Le domande della convention dedicata alla serie TV di The Witcher
A Lucca, Netflix ha mostrato in anteprima il trailer dell’attesissima serie The Witcher, la cui uscita sulla piattaforma è prevista per il 20 dicembre 2019. Alla convention dedicata alla serie hanno partecipato la showrunner Lauren Schmidt e le due attrici protagoniste, Anya Chalotra (Yennefer) e Freya Allan (Ciri).
Qui sotto, le domande che sono state poste alle tre donne e le loro risposte.
Come è stato l’approccio all’adattamento della storia in una serie TV?
Lauren: Sono stata una grande fan, mi piaceva moltissimo la storia di Geralt. L’ho letto circa un anno prima che Netflix prendesse i contatti con me per questo progetto. Quindi il punto per me è stato come approcciare questo mondo e come riassumere la storia per raccontare circa quattromila pagine di materiale. L’elemento più importante che ho cambiato rispetto ai libri è stato introdurre personaggi prima di quanto appaiano. Se avessi aspettato, se fossi stata più fedele ai libri avremmo dovuto aspettare la terza stagione, invece volevo che queste donne fossero articolate, complesse, figure comprese già nel momento in cui incontrano Geralt. Ma posso assicurare ai fan dei libri che rimane moltissimo del contenuto originale.
Abbiamo avuto la possibilità di palare con l’autore, con Sapkowski, e ci ha detto ciò che era importante per lui, che voleva che ci fosse nella versione televisiva e cioè il fatto che si sta parlando di tre orfani che si trovano e si ritrovano soli contro il mondo, si considerano degli outsider, sono convinti di non avere più nessuno, ma il destino li riunirà e dimostrerà che le cose stanno invece diversamente. Inoltre, nella serie c’è anche un aspetto politico: sicuramente parleremo pure di xenofobia, di razzismo, di sessismo. Ma dentro c’è anche molta magia, molti mostri e tanta avventura.
Freya e Anya, raccontateci un po’ chi sono i vostri personaggi, cioè Yennifer e Ciri. Che cosa dobbiamo aspettarci?
Anya: Yennifer è una maga. Scopriremo nella storia quelle che sono le sue origini, la incontriamo a 14 anni e vedremo come si trasforma da quel momento fino a quando incontra Geralt. E vedremo anche il suo potere, quanto significa per lei e cosa significa per lei. È una donna tosta!
Freya: Ciri è una principessa. Quando la incontriamo all’inizio scopriamo che sta vivendo in una bolla, in qualche modo. È molto protetta dal mondo È un personaggio molto curioso, che fa un sacco di domande, e questo lo vediamo fin da subito. E forse è proprio questa curiosità uno dei motivi per cui chi la ama, Chi le è attorno, cerca di proteggerla il più possibile. Ma è testarda; Ciri non cede, ha carattere: è una delle sue caratteristiche. All’inizio della storia la conosciamo in un momento in cui si incontra e si scontra con una realtà violenta. Per cui vediamo la fragilità di Ciri, ma vediamo anche la sua determinazione, la sua convinzione, la sua capacità di adattarsi a tutte le situazioni.
Uno dei temi fondamentali di The Witcher è il Destino. Come lo avete affrontato nella serie e quanto è importante il rapporto dei protagonisti con esso?
Lauren: La differenza tra destino e fato è stata una delle cose che ho dovuto affrontare e capire soprattutto prima di rapportarmi con la serie. Perché dove uno identifica ciò che è completamente predeterminato e non può essere cambiato nonostante le tue scelte, l’altro invece, il destino, può essere cambiato a seconda di quello che scegli di fare. Questo lo vediamo proprio all’interno della serie nel momento in cui Geralt incontra la legge della sorpresa. Lui invoca un’entità che richiede un pegno, un pagamento. E in quel momento cambia il proprio destino. Ottiene una figlia. Ha Ciri, in breve. Non se lo aspettava, non è quello che sperava di avere e questo cambia il suo destino. E quindi la domanda è: cosa fai quando una tua scelta cambia il tuo destino e come ti adatti a questo cambiamento?
Ha preso una strada completamente diversa dai videogiochi? Perché ha scelto di utilizzare il meno possibile la computer grafica?
Lauren: Per la prima parte della tua domanda sì, mi sono basata sui libri e in particolare sui racconti. I racconti hanno una caratteristica: non hanno un arco narrativo di fondo che unisse tutti quanti. Questo ha fatto sì che noi abbiamo creato un arco che collegasse Yennifer, Ciri e Geralt. Nell’adattamento di questa storia ci sono anche le situazioni in cui abbiamo dovuto fare delle aggiunte. Per esempio, Ciri a un certo punto era sola, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare: abbiamo aggiunto un personaggio che potesse essere di aiuto per lei.
