Eikichi Onizuka: l’insegnante che ha cambiato il concetto di scuola
Diciamocelo, il periodo della scuola non è stato piacevole per tutti. In Giappone come in Italia, il sistema scolastico mostra diverse problematiche che spesso vanno a intaccare l’autostima dei ragazzi: dal bullismo al disinteresse di alcuni insegnanti per i propri studenti, che genera in loro odio per l’istituzione scolastica, oltre a reazioni emotive come ansia da prestazione e paura di fallire per via dell’eccessiva importanza data ai voti. In Giappone, poi, i punteggi conseguiti nel corso dell’anno vengono pubblicati in una classifica e da quelli dipende la possibilità di iscriversi o meno ad una buona università e inserirsi nel mondo del lavoro. Uno solo ha deciso di cambiare tale situazione di oppressione e indifferenza generale dalle sue fondamenta, ergendosi come simbolo di ribellione per milioni di lettori delle sue gesta: Eikichi Onizuka, un improbabile professore delle scuole medie che cambia radicalmente la vita dei suoi studenti e dei colleghi della scuola privata Kissho, denunciando il sistema scolastico corrotto che vorrebbe gli studenti tutti uguali e in grado di entrare al più presto nella società per servirla a testa bassa.
Driver’s High
La storia di Eikichi Onizuka non comincia con il lavoro da insegnante ma molto prima, quando lui stesso frequenta la scuola. Come dirà anche in GTO, lui per primo veniva chiamato “rifiuto” dai propri insegnanti, così come fa il vicepreside Uchiyamada con gli studenti indisciplinati della Kissho. “A forza di sentirselo dire, si finisce per crederlo davvero” afferma Onizuka, che capisce molto bene i sentimenti degli studenti ribelli con cui entra in contatto fin dall’inizio della serie: già durante il suo tirocinio, avrà a che fare con alcuni bulletti che metterà in riga sfruttando la propria fama di ex teppista e solo perché egli stesso era molto conosciuto per essere uno dei membri del duo Oni-Baku, famoso tra tutti i mototeppisti della zona di Shonan, da cui proviene.
Coinvolto in numerosi combattimenti e gare motociclistiche illegali, Onizuka si è guadagnato la stima degli altri gruppi della zona ma mai quella delle ragazze, a cui cerca sempre di fare il filo con scarso successo (e le cose non cambieranno nemmeno da adulto!).
Il passato da bōsōzoku di Eikichi Onizuka
Il fenomeno dei bōsōzoku nasce già negli anni ’50, coinvolgendo in particolare giovani appartenenti a una bassa estrazione sociale, tra i 16 e i 19 anni. Il nostro Onizuka frequenta il liceo quando diventa leader degli Oni-Baku insieme al suo amico Ryuji Danma. In Shonan Junai Gumi, il primo manga in cui Eikichi è protagonista, ci sono numerosi esempi dello stile di vita e degli elementi che caratterizzavano la subcultura dei bōsōzoku, i mototeppisti, condita col tempo da stereotipi sul loro abbigliamento e le loro scorribande.
In alcune copertine di Shonan Junai Gumi (che oltretutto significa letteralmente “Gang dell’Amore puro di Shonan”) possiamo vedere rappresentati Eikichi e Ryuji proprio nello stile più classico dei bōsōzoku: fasce hachimaki con loghi e slogan della loro banda, avvolte attorno alla pettinatura pompadour tipica del periodo in cui andavano molto di moda gli stili greaser e rocker, sulla quale ovviamente non veniva mai indossato il casco (che sarebbe invece obbligatorio in Giappone); indossavano inoltre tokkō-fuku, ovvero le lunghe giacche con slogan militaristici scritti sul retro, spesso lasciando il petto nudo; bandiere imperiali che sventolavano appese alle moto truccate; mazze da baseball come armi per le risse. Inoltre Eikichi mantiene la tinta ai capelli anche una volta diventato insegnante, caratteristica che in quasi tutti gli anime viene ormai associata a personaggi poco di buono.
In effetti Eikichi Onizuka non cambia poi molto una volta divenuto adulto: innanzitutto, la motivazione principale per cui desidera fare l’insegnante è semplicemente essere circondato da belle ragazze. Dopotutto, nonostante i suoi 22 anni proclamati sempre molto fieramente, è ancora vergine, poiché essere un mototeppista di certo non aiutava ad avere una buona reputazione tra le coetanee. Infatti è proprio l’idea di volersi trovare una ragazza per perdere la verginità a fungere da incipit per Shonan Junai Gumi, dove Onizuka e il suo compare Ryuji faranno di tutto per cercare di tenersi fuori dai guai, con scarso successo perché si lasceranno sempre trascinare dall’ebbrezza delle loro avventure giovanili in giro per Shonan.
