ELITE 3: diplomarsi a Las Encinas

Sono stati anni duri quelli passati in questa scuola per rampolli: la morte di Marina, nella prima stagione, ha sconvolto tutti gli studenti di cui poi abbiamo continuato a seguire le vite, i segreti e i tradimenti e ora, in ELITE 3, si chiude il cerchio dei crimini e delle macchinazioni che li hanno portati ad avvicinarsi e proteggersi tra loro. Nemmeno i nuovi compagni riescono a salvarsi dalla spirale di intrighi venuta a crearsi attorno al gruppo di protagonisti principali, ancora scossi e assolutamente contrari all’idea di perdonare e dimenticare. E sarà proprio la loro rabbia a muovere le fila di quest’ultima stagione, in cui si consumerà un’altra morte.

DISCLAIMER: da qui in avanti sono presenti spoiler sulle prime due stagioni, non proseguite a leggere se volete iniziare la serie!

 

L’ultimo delitto

In ELITE 3 funziona esattamente come nelle stagioni precedenti: veniamo messi davanti al fattaccio ormai già compiuto fin da subito, ma senza sapere chi sia la vittima o il colpevole né come si sia arrivati al tragico evento. Si procede quindi con i soliti rimbalzi tra passato e presente, attraverso i quali scopriamo mezze verità che verranno smentite o rielaborate poco dopo, in base a chi le racconta.

Ormai si sa, il colpevole dell’omicidio di Marina è Polo, l’ex fidanzato di Carla. Il suo ritorno a scuola, come se non fosse successo niente, ovviamente non rende felice nessuno, meno che mai Samuel, inizialmente innamorato di Marina, e Guzmán, fratello della ragazza. Vorrebbero giustizia e non fanno altro che tormentarsi continuando ad avere il compagno sotto gli occhi, mentre questi cerca di tornare ad una vita normale con Cayetana al suo fianco, anche lei disprezzata a suo tempo per aver mentito sul proprio status sociale.

Questo, infatti, si rivela essere ancora una volta un fattore importante per determinare il corso degli eventi e il destino dei ragazzi di Las Encinas: lo stesso Polo è “protetto” dalle sue madri, che detengono un certo grado di influenza sulla scuola, offrendo una borsa di studio, ambita da Nadia e Lucrecia che, come quasi tutti i loro compagni, stanno pensando al loro futuro accademico.

Ma c’è anche chi rimane indietro: Omar e Ander stanno cercando di tenere in piedi la loro relazione, nonostante la brutta notizia che spinge quest’ultimo ad allontanarsi dagli amici e da Omar stesso, che vive con lui e lavora sacrificando lo studio; Valerio, invece, disconosciuto dal padre e dalla sorellastra Lucrecia, tira avanti dormendo nell’auto e spacciando droga a scuola, mentre Rebeca deve trovare il modo di pagare la retta scolastica, cercando intanto di coprire il traffico illegale di droga di sua madre, unica loro fonte di guadagno.

ELITE 3

ELITE 3: si getta la maschera

Per dare spazio a tutti in quest’ultima stagione, ogni episodio di ELITE 3 porta il nome di uno dei membri del gruppo più in vista della scuola. Ognuno di loro viene messo di fronte ai suoi problemi personali e i suoi demoni e fin dalle prime puntate si può quindi notare un cambio di direzione della serie. Se ELITE era cominciato come un teen drama, paragonabile a serie come Tredici e Baby, ora riesce in qualche modo a discostarsene, affrontando non solo il lato thriller delle vicende ma anche temi poco o per nulla presenti nelle serie citate: la malattia, le ambizioni per il futuro, il decadimento della propria posizione, il conflitto morale tra giustizia e interessi personali e soprattutto la forza dell’amicizia che prevale sul desiderio di vendetta, laddove nemmeno i sentimenti d’amore sono stati in grado di arrivare.