Ci sono dei videogiochi bellissimi che hanno una resa in computer grafica straordinaria. Quando abbiamo adattato la storia abbiamo deciso di fare una scelta diversa, anche per non ripetere quello che era stato già fatto è quindi abbiamo puntato e investito sui modellini e gli ambienti naturali. Abbiamo viaggiato, siamo andate direttamente nelle location, in cinque paesi diversi. Ci sono anche molti effetti digitali, sicuramente, ma più che funzionare autonomamente sono a supporto, a corollario di quello che abbiamo potuto filmare dal vivo.
Freya e Anya, come è stato per voi, come giovani attici, entrare in una produzione così grossa? C’è un fandom molto diffuso intorno a questo mondo… Che tipo di esperienza è stata?
Anya: Non aveva idea di quanto fosse grande questo fandom, di quanta gente amasse questa storia e questi libri. Per me è stata una grande emozione, ma anche un po’ spaventoso all’inizio ritrovarmi su questo set. È stato però anche un grandissimo regalo poter lavorare lì con tante persone appassionate, che hanno dato il massimo.
Freya: Sono stata estremamente felice ed emozionata quando ho saputo di aver ottenuto questo ruolo. Tutta la produzione è stata bella, eccitante, emozionante. È stato davvero bello viaggiare in queste location, poter interagire davvero con questo mondo. Chiunque era coinvolto, anche dietro le telecamere e nessuno si è mai risparmiato.
The Witcher è una serie in cui ci sono molti combattimenti. Quanto è stato difficile girare queste scene? Potete raccontarci anche come è stato lavorare con gli stunt, per capire come girarle, come evitare di farsi male?
Anya: L’ho adorato, l’ho amato moltissimo. Non avevo mai lavorato con gli stuntman, ma è stato molto bello e tutto quello che ha fatto Henry lo abbiamo fatto anche noi due.
Freya: Non ho fatto tanto quanto Anya, ma spero di poterlo fare in futuro. Ho potuto andare molto a cavallo però. Anya è molto brava a farlo, io un po’ meno.
Da un punto di vista della scrittura, del ritmo delle scene di azione, come si amalgama con il resto? Qual è la differenza tra lo scrivere una scena parlata, come un monologo, e una scena di azione?
Lauren: Una delle cose che impari subito quando impari a scrivere è che non puoi essere bravo a scrivere tutto allo stesso modo. Io ho imparato a fidarmi dei professionisti con cui lavoro; in particolare in questo caso con il nostro stunt coordinator. Quindi quello che faccio di solito è scrivere se in una scena d’azione c’è qualcosa in particolare che mi serve, che voglio che si veda, dopodiché vado da lui e gli dico “bene, fallo diventare figo quanto vuoi, il più possibile, ma voglio che ci sia quello piuttosto che quell’altro”. Lui poi torna da me con una traccia di quello che deve essere il risultato finale e io lo approvo oppure no. Ma ho imparato a fidarmi dei professionisti con cui lavoro.
Una domanda per le due attrici. Avete partecipato ad altre convention? Ero curioso di sapere se avete visto dei cosplayer che indossavano i vostri costumi e se vi siete messe a cercare qualche fan art, perché i fan sono molti creativi da questo punto di vista.
Anya: Sì, siamo state alla Comic-con. È stato il primo impatto con questo fandom e lì ho visto un cosplayer di Geralt con un costume che era identico a quello realizzato per la serie, a quello di scena. È stata un’esperienza molto curiosa. Per quanto riguarda invece la fanart è quasi inevitabile. Io per esempio ho un account instagram e ci sono state delle fanart in cui le persone hanno immaginato proprio me come Yennifer. Realizzano delle cose bellissime.
Freya: Io in realtà non ho ancora visto nessuno vestito come Ciri, però sì, dal punto di vista della fanart sui social ne ho viste anche io ed è bello. È bello vedere che c’è questo tipo di interazione tra i fan e la storia, i personaggi.
Gran parte della serie è stata girata alle Canarie. Come avete lavorato in questa location e come avete protetto il set da spoiler, visto che la curiosità è grandissima?
Lauren: Siamo stati circa tre settimane e mezzo alle Canarie. È stata la mia location preferita e anche quella di Anya. È stato incredibile e abbiamo avuto la possibilità in particolare di salire sulla montagna più alta delle Canarie. Abbiamo potuto fare avanti e indietro per tre giorni e ogni volta che saliamo su era pazzesco, è un posto incredibile.
Per quanto riguarda lo spoiler, da una parte sono lusingata, è bello sapere che c’è questo tipo d’interesse, ma d’altro canto posso confermare che c’è anche molta sicurezza intorno a questo tipo di produzioni. Noi per primi stiamo attenti a come parliamo della serie, perché il problema dello spoiler è il contesto o la mancanza di esso. A volte è difficile sapere che cosa stai guardando.