Se leggete, o meglio, se ci leggete (e diamine spero davvero lo facciate) saprete bene che “l’editoriale della settimana”, ovvero quel momento in cui snoccioliamo un particolare argomento caldo con l’obiettivo di generare un minimo di pensiero ponderato all’interno delle vostre teste, arriva di venerdì. Ma oggi è lunedì, e l’editoriale della settimana è online. Perché? Siamo onesti, a voi non fregherà nulla, ma vorrei che intendeste questa decisione come un chiaro sintomo di un pensiero così forte e gravoso da dover per forza uscire fuori dalla mia testa. Detta in soldoni, ci sto pensando così tanto che non me la sentivo di aspettare venerdì per condividere con voi questa idea, perché penso che più o meno suddetta idea stia covando anche nella vostra testa. Leggete un po’ e mi darete ragione ma prima, come sempre, andiamo per gradi. Oggi parliamo di MediEvil. La domanda, come da titolo, è semplice: ne abbiamo bisogno? La risposta è SI, ma vorrei farvi capire meglio il perché.
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Chi mi conosce sa quanto mi sia caro questo brand, tanto da averlo utilizzato come apripista per una serie di articoli proprio qui su Stay Nerd. MediEvil non è mi è caro per specifici titoli agonistici. Ha venduto tanto, questo è vero, ma a ben pensarci non è stato nulla più che un best seller. Per dirla semplice: non si è inventato nulla di nuovo, non ha sdoganato niente, non si fregiava di una grafica spaccamascella (non poteva… Dan la mascella non ce l’aveva…) ma nonostante tutto è stato un titolo che si è imposto di prepotenza nell’immaginario collettivo, un po’ perché era effettivamente bellissimo da vedere nella sua blocchettosa identità artistica, un po’ perché erano gli anni ’90 e tutti adoravano Tim Burton più per cognizione di causa che per partito preso (a maggior ragione di Nightmare Before Christmas) un po’, infine, perché erano i meravigliosi anni di PlayStation 1, quando ancora non c’era bisogno di mettere il numero 1 vicino alla parola PlayStation.
MediEvil dunque si impose, ce ne innamorammo e passati 15 anni dalla sua fine lo amiamo ancora… tanto che ne stiamo chiedendo da tempo un ritorno, che non sia un semplice cameo ma un gioco nuovo, un sequel/reboot che abbiamo atteso a lungo. Questo pensiero mi è ancor più evidente dopo le vicende della scorsa settimana che abbiamo documentato su Facebook a colpi di breaking news. Se siete stati sulla luna negli ultimi giorni ve le riassumo: venerdì 8 maggio internet viene scosso da una notiziona. Un utente della rete pubblica online uno stralcio da quello che sembra un trailer in alta definizione di un nuovo MediEvil. La notizia è ovviamente una #Fresconata, e tutti si accostano titubanti, il punto è che l’utente che ha condiviso il video si è già reso celebre per aver leakato un altro importante titolo PlayStation. Si tratta di Blue Eyes, il tizio che nel 2003 svelò anticipatamente quell’ICO 2 che divenne, poi, Shadow of the Colossus e ritenuto, quindi, una fonte attendibile. Consideriamo poi che quel video in alta definizione, con un modello di Dan a prova di “next gen” spacca, è animato da Dio ed anche l’ambientazione, quella di un lugubre cimitero burtoniano, ha l’aspetto e il carattere giusto. Il tizio dice, più o meno, che quel che ha condiviso è il leak di un ipotetico video mostrato alla dirigenza Sony per un titolo work in progress che porterà MediEvil su PS4. L’isteria di massa segue poco dopo, tanto che la notizia rimbalza praticamente su ogni canale del settore internazionale e non. Passano le ore, Sony non commenta, ed ecco comparire online anche delle immagini. Stralci sempre di quel trailer che altro non fanno che creare un’attesa per l’annuncio del gioco che, a questo punto, sembra certo e forse in programma per l’E3. Sony non interviene ancora, ma lo fa Jason Wilson, art director dei due capitoli originali della serie che cerca di smentire tutto affermando che Sony non è al lavoro su alcunché e che il video, come le immagini, non sono altro che uno specchietto per le allodole.
Ma noi non vogliamo crederci! Le parole di Wilson quasi cadono nel vuoto, perché il video è troppo bello e MediEvil è troppo atteso. Ma poi, in attesa che Sony ci dica la verità, e probabilmente a causa dell’eco immane che la notizia sta avendo in rete, Blue Eyes infine crolla e come vittima di un interrogatorio poliziesco vuota il sacco. Si è trattata di una bufala, forse di una burla, e il tizio non ha fatto altro che ripescare un vecchio lavoro amatoriale di un programmatore spagnolo (tale Guillermo Moreno) che si era divertito a ricreare Dan con l’Unreal Engine 4, nella speranza che Sony lo notasse. La notizia viene quindi archiviata nella delusione generale e Dan, chiudendo il suo occhio, torna a riposare nella sua cripta digitale forse, e purtroppo, per sempre.