I vari personaggi, infatti, hanno intrecciato diverse relazioni, alcune delle quali inaspettate, come l’amicizia un po’ casuale ma comprensiva tra Rebeca e Ander o la convivenza di comodo tra Valerio e Samuel. Tuttavia, questi rapporti ora si basano più su una fiducia “forzata” da cause maggiori, invece che sugli impulsi passionali delle stagioni precedenti. In ELITE 3, insomma, non serve più attirare lo spettatore con le innumerevoli scene di sesso (pur essendocene ancora): gli amori sbocciati o spezzati anche in questa terza stagione sono sufficienti per scombinare nuovamente i giochi di potere e controllo tra i ragazzi e tutto ormai fa presagire che la fine di ogni bugia, o quasi, sia vicina.

Alcune di queste bugie sono proprio quelle che i ragazzi hanno raccontato a sé stessi fino adesso: è il caso di Lucrecia, che finalmente dimostrerà una grande maturazione, facendo cadere la propria maschera snob per lasciar spazio a emozioni mai mostrate prima; Carla, invece, capirà la posizione che ricopre nella sua famiglia, un ruolo affibbiatole da un padre spietato a cui deciderà, finalmente, di ribellarsi dopo aver toccato il fondo; Ander mentirà spesso a Omar, desiderando isolarsi da tutto e tutti, ma si renderà presto conto di non poter fare a meno della sua presenza.

ELITE 3

ELITE 3: un cambio di rotta indefinito

I ritmi della serie sono sempre stati frenetici, per mostrare la vita intensa e ricca di feste e passione dei ragazzi di Las Encinas. In ELITE 3 abbiamo un rallentamento, come dicevamo prima dovuto al volere degli autori di chiudere il percorso di crescita dei personaggi più importanti. Eppure, nelle stagioni precedenti, tra questi erano compresi anche il fratello di Samuel, Nano, scappato perché accusato dell’assassinio di Marina, e Christian, loro amico comune divorato dai sensi di colpa per la sua complicità nell’occultamento del delitto. Si sente la loro grande assenza in questa conclusione, che lascia dunque aperte alcune possibilità (insieme ad altri indizi) per un proseguimento della serie, che tuttavia potrebbe risentirne.

Contro ogni aspettativa, infatti, ELITE ha saputo distinguersi un po’ dai teen drama che hanno cominciato a spopolare negli ultimi anni, riuscendo così a lasciarsi indietro figure non più necessarie come quelle dei due interpreti di Christian e Nano, presenti già ne La casa di carta e ora non più fondamentali per richiamare l’attenzione del pubblico. Sono gli altri, con la loro crescita attoriale, a dare nuova linfa alla serie, che altrimenti avrebbe perso mordente vista la sceneggiatura più lenta e dalla costruzione ormai familiare: se prima uno dei migliori era Miguel Bernardeau (Guzmán), infatti, insieme ad Ester Expósito (Carla), ora possiamo assistere alla fioritura di Danna Paola (Lucrecia), che ora viene sostituita nel suo ruolo di “disturbatrice” da vecchi e nuovi personaggi che, in una futura possibile stagione, potrebbero diventare più rilevanti per le sorti degli ormai ex alunni di Las Encinas.

Il tutto, naturalmente, si rispecchia anche nelle ambientazioni e nell’atmosfera generale, molto più scura nelle luci e nei colori, nonostante le costanti feste in cui tutti si ritrovano, si scrutano e studiano le mosse migliori per trarre i vantaggi di cui hanno bisogno. Niente appare più così assurdo nelle loro azioni, perché tutti ci sono dentro fino al collo, per un motivo o per un altro, dando un’impressione di maturità generale, ancora non completa ma di cui la serie sicuramente ha giovato.

ELITE 3

Non è chiaro se ci saranno né siamo convinti siano necessarie ulteriori stagioni, dunque, a meno che lo schema iniziale non cambi radicalmente, ma ELITE 3, perlomeno, fa ancora il suo dovere nell’intrattenere a livello visivo e narrativo, senza grandi pretese e intrecci ingarbugliati alla How to get away with murder. Si spera che Netflix non voglia spremere ancora di più un prodotto nel complesso accettabile, così come ha fatto con Tredici e altre sue serie originali, lasciando che ELITE rimanga fedele a sé stessa.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.