Eikichi Onizuka: un maestro di vita contro ogni aspettativa
Per questo Ryuji, all’inizio, si chiede spesso come potrebbe mai diventare professore un tipo come Eikichi Onizuka. Quando erano giovani, i due amici vedevano il trovarsi una fidanzata come un modo per ottenere finalmente la maturità a cui tutti i giovani uomini aspirano, ma è più che evidente che Eikichi non l’ha per niente raggiunta: al contrario del suo amico, che lavora onestamente da un pezzo, Onizuka non solo è saltato da un lavoro all’altro ma corrompe i propri studenti, non prende mai niente troppo sul serio, sbadiglia durante le sue stesse lezioni e semmai si diverte a dare spettacolo durante l’orario di lavoro. Eppure, nonostante siano davvero poco ortodossi, i suoi metodi dentro e fuori da scuola sono efficaci e fanno sì che i suoi insegnamenti (perlomeno quelli di stampo morale) rimangano impressi nei cuori degli studenti, compresi quelli che lo avevano odiato fin da subito.
È chiaro: nel leggere o guardare GTO bisogna fare un lavoro di sospensione dell’incredulità, poiché lo stesso Eikichi Onizuka è un personaggio che talvolta va oltre le reali possibilità di un essere umano e Toru Fujisawa, l’autore di tutte le avventure di Onizuka, lo sa benissimo e lo mette in evidenza tramite la voce di personaggi di contorno, che non hanno idea di come si comporti Onizuka in situazioni estreme, al contrario dei suoi studenti. Basti pensare a tutte le volte che si fa male e praticamente rischia la vita per loro: nei primi episodi, quando salva Noboru Yoshikawa mentre tenta il suicidio, Eikichi si schianta col ragazzo sulla Cresta del vicepreside (che viene ripetutamente distrutta dai suoi interventi); se consideriamo la storia originale narrata nel manga, poi, finisce in ospedale per ben tre volte dopo esser stato sparato in diverse circostanze legate ai suoi alunni. Tuttavia, nonostante la serietà che man mano aumenta nel corso della serie, iniziata più come un gag manga, Onizuka se la cava sempre per un soffio, riuscendo nel frattempo a impartire una lezione allo studente di turno con il grande carisma che lo contraddistingue in ogni occasione.
I suoi escamotage, infatti, sono tra i più disparati: cosplay di ogni tipo (memorabili ad esempio il suo costume da scimmia quando viene accusato di molestie da Anko Uehara e sua madre, oppure la sua interpretazione di Kenshiro da Hokuto no Ken, con tanto di stelle sul petto); gite fuori porta non programmate; intromissioni varie nelle vite private dei suoi studenti… Tutto può essere funzionale per insegnare dei valori a quella classe di ragazzi così sfiduciati nei confronti degli adulti, insegnanti o genitori che siano. E non importa che i suoi metodi vadano oltre i limiti della legalità, d’altronde quando mai gli è importato davvero? Eikichi Onizuka è impulsivo, un po’ pervertito, a tratti anche violento, ma il suo tornaconto personale è quasi sempre minimo, se non nullo, poiché ogni cosa che fa è mossa esclusivamente dalla volontà di aiutare chi chiede il suo supporto. Insomma, altruista nel midollo, anche se nella maniera più pazza e spericolata possibile, cosa che si trascina sicuramente dal suo passato di leader che sente di dover proteggere i propri compagni in base ad una specie di codice d’onore.
L’obbiettivo dichiarato di Onizuka è di voler “rimanere un semplice insegnante per tutta la vita”, ma dietro questa affermazione, insomma, c’è molto di più: c’è l’amore per la libertà, per la vita e i suoi piaceri, in barba alle imposizioni di un sistema che non vorrà mai comprendere coloro che ne fanno parte. La sua forza dirompente, sia fisica che morale, coinvolgerà tutta la scuola, compresi coloro che ne sono i rappresentanti più tipici come la professoressa Fuyutsuki o il professor Teshigawara o ancora il vicepreside Uchiyamada, ciascuno vittima inconsapevole di una concatenazione di scelte di vita che Eikichi, invece, rigetta. Quel semplice insegnante che lui dice di voler essere, in realtà, sarà una persona che rimarrà per sempre nei ricordi di chi lo ha avuto come maestro durante gli anni più preziosi nei quali cominciamo tutti a capire chi siamo e cosa vogliamo essere. E non è forse questo ciò a cui dovrebbero aspirare tutti gli insegnanti?