Tutta questa questione, di cui io con Stay Nerd sono stato partecipe nella diffusione delle informazioni mi ha dato da pensare. Mi ha fatto ragionare su quanto grande sia il desiderio da parte di una fetta di utenza più che consistente, di rivivere le gioie videoludiche del passato, quando le uscite erano molte di meno ed erano vissute con una partecipazione maggiore. La quota di utenti che letteralmente sono impazziti per MediEvil è stata, senza neanche contarli, immane. La domanda è “perché?”. Perché c’è così tanta gente che ha desiderato il gioco? Perché abbiamo bisogno di MediEvil? Forse per l’affetto implicito verso il brand, e questo mi è chiaro, ma poi ho notato, leggiucchiando nei forum e nelle varie pagine in giro per internet, che alla notizia di MediEvil si è fatto largo un certo gusto nostalgico. Qualcuno ha evocato anche il ritorno di Jak and Daxter, praticamente dimenticati dopo la svolta “matura” di Naughty Dog. Altri hanno chiesto Soul Reaver, magari attraverso il recupero del progetto Dead Sun (che pure, ma in minor misura, aveva creato un certo fragore qualche mese fa). Altri ancora hanno richiesto la roba più disparata da Legend of Dragoon sino a Pandemonium, senza dimenticarsi di passare per Spyro e Klonoa.
Siamo innamorati del vecchio allora? La risposta non so darmela ma penso, piuttosto, che siamo forse alla ricerca di qualcosa di diverso. Il che è quasi paradossale se si rievoca a gran voce un brand defunto circa 15 anni fa. Il punto è che la manovra del reboot che fino a qualche tempo fa sembrava una pura eresia è diventata, in un mercato sovraffollato dalla serializzazione e dai remake HD, quasi auspicabile. Lo hanno dimostrato lavori come il nuovo Tomb Raider o anche il bistrattato DMC che, per quanto se ne dica, è un action game con tutti i crismi. Lo ha insegnato Wolfenstein che del trittico di titoli presentati 3 anni fa da Bethesda (nel gruppo c’erano The Elder Scrolls Online e The Evil Within) si è dimostrato quello che ha fatto meglio e lo ha dimostrato Deus Ex: Human Revolution. Certo, non tutti hanno fatto bene ma pensiamo a quello che c’è dall’altra parte della barricata. Abbiamo i sequel che ormai escono con una cadenza annuale, con brand che cercano addirittura di battere il loro personale record di uscite annuali, ed abbiamo i remake in HD che, per quanto generino un gusto nostalgico, con il loro prezzo pieno e la loro rimpolpata grafica mi sanno terribilmente di presa per il culo. In un’ottica del genere come si fa a non essere felici se ti rebootano qualcosa che, per quanto vecchio e improbabile, ha un sapore al contempo vecchio e nuovo?
Dite che ho torto? Eppure nelle stesse ore del presunto annuncio di MediEvil, giusto per citare qualche nome (e mi spiace, francamente, siano sempre gli stessi), Ubisoft lanciava il suo teaser trailer di Assassin’s Creed Syndicate (precedentemente noto come Victory), mentre Capcom si prodigava di comunicarci che vede nel suo futuro una grandissima quantità di edizioni HD e che anzi, se lo auspica un futuro di riedizioni, mentre un nuovo trailer con Vergil, cerca di invogliarci a comprare la riedizione di Devil May Cry 4… ma non mi dire?! Ti giuro Capcom che non me ne ero accorto di quanto ti piacesse non proporre un cazzo di nuovo.
Di queste belle e nutellose notizie ce ne siamo fottuti. Noi volevamo MediEvil. Lo volevamo perché ci siamo infantilmente legati, lo volevamo perché abbiamo voglia di qualcosa di bello e “nuovo”, che non sia figlio di una serialità che è diventata ormai imbarazzante. Poco mi importa se questo è un concetto che la vostra testa non vi ha passato. Magari sono elucubrazioni mie e voi, in cuor vostro, non aspettate altro che il pre-order dell’ennesimo sequel. Mi piacerebbe però avere ragione, non per il gusto intrinseco di sentirmi dire che sono nel giusto, ma piuttosto per capire se quest’idea è condivisa e se può, magari col tempo, cambiare le abitudini del mercato. Un mercato che, non ne ho mai fatto mistero, non mi piace e che addirittura mi irrita e che, sono convinto, può cambiare solo se noi siamo pronti a farlo cambiare. Ma nel modo giusto, facendo scelte di acquisti concrete e intelligenti, e non mettendo online le solite e INUTILI petizioni del cazzo che, sappiatelo, non faranno mai la differenza in un sistema economico che muove cifre che noi nella nostra vita non vedremo mai. Solo il denaro (e la sua mancanza) muovono le scelte economiche. Capito ciò forse, quando nessuno comprerà più le fottute riedizioni HD di Capcom, avremo un nuovo MediEvil. Forse no, ma sarebbe già qualcosa.