Quando gli shumps incontrano i GDR
Se da una parte è positivo che il mondo degli indie games goda dello stesso rispetto che ricevono giochi più blasonati, spesso tocca riconoscere che anche nel magico mondo degli indipendenti spesso ci si ritrovi a seguire un trend ben specifico, piuttosto che impegnarsi a tirare fuori qualcosa di fresco. Ovviamente ci sono le eccezioni alle regole e, in questo caso, l’eccezione è Drifting Lands, un gioco che riesce ad unire due stili di gioco diversi in un’esperienza non perfetta, ma indubbiamente di buonissimo livello.
Drifting Lands basa l’ossatura del suo gameplay su due tipologie di gioco apparentemente lontanissime ovvero i classici shumps di derivazione asiatica, quegli sparatutto a scorrimento orizzontale dove è richiesto un’enorme abilità nello schivare proiettili, al punto di essere uno dei generi simbolo della maestria giapponese negli arcade, e una struttura GDR fatta di statistiche, bonus e malus, abilità elementali e tanto altro. Un’idea sulla carta complessa ma che, pad alla mano, risulta macchinosa il giusto: il titolo è molto premuroso nel fornire tutte le indicazioni possibili per districarsi in questo nuovo mondo e sarà una mera questione di tempo abituarsi ed entrare in sintonia con ogni meccanica senza difficoltà.
La nostra nave, che sarà possibile scegliere da una rosa iniziale di tre, ognuna con le proprie peculiarità, sarà infatti modellabile a nostro piacimento attraverso una serie di componenti, in un modo che non può che ricordare Diablo: questi componenti si potranno sia recuperare sia costruire attraverso un semplice sistema di crafting basato sull’ottenimento di progetti e relativi materiali di costruzione. Non manca inoltre uno skill tree dove poter acquisire abilità attive o passive che ci aiuteranno ad affrontare più agevolmente la nostra avventura spaziale. Sarà possibile affrontare tutto ciò attraverso il denaro che guadagneremo durante le missioni di gioco, che rappresenta sostanzialmente i nostri punti esperienza e che andrà gestito con attenzione, soprattutto se si ha intenzione di creare delle build specifiche.
Se la porzione ruolistica funziona senza grossi problemi, la sezione shumps non è assolutamente da meno: Drifting Lands si rivela un ottimo esemplare del genere, grazie anche ad una curva di difficoltà graduale che permetterà anche ai neofiti di gustarsi il titolo senza remore, un requisito ormai fondamentale in giochi che non godono del successo che meriterebbero. La situazione non è proprio perfetta, a dirla tutta, principalmente per alcuni errori come la stilizzazione dei proiettili nemici, non sempre ben visibili, ma il risultato finale resta comunque onesto oltre che capace di coinvolgere il giocatore per molto tempo.
I livelli di gioco disponibili sono infatti un centinaio, di durata e difficoltà variabile e che dunque ci metteranno più o meno a dura prova in base alla nostra abilità e a quanto avremo studiato la composizione della nostra nave, fermo restando che la ripetitività dell’azione può prendere il sopravvento da un momento all’altro.
Il vero vincitore però è il comparto tecnico: nonostante il gioco non richieda configurazioni avanzatissime per girare, la realizzazione grafica è sicuramente uno dei fiori all’occhiello della produzione, con una direzione artistica molto fresca e animazioni ben realizzate all’interno di un’azione che non molla quasi mai i 60 frame al secondo, il che è molto considerata la mole di elementi presenti su schermo in questo tipo di giochi. Anche i dettagli vogliono la propria parte e, in tal senso, il gioco non fa sconti a nessuno, sia nelle cutscene disegnate a mano che nei fondali 2D realizzati con moltissima cura. A chiudere il cerchio ci sta poi la colonna sonora, che mescola sapientemente tracce elettroniche con motivi hard rock e restituendo un’impronta uditiva che esalta e supera la tanto agognata linea tra mero accompagnamento e soundtrack, davvero apprezzabile anche dopo molte ore di gioco.
A mostrare il fianco a qualche critica è invece il comparto narrativo: Drifting Lands imperna la trama su un cataclisma di proporzioni enormi che ha portato ad un’esplosione della Terra, ridotta ormai a grossi pezzi di pianeta che vagano nell’orbita e con uno spazio dominato da corporazioni spietate. Un incipit niente male che però impatta contro una narrazione poco chiara e che non ci renderà mai pienamente consapevoli del nostro ruolo di salvatori dell’ex pianeta, cercando di contrastare il dominio di una corporazione che mira a possedere tutto ciò che è rimasto e che non elabora in modo soddisfacente i numerosi spunti narrativi che avrebbero elevato la trama senza problemi. La stessa superficialità è riscontrabile anche nei personaggi che incontreremo, tutti vittime di una tipizzazione che rende il coinvolgimento generale ancor più precario.
Verdetto
Nonostante le incertezze narrative, Drifting Lands esce comunque vincitore dalla nostra disanima, grazie ad una realizzazione generale più che buona ed una formula che riesce a risultare fresca e interessante, con la ciliegina sulla torta rappresentata da un prezzo decisamente adeguato all’esperienza generale.