A spasso nel tempo
A quanto pare i viaggi nel tempo stanno davvero tornando di moda, o forse in realtà non hanno mai smesso di affascinare, sia i lettori che gli autori. Dopo Patience, di Clowes, che mostra una visione caricaturale e punk dei paradossi temporali, arriva Ei8ht, opera prima di Rafael Albuquerque, e il registro è decisamente diverso.
Dark Horse si è presa la briga di tradurre e stampare un webcomic dell’autore brasiliano, dal titolo di Tune 8, finora presente solo online e in forma stampata dallo stesso autore e venduto solo nelle Convention. Grazie a Bao, poi, l’opera prima del celebre disegnatore di American Vampire giunge anche in Italia in un edizione sempre molto ben curata, come la casa editrice ci ha ampiamente abituato.
Ai bordi del tempo
La storia inventata da Rafael Albuquerque con l’aiuto ai testi di Mike Johnson inizia in medias res, senza dare al lettore la benché minima idea di cosa stia succedendo. Le prime tavole del fumetto sono quasi uno shock: avvenimenti che si accavallano, invenzioni che emergono come se niente fosse, personaggi, cambi cromatici e animali di ogni genere che si muovono tra le pagine, tanto freneticamente da lasciare il lettore un po’ spaesato.
Ci vuole un po’ prima di prendere il ritmo, e qualche volta sarà necessario tornare indietro per riprendere il filo, ma credetemi, ne vale la pena, perché alla fine della fiera, il racconto si chiude senza lasciare quasi niente in sospeso e soprattutto si rivela divertente e appassionante al punto giusto.
Seguiremo le avventure di Joshua, un crononauta che si lascia convincere a svolgere una missione probabilmente suicida con la sicurezza che se avrà successo sua moglie avrà salva la vita. Da questo punto in avanti, la storia si dipana su tre livelli temporali diversi, il Passato, il Presente e i Futuro… Ma questo è tutto molto scontato, se ci pensate un attimo e se mai in vita vostra avete letto una storia di viaggi nel tempo. E allora ecco che la visione di Albuquerque diventa ancora più audace, cerca di dare qualcosa di diverso, e aggiunge un ulteriore strato alla torta già di per sé abbastanza ricca: l’Unione (the Meld), un luogo fuori dal tempo, quasi un’altra dimensione.
Gran parte dell’azione avverrà proprio qui, ma gli effetti e le ripercussioni si avvertiranno su e giù per il tempo, come è giusto che sia.
La lettura è appassionante, ma non facile, purtroppo. Il fatto di voler mettere tutta questa carne al fuoco genera una sorta di sovraccarico narrativo, che appesantisce la narrazione e che rischia di far sembrare alcune sequenze davvero frettolose. Le poche pagine a disposizione per ogni avvenimento, poi, non sono talvolta abbastanza per inquadrare completamente i personaggi, per non farli apparire in tutte le loro contraddizioni, le loro ossessioni. Il cattivo, poi, non è affatto così imperante come si potrebbe pensare, risultando addirittura caricaturale. I colpi di scena sono ben distribuiti, e alcuni sono quasi inaspettati, anche se con un minimo di background ‘temporale’, sono tutti abbastanza clichettosi. L’aspetto convoluto della trama, con linee narrative che si intersecano tra di loro, rispecchia fedelmente quello che chiunque può aspettarsi da un racconto sui viaggi del tempo.
In definitiva non c’è molto di nuovo all’orizzonte, a parte forse la realtà mitica dell’Unione, vera chicca di tutto l’impianto narrativo. C’è da dire che Albuquerque imbastisce una trama ricca e articolata, forse anche troppo, cercando di mettere davvero tutto in pochissimo spazio, finendo per comprimere troppo l’azione, che meritava decisamente di trovare più spazio.
Non fraintendeteci, Ei8ht è un bel fumetto ed altrettanto divertente, ma mostra quelli che sono i piccoli difetti di un’opera prima, del tutto trascurabili, se consideriamo quello che ci possiamo ancora aspettare da questo autore.
Il colore del tempo
Rafael Albuquerque è BRAVO, inutile girarci intorno. Già lo avevamo visto in alcuni suoi lavori americani, come American Vampire, a fianco di gente come Scott Snyder e Stephen King (e scusate se è poco) e quindi sappiamo benissimo cosa andiamo incontro. In questo frangente, come autore completo, Albuquerque ci mostra quanto abbia capito a pieno come usare il medium fumetto nella sua interezza, per riuscire a raccontare la sua storia.
Risolve l’eventuale problema della rappresentazione delle varie linee temporali con un espediente allo stesso tempo banale e geniale: usa diverse palette cromatiche, un po’ come Soderbergh fece per il suo Traffic, mettendo i filtri alla macchina da presa, scegliendo una tonalità per ogni linea temporale, e lasciando il giallo sabbia per contraddistinguere le vicende ambientate nell’Unione.
In questa maniera risulta leggermente più facile tenere traccia delle varie linee narrative e dei personaggi, anche se ci vuole comunque un po’ di tempo per trovare il giusto feeling.
La parte più strettamente grafica, la realizzazione delle tavole e delle vignette, rispecchia la maestria che l’autore ha nel saper gestire inquadrature e movimento. Il tratto è volutamente pesante e accentuato, inserito in un contesto dal forte sapore immaginifico, e questo tende a caricaturare forse un po’ troppo alcune espressioni e alcune sequenze, ma non perde per niente di forza, lasciando intatte alcune potenti sequenze action.
La scelta di scomporre la griglia della pagina è tipicamente americana, ma è quasi d’obbligo in un racconto che deve molto a quel genere di narrazione. Alcune direzioni iconografiche dell’Unione ricordano un po’ Mad Max, o anche per certi versi un po’ del Conan cinematografico, in un mix di rimandi e citazioni (più o meno involontarie) che faranno felici i lettori che le coglieranno.
L’edizione Bao, come già detto in apertura, è canonica, considerando la cura con cui la casa editrice realizza le sue opere. D’altronde lo stesso Albuquerque ha annunciato la sua collaborazione con Bao al San Diego Comicon, avendo evidentemetne apprezzato il modo di lavorare dei nostri. Al termine del volume, come extra, sono stati inseriti dei bozzetti di studio e poco altro.