Un’eterna guerra di famiglia
Un difetto del fantasy italiano è sempre stato l’esterofilia. Molto spesso gli autori del Belpaese guardano all’estero, ai grandi scrittori inglesi e americani, dimenticandosi la ricca tradizione che il fantastico italiano potrebbe offrire. In fondo, quando si parla di fantasy si parla soprattutto di folklore, di mitologia, di storia. E poche nazioni come quella italiana possono definirsi tanto fortunate da avere abbondanza di esempi sotto tutti questi punti di vista.
Tuttavia, ci sono casi in cui il retaggio culturale italiano riesce a trovare un punto d’incontro con la fantasia. E, in quei casi, i risultati possono essere eccellenti.
Questo è il caso di Eternal War, saga realizzata da Livio Gambarini appena giunta al suo secondo volume con Vita Nova. Non bisogna lasciarsi ingannare dal titolo, dettato dalla linea editoriale di Acheron Books: ci troviamo di fronte a un fantasy capace di trasmettere “italianità” da ogni paragrafo. Un esperimento riuscito che gli appassionati del genere non devono lasciarsi scappare.
Nel mondo di Eternal War convivono due diverse realtà: il mondo materiale, dove si svolgono gli eventi storici delle lotte tra Guelfi e Ghibellini nella Toscana del XIII Secolo, e le Lande, un mondo spirituale abitato da entità di ogni genere, tra cui spiccano gli Ancestrarchi, spiriti che custodiscono e guidano le famiglie. Per farlo attingono forza dal retaggio di tutti i capifamiglia, utilizzando dei drappi nati dalle anime degli esponenti di maggior spicco delle stirpi di cui sono i protettori. Sostentamento degli Ancestrarchi è la Virtù, una manifestazione spirituale delle imprese e degli atti compiuti dai propri familiari, con la quale è anche possibile infondere ai nascituri dei pregi per assicurarsi che accrescano il prestigio della propria stirpe.
L’autore ha qui tratto ispirazione, come più volte rimarcato nella saga, dal mito dei Penati, gli spiriti familiari venerati nell’antica Roma. Oltre a questo il rimando è quello della teoria delle costellazioni familiari di Bert Hellringer, secondo la quale i sentimenti e le vite dei nostri antenati avrebbero un’influenza anche sulla nostra esistenza e condizionerebbero in parte le nostre scelte.
La storia di Eternal War segue da vicino le vicende della famiglia Cavalcanti, guidati dallo spirito Kaballicante, abbreviato in Kabal. Si tratta di uno spirito da poco entrato a far parte della nobiltà, che da sempre ha protetto la sua famiglia infondendo in loro l’accortezza verso gli affari, la razionalità e l’abilità nel commercio.
Quando le vicende prendono il via ci troviamo nel 1260, il giorno della battaglia di Montaperti. Chi ha letto la Divina Commedia e gli appassionati di storia medievale ben ricorderanno questo evento, che segnò la sconfitta della Firenze Guelfa a favore della Ghibellina Siena, comportando allo stesso tempo un’alterazione degli equilibri politici della Toscana e dell’Italia intera. Alla sconfitta dei Guelfi, Kabal si affanna a mettere in salvo quanto resta della sua famiglia, ovvero Cavalcante e suo figlio, il piccolo Guido Cavalcanti. Nei confronti del bambino Kabal ha un legame speciale, avendogli infuso moltissima Virtù al momento del concepimento, progettando grazie a lui un’ulteriore ascesa di rango nelle gerarchie delle famiglie fiorentine. Guido è curiosamente nato con due anime, fatto sconcertante di cui Kabal non sa spiegarsi il motivo.
Proprio Guido, il futuro poeta tra i padri del Dolce Stil Novo, sarà uno dei maggiori protagonisti delle vicende di Eternal War. Il dualismo che si viene a creare nel corso dei libri tra il pragmatico e cinico Kabal e il ben più sensibile poeta è uno dei punti di forza della saga, capace di creare un profondo interesse nel lettore. Il contrasto è una delle basi della letteratura: ma cosa succede se il contrasto nasce con lo spirito stesso della propria famiglia e con tutto ciò che il proprio retaggio rappresenta?
In questo i personaggi dimostrano di essere pennellati con grande abilità. Leggere Eternal War porterà con sé una forte sensazione di familiarità per quanti hanno studiato lo Stil Novo e la Commedia. Sono molti i personaggi presenti nell’opera dell’Alighieri che vengono mostrati in questa saga, tra cui lo stesso Dante. Le descrizioni e le caratterizzazioni che il Sommo Poeta aveva mostrato nella sua opera immortale sono qui sfruttate come base per realizzare personaggi credibili e originali. Per fare un esempio Farinata degli Uberti apparirà ai lettori come lo stesso uomo solenne e orgoglioso che nel Canto X dell’Inferno aveva «l’inferno a gran dispitto».
Parlando di ciò che si apprezza maggiormente in Eternal War non si può non citare l’ambientazione. Nel leggere la saga ci si rende immediatamente conto della cura con cui è stato realizzato tutto ciò che fa da sfondo alle vicende. Niente sembra essere lasciato al caso: l’abilità dello scrittore però si spinge oltre, nella sua capacità di spiegare al meglio l’ambientazione senza per questo cadere nell’eccesso di informazioni, lo spauracchio noto da tutti gli appassionati come “infodump“.
Si coglie comunque la difficoltà nata nella creazione di questo romanzo. Una buona regola, quando si crea una storia fantasy, è quella di dare sempre priorità all’ambientazione sulla storia. La scelta di ambientare un romanzo nell’Italia del Secolo XIII comporta inevitabilmente qualche problema da questo punto di vista. L’autore è perciò costretto a prendersi alcune “licenze letterarie” dalla storia. Guido, nato attorno al 1250, viene mostrato come un bambino di quattro anni all’epoca di Montaperti, mentre il suo primo esilio, durato in realtà pochi anni, nel romanzo viene allungato per questioni “drammatiche”. Il risultato comunque è nel complesso lodevole, capace di rendere giustizia in egual misura alla storia e alla letteratura.
Le vicende si snodano in maniera scorrevole su entrambi i romanzi pubblicati fino a questo momento: lo stile dell’autore è fluido, in grado di non perdersi in sequenze di secondaria importanza, ma allo stesso tempo dimostra la capacità di evocare scene di maggiore solennità quando necessario. Il tutto senza mai sacrificare quello che dovrebbe essere il punto fermo di un buon romanzo, la regola “mostra, non raccontare”.
Eternal War è insomma una saga fantasy da non lasciarsi scappare. I lettori amanti del fantasy e desiderosi di lasciare per qualche tempo le fredde lande della mitologia norrena potranno ritrovare un’interpretazione del tutto originale del fantastico in un’ambientanzione strutturata e curata, il tutto con uno stile maturo, che non annoia mai.