Competere nel mondo dei social network, si sa, è ormai quasi impossibile. Con il grosso della fetta governato da Facebook e seguito da Twitter, lanciare una piattaforma social di successo è ormai un’impresa quasi mitologica, eppure…
Eppure succede che un piccolo gruppo di artisti e designer si riunisce e, stanco delle dinamiche dei social network di oggi (tutti incentrate sulla pubblicità, e sulla vendita di spazi ad essa annessi) crea un qualcosa di nuovo e persino di successo. Questa, in soldoni (tanto soldoni) è la storia di Ello, un social network che alle spalle ha già un annetto, ma che sta riscuotendo solo di recente un successo planetario. Ora fermi! Non sfiacchitevi nell’immaginare già quale immagine possiate usare come foto del profilo, perché ad Ello – per ora – non ci si può iscrivere! Vi si accede solo su invito, ma non per elitarismo, perché piuttosto il tutto è ancora in fase beta. Ma se è nato a marzo, perché tutto questo sensazionalismo postumo? Perché Ello è stata quasi la risposta a una domanda da parte di tante persone. La domanda è “e adesso?” e le persone che se la sono posta sono stati quanti tra artisti e non si sono visti letteralmente “cacciare” da Facebook. Tantissimi infatti sono gli utenti che hanno gridato a gran voce il diritto di utilizzare un nome inventato o d’arte per il loro profilo la qual cosa è stata invece negata dal social network di Zuckerberg. Tra questi oltre a personalità eclettiche si sono riversati anche tantissimi membri della comunità LGBTQ alla ricerca dei diritti sulla propria persona e, quindi, anche della propria sessualità e del proprio nome. Sulla spinta di ciò, Ello è letteralmente esploso, tant’è che tutte il 90% della sua utenza è composto dalle categorie di cui sopra in cui si infilano anche designer o semplici studiosi della comunicazione.
Il fondatore della società è Paul Budnitz, un uomo che ha saputo cogliere al balzo le opportunità generate dallo scontento in Facebook accogliendo in Ello milioni di iscritti in pochissimi giorni (tant’è che, pare, il record sia di circa 31.000 utenti l’ora). Una volta entrati il look del social network è minimalista ma pulito, e taglia volutamente le gambe a configurazioni troppo estrose ed estreme (alla MySpace per intenderci). Il risultato è una schermata semplice, user friendly e molto pulita seppure è impossibile non sottolineare la mancanza di alcune funzioni “di base” giudicate a dir poco fondamentali per una corretta vivibilità della propria vita “social” come ad esempio la possibilità di bloccare le persone sgradevoli. Diverse migliorie, comunque, arriveranno a breve e Paul Budnitz promette grande attenzione per il feedback degli utenti assicurando che se ci sarà un profitto (e ci sarà gente) non sarà basato sulla mercificazione dei dati degli utenti (che è poi, per dirne una, il modello di Facebook). Ello punterà ad un business diverso incentrato su di un’ottica freemium, che renda disponibili a pagamento alcune funzioni ancora in via di definizione.
Difficile dire se la cosa avrà successo, poiché se c’è una certezza è che la gente crede che Facebook sia gratis e senza compromessi, e forse l’idea di un social network in cui avere funzioni a pagamento non è il massimo. Ma ricordiamolo – giusto per cronaca e non per pubblicità – in un social network il compromesso c’è, ed è la vostra privacy. Basta un click per generare un traffico di dati che è potenzialmente vendibile a terze parti e che identifica le vostre abitudini, i vostri bisogni, le vostre necessità di consumo. Ello, in tal senso, si propone come un’alternativa dal carattere più limpido e trasparente, in cui l’utente non è mercificato. Non una rete di vendita, ma una rete di vite. Ci riuscirà?