx, la nuova mappa di gioco e la nuova razza di nemici alieni da affrontare (i corrotti), l’espansione in questione ha radicalmente modificato quella che è stata l’esperienza di gioco iniziale dello sparatutto a mondo condiviso di Bungie. A partire dalla gestione della progressione del personaggio, uno degli aspetti più malriusciti del titolo, sino al tedioso discorso endgame, il sopracitato (gigantesco) DLC ha dato ai tanti videogiocatori rimasti fedeli alla compagnia di Seattle tante buone ragioni per ritornare (o per rimanere) sui server di gioco, prima del brusco ed eccessivamente rapido passaggio a quello che oggi è il nuovo corso del brand: Destiny 2.
Anche quest’ultimo ha ripercorso una strada molto simile, e anche stavolta un’espansione corposa (Forsaken) sembrava aver sistemato le cose. Purtroppo per Bungie, però, stavolta non è andata così bene.
No Man’s Sky – Next
No Man’s Sky, diciamoci la verità, ha vissuto uno dei lanci peggiori della storia videoludica. L’ambiziosissimo titolo di Hello Games non ha saputo donare ai fan quell’esperienza ludica che sulla carta sembrava destinata al successo più clamoroso possibile, finendo rapidamente per essere bollato come l’ennesimo prodotto schiacciato inevitabilmente dalle enormi aspettative della vigilia. Fortunatamente, però, Sean Murray & co. hanno lavorato duramente e non si sono fermati, cercando di spingersi sempre oltre per risollevare le sorti della propria creatura.
Per farlo, gli sviluppatori hanno messo mano in modo deciso alle fondamenta del titolo, fino a giungere – due anni dopo il rilascio – a quella che è, praticamente, quasi una nuova versione del gioco: Next. La gigantesca espansione ha saputo modificare e rinvigorire No Man’s Sky in un modo quasi inspiegabile, grazie alla presenza di piccole rivoluzioni presenti in quasi tutti gli aspetti della produzione. Dalle nuove meccaniche e la pesante rivisitazione dell’IA nemica e delle creature, fino al al crafting, ma anche alle nuove texture e tanto altro ancora, contornate con la sempre apprezzata aggiunta del matchmaking per le attività in cooperativa, pensato maggiormente per i lupi solitari, la compagnia ha saputo effettuare modifiche veramente interessanti. Insomma: rimanendo in tema “un piccolo passo per No Man’s Sky, un grande passo per i giocatori”.
Dark Souls: The King’s Crown DLC
Dark Souls 2 è stato il seguito di quel capolavoro del primo Dark Souls, seppur non collegato direttamente al suo predecessore. L’assenza dell’ideatore della saga Hidetaka Miyazaki al timone del progetto, ha segnato in partenza l’indice di gradimento del titolo, bollato velocemente come deludente e lontano dalle mire del primo capitolo. E, purtroppo, andando avanti nella progressione, ci si accorge che tali sospetti erano in buona parte fondati. Dark Souls II è indubbiamente un gioco di primissimo livello, ma certamente inferiore rispetto a suo fratello maggiore.
A stravolgere il tutto, però, ci pensano i tre DLC di cui il gioco è stato munito, vale a dire le cosiddette “King’s Crown”: Ivory King, Sunken King e Old Iron King. I tre contenuti aggiuntivi hanno saputo riportare la serie al lustro originario, grazie alla presenza di più elementi maggiormente accomunabili al primo capitolo, le cui meccaniche, nel senso, sono state in parte modificate e non per forza in bene. Tante ore di gioco, mappe intricate e ricche di segreti, numerosi boss spettacolari, chiarimenti sulla lore principale e tanti nuovi nemici da sconfiggere, nonché equipaggiamenti da ereditare, hanno fatto sì che i tre add-on in questione riuscissero a far svoltare nettamente il corso del secondo capitolo della saga creata dai ragazzi di From Software. Ci troviamo sicuramente nel caso in cui il DLC ha saputo superare il gioco base.
Diablo III – Reaper of Souls
Ogni qualvolta Blizzard si mette al lavoro su un’espansione, che sia per World of Warcraft, Hearthstone, o in generale per tutti gli altri titoli della propria lineup, lo sappiamo, riesce quasi sempre a tirar fuori qualcosa di imponente e difficilmente attaccabile. È stato così, e non avrebbe potuto davvero essere altrimenti, con Reaper Of Souls, importantissima espansione rilasciata nel 2014 ha saputo risollevare le sorti di un capitolo eccessivamente bersagliato dalla critica, per mancanze di sorta più o meno evidenti. Il gigantesco contenuto aggiuntivo ha introdotto nuove meccaniche di gioco, una nuova modalità, la tanto apprezzata e giocata modalità Avventura, un nuovo level cap e una nuova classe giocabile: il Crociato.
Non soltanto: ad arricchire l’offerta ludica, già di per sé encomiabile, ci ha pensato l’arrivo del V Atto, sicuramente uno dei più belli se non il più bello in assoluto, che ha saputo mettere in scena un arco narrativo di primissimo livello, grazie anche alla presenza di un nemico finale tra i più belli visti finora nel titolo. Un’espansione imponente, insomma, in pieno stile Blizzard, decisamente imperdibile per tutti gli appassionati della saga e degli hack n’ slash in generale.
