Tra folclore e momento di crescita, Elves ci porta nelle foreste nascoste danesi
Su Netflix dal 28 novembre arriva la serie originale Elves, produzione danese che mescola il genere fantasy a quello dell’orrore, traendo a piene mani da un folclore popolare che fermenta e cresce di puntata in puntata all’interno della sua evoluzione. Un’isola lontana, separata da una Copenaghen da cui non arrivano quasi mai turisti, come ben sanno i componenti della famiglia di Josefine (Sonja Steen), che hanno scelto appositamente il paesino in mezzo all’acqua per poter trascorrere in tranquillità le vacanze di Natale.
Ma ben presto l’intero nucleo famigliare si accorgerà che ad attenderli sotto l’albero non c’è nessun regalo, al contrario una creatura che rivelerà loro la presenza di esseri mitici presenti solamente nelle favole. Gli elfi però, come quello trovato da Josefine, non sono affatto come li hanno sempre immaginati, bensì molto più avvezzi alla tortura e al sangue rispetto a quanto si potrebbe anche solo pensare.
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La rivolta della foresta
Un racconto molto esile quello ideato da Stefan Jaworski, al comando del compartimento narrativo di Elves che viene poi tradotto secondo luci, atmosfere e immagini dalla regia di Roni Ezra. È a lui che vengono affidati completamente in mano i sei episodi che compongono la serie, che vanno addentrandosi nei meandri di una foresta che noi umani abbiamo voluto deturpare e che ha così deciso giustamente di ritorcersi contro.
Non una scelta ambientalista, né tanto meno riflessiva sul consumismo o il menefreghismo che vediamo consumarsi oggi attorno a quelle che sono le nostre fonti di energia primaria che non riusciamo a preservare. Elves è solamente – ma in maniera efficiente nel suo piccolo – la tipica storia di crescita che passa attraverso la scoperta di un mondo non ordinario che porterà al di fuori dalla monotonia e dall’immobilità la sua protagonista, fino a farle raggiungere un cambiamento attivato grazie al suo percorso di scoperta di un mondo-altro.
È l’entrata in contatto con un piccolo di elfo che porrà Josefine di fronte a delle responsabilità che mostreranno ai suoi familiari e a lei stessa di essere in grado di sapersela cavare da sola. Al contempo, però, è una rivolta angusta e truculenta quella che la ragazzina ha a sua insaputa generato, frastornando gli equilibri di una natura da incubo che risorgerà per chiedere indietro ciò che le spetta.
Elves: un elfo per poter crescere
Tradizioni e retaggi pittoreschi fanno da tappeto alla costruzione di un racconto che gioca con i costumi e le usanze dei territori danesi, i quali si adoperano per suggestionare e influenzare la percezione del pubblico durante la visione di Elves su Netflix, trasportando lo spettatore di fronte al lato maligno delle storie di finzione. Un’opera per ragazzi dalla messinscena e dal clima nordico, che utilizza le caratteristiche di questi precisi tipi di racconto giovanile per delineare la strada che intraprenderà la protagonista verso una nuova scoperta di sé.
E che, insieme, ingloba i dettami di molto cinema d’avventura che aziona nei protagonisti la conoscenza di universi inesplorati, i quali si fanno scintilla necessaria per accendere la trasformazione nella propria interiorità. Il carburante per un mutamento necessario, che passa attraverso ciò che è sconosciuto e che spesso ha a che fare con la fantasia.
Così come Elliot trovava ET e lo nascondeva alla vista della madre coinvolgendo i suoi fratelli, allo stesso modo Josefine tiene segreto il suo piccolo elfo facendone parola solamente al fratello maggiore. Una maniera di conciliare i giochi dei piccoli con il passaggio all’età adulta grazie al più classico degli esempi narrativi. I giovani che si contrappongono ai grandi, che tentano di agire secondo ciò che per loro è giusto e che si scontrano spesso con la cattiverà e l’aridità d’animo di coloro per cui è ormai troppo tardi.
L’orrore e tutto ciò che riguarda il terrore e lo spavento in Elves vengono declinati in favore di un racconto di formazione per una serie modesta, ma mai eccezionale. Sufficiente, ma come tante altre. Elfi che mettono paura, ma ci faranno comunque dormire la notte. O comprare un biglietto di andata e ritorno per poter visitare la Danimarca.