Rock Bottom!
Quante volte davanti alla televisione, vedendo questo gigantesco ragazzo dal cuore d’oro, avete iniziato a urlare di gioia non appena Giacomo “Ciccio” Valenti, in uno stato mentale tra il galvanizzato ed il trascendentale, iniziava ad urlare “ROCK BOTTOM!”. Il tempo, da quel ring, è passato in fretta, e il gigante buono ne ha fatta di strada, tantissima, diventando l’icona di un genere che ha segnato tutti quanti negli anni ’90 e che oggi sta tornando in auge anche per suo merito. Ed è per questo che oggi vogliamo celebrare lui: Dwayne Johnson The Rock.
Il destino di Dwayne, d’altronde, era già stato scritto nel firmamento, ma non gli si era ancora palesato. Figlio di due ex wrestler professionisti, dopo una non troppo fortunata esperienza nel mondo del Football Americano, decide di appassionarsi all’universo dei genitori, riuscendo ad entrare nel circuito USWA (United States Wrestiling Association), sotto l’ala protettiva dell’ex star Pat Patterson.
La carriera nel mondo del wrestling non dobbiamo nemmeno descriverla, la leggenda di The Rock precede le sue gesta, proiettandolo nell’Olimpo di questo sport. È piuttosto la sua carriera sul grande e piccolo schermo ad attirare maggiormente l’attenzione.
Dopo gli esordi in alcune serie TV, con parti minori, tra le quali figura anche Star Trek, il vero ruolo importante arriva nel 2001 con La Mummia – Il ritorno, nei panni del Re Scorpione. Dwayne Johnson, per la prima volta dai suoi esordi sportivi, si stava facendo conoscere anche tramite il suo vero nome e non solo per la sua controparte The Rock.
La Mummia, pellicola di un franchise vincente per l’epoca, gli permise di ritornare sul grande schermo, sempre nei panni dell’antico Re egizio, nell’omonimo film Il Re Scorpione, diretto da Chuck Russell (cineasta in auge all’epoca), ottenendo un incredibile successo.
Gli esorbitanti incassi al botteghino si alternavano agli stadi pieni di gente. Tutti, e dico tutti, volevano vedere in azione quella montagna di muscoli, capace di suscitare simpatia in qualsiasi spettatore.
Perché, nonostante le apparenze, Dwayne Johnson (frutto anche, o comunque probabilmente, del tenore di vita che è riuscito a raggiungere) è come appare. Dinamico, felice, buono, vulcanico, sempre in prima linea per battaglie sociali e lotte, su schermo e non solo, contro le ingiustizie.
Un gigante buono dalla parte degli ultimi.
Il 2002 vola via, e The Rock continua a cavalcare l’onda della popolarità. Negli anni sono da segnalare Il tesoro dell’Amazzonia, Be Cool, Doom, omonimo film basato sulla celebra saga video ludica, l’improbabilissimo e comico L’acchiappiadenti, fino ad arrivare al vero anno di svolta della carriera del ragazzone californiano.
È il 2011 quando fa il suo esordio sul grande schermo l’agente federale Luke Hobbs, figura divenuta fondamentale nel celebre e ricchissimo franchise Fast & Furious. In quel momento Dwayne Johnson, o se preferite The Rock, inizia la sua scalata per diventare icona degli action movie e dell’universo pop.
Dwayne “The Rock” Johnson in poco tempo, oltre ad essere diventato uno degli uomini più ricchi di Hollywood, si è fatto amare dal pubblico di tutto il mondo, per la sua genuinità e la capacità di rendere piacevoli anche le pellicole più assurde, in grado di farti staccare la spina dal mondo.
In Fast & Furious, se mi è permesso dirlo con un pizzico di presunzione, è stato proprio Johnson a ridare ossigeno ad una saga che stava diventando sempre più, se non troppo, grottesca e ripetitiva. Stessi schemi, stessi personaggi, e risoluzioni sempre più assurde. Certo, quando uno guarda una pellicola simile sa già che andrà in contro a corse automobilistiche fuori di senno che sfidano la fisica e infrangono le leggi dello spazio-tempo, ma ad un certo punto persino l’esagerazione ha bisogno di un freno per mantenere una serietà.
Ecco, quel freno non è mai arrivato, ma Dwayne Johnson ha dato più credibilità e dignità alle pellicole successive. Una maturità, ed un seguito, che gli hanno permesso di ottenere anche una pellicola spin-off come Fast & Furious – Hobbs & Shaw. Da quel momento, l’attore si è consolidato definitivamente come l’erede naturale di Arnold Schwarzenegger e nuovo Re di questo genere. Infatti, la peculiarità di The Rock, è che potrai vederlo saltare da un grattacielo all’altro senza una gamba come in Skyscraper, combattere contro lupi giganti e coccodrilli alti 40 piani, come in Rampage – Furia animale, ma non avrai mai qualcosa da ridire. Ovviamente perché, andando a vedere una simile pellicola si è già consapevoli di cosa ci si troverà davanti allo schermo, ma le situazioni assurde, pregne di machismo alla Schwarzenegger, e di ingegno alla McGyver, riescono a trovare la propria dimensione reale nell’irreale proprio per merito della figura di Johnson.
Oltretutto, un’altra peculiarità che l’ha contraddistinto in questi anni, è stata la sua capacità di poter spaziare nei generi, passando tranquillamente dall’action alla commedia, e il fedele amico Kevin Hart, suo compagno di viaggio nel reboot di Jumanji, ne sa qualcosa.
Dwayne Johnson The Rock, in sostanza, è realmente il degno erede di Arnold Schwarzenegger, nuovo Re del genere action e signore dei blockbuster. Non sarà un attore che vedremo mai a Venezia o Berlino, ma l’aver dato nuovamente credibilità ad un genere, o comunque ad una serie di pellicole, divenute negli ultimi anni solo oggetto di critiche da parte dei cinefili più accaniti, è un dato di fatto che gli va riconosciuto. E poi, diciamolo, tutti quanti vogliono bene a Dwayne, il gigante buono in grado di fare una Rock Bottom con il sorriso.