The Witcher 3 – Blood and Wine & Hearth of Stone
The Witcher 3: Wild Hunt è senza mezzi termini uno dei migliori giochi dell’attuale generazione di console e probabilmente di sempre. Riuscire ad espanderlo con contenuti all’altezza dell’opera di base sarebbe stata una missione impossibile per tutti quanti, ma non per i ragazzi di CD Projekt Red che, con Hearth of Stone e – soprattutto – Blood and Wine, hanno saputo regalare ai fan dello Strigo due avventure splendide, che non hanno nulla da invidiare alle vicende di base. Gli sviluppatori hanno sapientemente giocato sulla questione della narrativa “parallela”, ossia completamente slegata dalla storia principale, col risultato di un focus decisamente più centrale sulla figura di Geralt come “semplice” cacciatore di mostri.
Nel farlo, comunque, nulla è stato lasciato al caso e i ragazzi del team polacco, con Blood and Wine, hanno anche messo mano ad un restyling completo dell’interfaccia di gioco. In ogni caso, comunque, le due espansioni introducono due line di quest importanti e di grandissimo livello, nonché ambientazioni splendide. Tanto di cappello a tutti coloro che ci hanno lavorato, insomma.
Dark Souls III – The Ringed City
Non c’è niente da fare: i maestri dei DLC sono senza dubbio i ragazzi di From Software. La Città ad Anelli, seconda ed ultima espansione dell’ultimo capitolo della saga degli sviluppatori nipponici, è arrivata con una missione difficilissima: concludere nel migliore dei modi la storia di una trilogia clamorosa. Con riferimenti continui al passato della saga, la presenza di creature e boss semplicemente fantastici nella loro iconicità e con una location sullo sfondo a tratti commovente, il DLC messo in piedi dai ragazzi al servizio di Miyazaki ha saputo regalare a tutti i fan la giusta conclusione, coronata da una boss fight finale semplicemente commovente.
Se avete intenzione di avvicinarvi alla saga, in sostanza, tenete bene a mente queste parole: una volta completata la discesa nell’ultimo anello vi sentirete pieni di gioia e soddisfazione, ma vi accorgerete presto che una parte di voi è andata via, spenta insieme all’ultima fiamma dell’ultimo falò estinto sotto i cieli di Lordran. O forse era Lothric? No, magari era Drangleic…
Dark Souls – Artorias of the Abyss
Ve l’avevamo già detto prima, no? I ragazzi di From ci sanno veramente fare con i contenuti aggiuntivi. La loro qualità è sicuramente innegabile, e il tutto è partito col primo Dark Souls, impreziosito (così come Bloodborne) da un’unica ma corposa espansione. In tutti i sensi. Sul fronte narrativo, il DLC fa luce su una delle storie più affascinanti del macabro mondo di Lordran, quella cioè riguardante il Cavaliere Artorias. L’uomo, uno dei più forti e valorosi al servizio di Re Gwyn, venne inviato nella remota cittadina di Oolacile, finita nelle fauci di un’oscurità tanto cupa quanto avvolgente: L’Abisso. Le sue gesta non ve le ripetiamo, ormai sono leggenda, ma sicuramente l’ambientazione e tutto ciò che ne consegue riescono ad impreziosire non poco la qualità generale del primogenito della famiglia “Souls”. Ah, e poi aggiunge nuove armi, nuovi NPC molto interessanti ed un’arena esclusivamente pensata per il PvP: cosa volete di più dalla vita?
Wolfenstein – The Old Blood
Più che un DLC, The Old Blood è un quasi un gioco a sé, venduto infatti anche in versione stand alone, e che offre una nuova veste – senza mai dimenticare le proprie origini – ad una delle saghe di sparatutto in prima persona più amate di sempre. The Old Blood porta una ventata d’aria fresca impressionante, grazie anche ad una variazione sul tema netta e tutto sommato godibile, che si rifà ai fasti dell’apprezzatissimo “Return to Castle Wolfenstein”, portando sulla scena un’avventura tutto sommato piacevole, longeva e caratterizzata da solito – strepitoso – gunplay semplicemente sublime tipico della serie targata MachineGames. E poi ci sono anche le Sfide, che aumentano nettamente il tasso di divertimento e la longevità in generale. Per farla breve: un acquisto semi-obbligatorio, considerando anche il prezzo di vendita irrisorio.
Dishonored – La morte dell’Esterno
Per concludere questo bel listone da bar (e non “rissone”, sia chiaro) vi parliamo di un altro contenuto aggiuntivo tranquillamente classificabile come avventura a sé: Dishonored – La Morte dell’Esterno. Il gioco di Arkhane ci mette nei panni di Billie Lurke, già vista nel corso del secondo capitolo della saga principale, in cui cerca di aiutare in tutti i modi la protagonista Emily. Billie riesce a dare alla serie una ventata d’aria fresca importante, soprattutto a livello di gameplay, a causa principalmente dell’assenza di elementi come il mana, che rende l’approccio alle missioni più “materiale” e brutale. In verità, in pieno stile Arkhane, i fiori all’occhiello della produzione sono sempre i soliti: il level design – splendido – e la vena stealth, tornata qui più forte che mai. Il tutto è accompagnato da una trama di fondo ben congegnata e di tutto rispetto anche per quanto riguarda il fattore longevità. Un’occasione imperdibile per avvicinarsi al brand, ma anche un ottimo modo per tutti i fan di salutare (forse?) le avventure del buon vecchio Corvo Attano.
Per oggi è tutto. Appuntamento alla prossima. Intanto, diteci la vostra: siete d’accordo o meno con i titoli citati? Parliamone insieme!